La Comic-Con di San Diego (SDCC), come ogni anno, è stata ricca di eventi. Giovedì 24 luglio si è tenuto un panel pieno di nomi famosi per chi segue la narrativa fantasy e fantastica.
Ecco i partecipanti al dibattito che aveva per titolo "Putting the Epic in Epic Fantasy":
Patrick Rothfuss (The Slow Regard of Silent Things), Robin Hobb (Fool’s Assassin), Joe Abercrombie (Half a King), Raymond E. Feist (Magician’s End), Django Wexler (The Shadow Throne), Morgan Rhodes (la serie The Falling Kingdoms), Sam Sykes (The City Stained Red).
La discussione è stata moderata in modo molto brillante dall'autore fantasy Brent Weeks, che non ha lesinato battute ai presenti. Anche il grande assente, George R.R. Martin - impegnato alla Comic-Con in altri panel - è stato più volte chiamato in causa, visto che l'argomento centrale era, in realtà, "Come è cambiato il genere fantasy epico dopo il successo di Game of Thrones?":
In sostanza, questo incontro in cui tutti sembrano essersi molto divertiti, ha toccato alcuni punti salienti:
Una corposa presentazione delle ultime opere degli autori presenti, perché, come ha detto Weeks: "E' diventata una tradizione venire qui e sventolare il proprio ultimo libro in faccia a tutti. Può sembrare stupido, ma secondo me non c’è niente di vergognoso a promuovere dei buoni libri".
Esattamente, possiamo dire noi, quello che succede a ogni convention italiana a partire da Lucca Comics and Games.
Successivamente Weeks ha posto domande agli ospiti circa la loro fonte nello scrivere opere di genere. Oltre ad altre varie battute su Martin, scopriamo che la Rhodes - autrice di paranormal - si è ispirata alle principesse Disney e ha trovato uno spunto fantasy dopo aver visto GoT.
Feist sostanzialmente conferma questa posizione, dicendo in sostanza che non sono tanto i libri di Martin - presente con i suoi romanzi dagli anni '60 - ad aver provocato un cambiamento, quanto la trasposizione televisiva.
Wexler afferma invece: “Per me è più facile rispondere alla domanda su Martin, perché la sua opera è stata una delle mie principali fonti d’ispirazione, sin dai tempi del college, quando ho “incontrato” Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Poi si entra nel vivo della questione, ovvero “Cosa cambia nel Fantasy (epico) nell'era di George Martin?”
Un cambiamento forte c'è stato, dice Robin Hobb: adesso riceviamo molti segnali da lettori che non hanno mai letto nessun altro fantasy.
Abercrombie sostiene che Martin non è l'unica delle sue letture, Rothfuss è molto schietto:
[...] Penso, a questo punto – per quanto detesti dirlo – che, siccome Game of Thrones ha saturato così tanto la cultura popolare ed è così contrastante con la tradizionale narrazione alla Tolkien (emblema del fantasy idealizzato), non so se davvero abbia portato qualche cambiamento, ma sta rendendo consapevole la gente che si possono fare cose genuinamente diverse dal solito per ottenere una Fantasy di successo.”
1 commenti
Aggiungi un commentoPeccato che ormai, essendo invasi da autori che si rifanno a Martin, quel "genuinamente diverso" fa davvero ridere, visto che entrando in libreria ormai è tutto un "il nuovo martin" "se avete amato game of thrones quest libro fa per voi" "il nuovo fenomeno dark fantasy"
A questo punto spero che passata la moda si possa tornare a leggere qualcosa di "genuinamente diverso"
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