Mantova, Festivaletteratura 2014: venerdì 5 settembre si è tenuto, presso il Palazzo degli Studi, l'incontro con Paolo Bacigalupi, autore di La Ragazza Meccanica (The Windup Girl, 2009) per i tipi di Multiplayer Edizioni. A condurre, lo scrittore Tullio Avoledo.
"Il futuro è un gene Stregatto" il titolo scelto per la presentazione del romanzo, che ne riassume con un gioco di parole le tematiche:
L'uso incontrollato della genetica ha provocato carenza di cibo, epidemie, riscaldamento globale e innalzamento delle acque.
E anche esseri sintetici come le Neo Persone o animali mutati come gli Stregatti, una nuova forma di felini predatori più o meno invisibili.
Dal comunicato stampa:
“Niente è certo”, si ripete uno dei protagonisti del romanzo La Ragazza Meccanica, tanto meno in un secolo in cui i combustibili fossili sono un lontano ricordo, in cui la contrazione economica ha sovvertito l’ordine mondiale e in cui spregiudicate aziende caloriche provocano lotte fratricide e terribili mutazioni nel tentativo di accaparrarsi il bene più prezioso del futuro: le varianti genetiche di cibi e sementi. Nel confronto tra Tullio Avoledo e Paolo Bacigalupi, uno dei più talentuosi giovani narratori nordamericani, la migliore letteratura fantascientifica si fonde con l’ecologia e torna a imporsi come uno strumento imprescindibile per decifrare il presente.
Dopo un'esauriente introduzione, Tullio Avoledo ha intervistato l'autore americano (di origini italiane), sulla genesi di La Ragazza Meccanica.
Ci sono molte fonti alla base di questo libro, esperienze personali belle e brutte - ha detto Bacigalupi - Io vivo in una realtà molto piccola e rurale degli USA. Conosco molti coltivatori, conosco la Monsanto e la sua attività riguardo alle sementi, finalizzata a massimizzare i profitti. Mi sono chiesto cosa succederebbe se queste tecnologie o altre simili avessero successo a livello mondiale, ottenendo il monopolio sul cibo.
Circa gli spunti ispirativi, l'autore racconta dei suoi viaggi in Estremo Oriente - Tailandia, Giappone e Cina meridionale - anche durante l'epidemia di SARS: una situazione che gli ha fatto pensare alla vulnerabilità di ogni specie di fronte alle malattie. E del rapimento per motivi politico-economici del socio (mai più ritrovato) di un amico, nel Laos, esperienza scioccante confluita nel libro.
Per quanto riguarda il personaggio di Emiko, la ragazza meccanica, ha un ricordo molto preciso:
Durante uno dei miei viaggi nel periodo dell'epidemia SARS mi rimase impressa una hostess giapponese: aveva la mascherina e di lei si vedevano solo gli occhi, contornati da una spruzzata di lentiggini, bellissime ma strane, non naturali. Lei camminava a scatti, in modo non fluido, e io ho pensato "Forse fa finta di essere un robot? E se fosse veramente un robot?". Da qui è scattata l'idea di scrivere qualcosa su un personaggio di questo tipo.
Varie domande anche dal pubblico, tra cui:
"Perché nel tuo mondo non è contemplato l'uso dell'energia solare?"
La risposta di Bacigalupi è stata la seguente:
Non è la prima volta che mi viene rivolta questa domanda. Ho voluto focalizzarmi sul non-naturale, su un'energia artificiale creata in modo meccanico e da esseri innaturalmente mutati.
Nel mio mondo, il problema è quello del cibo e del suo ottenimento a qualsiasi mezzo, anche brutale. Un mondo dove la Natura è stata privata della sua capacità innata, quella di riprodursi, e quindi messa sotto i piedi. Per questo motivo non ho preso in considerazione le fonti energetiche naturali ma solo quelle "artificiali".
1 commenti
Aggiungi un commentoMa l'artista fa un affresco ad olio mettendo quello che gli piace, o crea un'ambientazione coerente partendo da certe premesse?
Questa cosa dell'energia solare non mi è andata giù
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