Il sito superherohype.com ha pubblicato di recente una lunghissima intervista a David Goyer, sceneggiatore e regista del film uscito l'otto dicembre Blade: Trinity, l'ammazza-vampiri dei fumetti Marvel Comics giunto al terzo episodio.
Goyer nell'intervista parla ovviamente della serie, ma anche del suo ruolo di sceneggiatore oramai quasi "specializzato" nella trasposizione cinematografica di personaggi dei comic books (sua è la sceneggiatura di Batman Begins, la cui uscita è prevista per maggio 2005 e sarà diretto dal regista australiano Christopher Nolan). Goyer racconta anche il suo rapporto con i fumetti, notevole in tal senso il suo bagaglio di esperienze come sceneggiatore di famose testate. Vi riassumiamo i punti più significativi toccati da questa interessantissima intervista.
Alla domanda "Cosa caratterizza questo terzo episodio di Blade?", Goyer dice di aver trovato il secondo film di Blade troppo claustrofobico e angustiante - "a malapena vi vedevi comparire qualche essere umano". Ritene invece che i momenti più divertenti del primo film siano quelli in cui Blade interagiva con gli umani o veniva catapultato nel mondo reale. Sicché per il terzo Blade ha pensato di ambientare l'intero film nel mondo moderno, in America: "Penso che sarà un film pieno di 'humor".
Il primo film di Blade, prodotto dalla New Line Cinema, nacque come progetto non caratterizzato da particolari aspettative, ma ottenne ottimi riscontri al botteghino, e avviò la produzione di un sequel che fu un altro successo non solo al cinema ma - inaspettatamente - anche fra il publico dell'home video (Blade II ha guadagnando col mercato dei video molto più di quanto abbia incassato ai botteghini). La serie di film è perciò via via cresciuta in importanza commerciale e in termini di aspettative del suo pubblico.
Anche il meccanismo produttivo dei film di Blade si è via via adeguato per ogni nuovo episodio. Goyer, assicura che per Blade: Trinity - così come per i film precedenti - le pressioni della produzione non si sono ripercosse sulla espressione della sua libertà creativa durante la realizzazione, ma si sono concentrate quasi esclusivamente sulle strategie commerciali di lancio sul mercato dei video e dvd. Nelle parole di Goyer: "Per Blade: Trinity, in termini di marketing e simili, c'è sempre più gente coinvolta, ma da un punto di vista creativo mi hanno praticamente lasciato fare da solo".
Goyer rivela perciò che quando ha scritto il primo episodio non si aspettava di certo che Blade sarebbe diventato un immenso catalizzatore di attenzioni da parte del pubblico, né che il film diventasse una sorta di capostipite di un nuovo 'modo' di fare cinema horror. Sopratutto, non si aspettava che fosse così apprezzato dai fan del personaggio a fumetti. In questa sua affinità per gli adattamenti cinematografici dei personaggi dei comic books (sua è anche la sceneggiatura di Crow: City of Angels) Goyer è stato certamente aiutato dalle sue esperienze di sceneggiatura di famose collane di fumetti, poiché è stato per un lungo periodo lo scrittore della serie Starman e della serie della DC comics JSA (una serie che al momento è molto popolare).
Aver sceneggiato fumetti ha aiutato Goyer anche a vincere la nuova sfida che Blade:Trinity ha posto al suo talento professionale: la sua prima volta 'dietro' la macchina da presa. Aver letto e scritto moltissimi fumetti gli ha insegnato a impadronirsi dell'arte di dirigere un film, perché scrivere un "comic book" è - dice David Goyer - "un pò come scrivere contemporaneamente una sceneggiatura e uno storyboards". E' qualcosa che insegna a concentrarsi anche sulle inquadrature e sulle sequenze, e che prepara bene a gestire gli aspetti prettamente 'visuali' della regia. "Ho finito per scrivere qualcosa come 45 numeri della JSA, e ciò mi ha fornito moltissima esperienza del modo di lavororare con disegnatori e del modo in cui si racconta graficamente una storia".
Il passaggio di Goyer alla regia è stato dettato in parte da una scelta ("Ho sceneggiato per registi capaci, ma se lavori anche con un certo numero di registi sciatti cominci a pensare: Diavolo, posso anche accartocciare la mia sceneggiatura. Perchè dovrei lasciare che lo faccia qualcun'altro?") e in parte è invece stato dettato da una necessità: Blade II fu infatti diretto da Guillermo del Toro - il regista del recente Hellboy - che attualmente è impegnato con il sequel di Hellboy e non era perciò disponibile per dirigere il terzo Blade. Nonostante questa sia la sua prima prova come regista, Goyer non ha dubbi di essersi spinto a fare questo passo cruciale solo nel momento in cui era davvero pronto per farlo. Lo stesso Guillermo del Toro lo ha rassicurato in proposito, mentre in precedenza - all'epoca dell'inizio delle riprese di Blade II - gli aveva sconsigliato di tentare la regia di un film. Dice Goyer: "Rimasi davvero colpito dal fatto che la sua opinione precedente era che non fossi ancora pronto per la regia".
Sempre a proposito del terzo film di Blade, è stato anche chiesto a Goyer quale sarà secondo lui la reazione di coloro che hanno aprezzato i primi due film. Il regista dice che sono già state fatte alcune propiezioni di prova per i fan, e che in tali proiezioni di solito è accaduto che gli spettatori abbiano impiegato circa mezz'ora per adattarsi alla nuova ambientazione - ma la reazione al film è comunque stata, infine, sempre estremamente positiva. "Abbiamo anche tenuto conto delle reazioni al secondo film. C'è gente che lo ha amato e che pensa sia molto migliore del primo film e c'è gente che lo ha odiato. Penso che ognuno dei tre film abbia i propri punti forti. Ritengo che comunque questo sia il più divertente dei tre".
Una parte dell'intervista è dedicata anche a Batman Begins, il film che riporterà il pipistrello della DC comics sugli schermi cinematografici la prossima estate. Il film sarà basato - principalmente ma non esclusivamente - sulla saga a fumetti degli anni '80 Batman Year One, realizzata da Frank Miller e David Mazzucchelli (lo stesso duo creativo che in seguito creò per il Daredevil della Marvel comics la famosa saga Born Again). Goyer racconta che in Warner Brothers gli è stata concessa parecchia libertà creativa per questo progetto: "Il film sarà tutto il contrario di quanto affermano voci infondate, cioè non sarà affatto una storia dalle forti tinte horror". Goyer ritiene che le uniche direttive che la Warner gli ha fornito siano motivate dalla consapevolezza che molti fans del pipistrello siano rimasti scontenti degli ultimi due film realizzati su Batman. La Warner si è perciò limitata ad intervenire in pochi incontri preliminari con lo sceneggiatore: "Gli ho semplicemente chiesto quel che potevo e quel che non potevo fare". Il film avrebbe dovuto essere sceneggiato dallo stesso Frank Miller, secondo l'idea originale, ma Frank Miller stava tentando di andare verso una direzione estremamente dark e - dice Goyer - "In Warner non vogliono permettere ad un personaggio così grande di diventare un film sottoposto a visto di censura per i minori".
Paradossalmente, questo è lo stesso motivo per cui Goyer si trova oramai fuori dal progetto di un altro film tratto dai fumetti: Ghost Rider. Aveva già steso una sceneggiatura per questo film, ma una volta che la produzione ha deciso di non voler fare i conti col visto di censura, Goyer ha abbandonato il progetto Ghost.
2 commenti
Aggiungi un commentoOttimo artricolo. Ma il "Born Again" di Devil è stato realizzato da Miller/Mazzucchelli prima di "Batman: Year One" - grazie a Metalupo: esattamente un anno prima.
Il quale metalupo è egli stesso responsabile dell'errore
Mi sono confuso perchè fra le prime storie del Devil di Miller e il Born Again, Miller ha fatto qualche roba per la DC Comics (Ronin, penso, ma non vorrei sbagliarmi anche qui!). Invece ricordavo fosse "Year One".
ops:
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