L’autopubblicazione è una strada scoscesa, piena di ostacoli e in salita; ti chiedo di raccontarci la tua esperienza e di com’è nato il progetto di mettere online la tua saga, Touched. Cosa ti ha spinto a pensare di scrivere e mettere online i primi volumi della tua saga? Come e quando ti si è presentata l’occasione di ripubblicare le tue opere con una Casa Editrice conosciuta (Nord Editrice)?
Inizialmente ho scritto la storia per me stessa, anche se allora non sapevo ancora fino a che punto toccasse le corde più intime di me. Rileggendola a distanza di anni, ho capito che è stato come uno sfogo incansapevole, un modo per tirare fuori le mie paure, cercare di analizzarle e trovare una soluzione, anche se fantasiosa.
Ho scritto Touched dopo un triste evento che mi ha segnato molto, perché è stata la mia prima esperienza da adulta con la morte. E Touched, oltre che d’amore, parla soprattutto di questo, della morte che incombe sulla protagonista e del modo in cui lei affronta il suo destino, tirando fuori pian piano le unghie, crescendo e imparando a combattere proprio quelle paure che la rendevano prigioniera di se stessa.
Dopo averlo scritto, mi ero così affezionata ai personaggi e alla loro storia, che volevo assolutamente condividerli con tutti. All’inizio ho inviato il manoscritto alle case editrici, ma nessuna di loro si è dimostrata interessata. Nel frattempo ho scritto altri due libri della saga e ho continuato a revisionare e proporre il primo. Ho frequentato le fiere, ho conosciuto persone che lavoravano nel campo dell’editoria… insomma, ho cercato di entrare a far parte di questo mondo, tenendomi sempre aggiornata. Poi, dopo circa tre anni dalla prima stesura, ho deciso di tentare un’ultima carta: l’auto pubblicazione. Non volevo però mettere online il mio libro e lasciare che sprofondasse nel mare magnum della rete, volevo fare le cose per bene, come avrebbe fatto una casa editrice. Gli editori lo avevano rifiutato, così sono stata editrice di me stessa. Ho preparato da sola booktrailer, materiale grafico, giochi per interagire con i lettori, un sito internet interamente progettato da me e, infine, una campagna di advertising per raggiungere più lettori. Così è iniziato il viaggio. Allora non lo sapevo ancora, ma quando l’ho messo online, stavo regalando al pubblico un’importante parte di me, quella parte che nessuno, forse, riesce a raggiungere.
Touched è una saga che parla d’amore e di un pizzico di fantasia che ha colpito molti lettori del web, non solo italiani ma anche stranieri (mi riferisco soprattutto al fatto che i diritti sono stati acquistati da una Casa Editrice spagnola grazie al successo ottenuto sul web). Per quale ragione hai scelto di trattare questo genere letterario, una storia d’amore che va oltre l’ordinario? Quando scrivi rivolgi le tua attenzioni al pubblico che potrebbe leggere la storia in questione o decidi di mettere nero su bianco ciò che hai in mente senza porti alcun limite?
Per me leggere è evasione. Mi piace sognare e, a volte, grazie alla fantasia possiamo far fronte a problemi con cui abbiamo a che fare tutti i giorni, ma che nella vita vera non hanno soluzione. Nella Touched Saga, ad esempio, l’amore soprannaturale è la soluzione per Gemma e per il suo problema con la morte. In questo caso, dietro l’amore si nasconde la speranza. Una speranza intesa anche come risposta alla domanda: c’è davvero qualcosa dopo la morte? Io preferisco immaginare di sì.
Sono convinta che, anche in futuro, parlerò sempre d’amore nei miei scritti, qualunque sia il genere in cui deciderò di cimentarmi. È ciò che mi piace leggere, ciò che mi trasmette più emozioni, quindi mi viene molto naturale parlare d’amore.
Nel caso della Touched Saga non ho pensato di impostare il genere, ma la storia è venuta da sé. La prima idea infatti è arrivata quando ho immaginato di vedere un ragazzo dagli occhi grigi che mi fissava intensamente e mi sono chiesta ‘e se fosse venuto a prendermi?’ Così sono nati gli Angeli della morte, poi le Streghe ammaliatrici, i Màsala… E in poco tempo il mondo in nero e rosa che stavo creando si è tinto pian piano di fantasy.
Qual è il primo libro di genere fantasy che hai letto e che ti ha appassionato? C’è un autore o un’autrice che ti ha ispirato?
Ho letto molte fiabe e leggende, ma uno dei fantasy che mi è rimasto nel cuore è sicuramente La storia infinita di Michael Ende. Ho amato le avventure di Bastian e ogni tanto mi piace sfogliarne le pagine.
Per la mia storia mi sono ispirata a una leggenda Norvegese che ho trovato molto affascinante, secondo cui ai figli che Eva aveva tentato di nascondere a Dio era stata inflitta la punizione di accompagnare le anime nel regno dei morti. Partendo da lì, ho sviluppato poi la leggenda secondo la mia fantasia.
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