Genere: Azione/Avventura/MMO/FPS
Produttore: Bungie
Distributore: Activision
Versione provata: PlayStation 3
Voto 3/5
Destiny è stato uno dei giochi più attesi di questo inizio di autunno, se non il più atteso in assoluto. Ma il mastodontico progetto targato Bungie (Halo), con circa 500 milioni di dollari a disposizione per la realizzazione, ha soddisfatto tutte le aspettative? È davvero il titolo che tutti aspettavano e che dà il via definitivo a una nuova era videoludica?
In questo primo mese di gioco sui server ci siamo trovati di fronte a un titolo con molti alti e bassi, probabilmente esaltato dalle varie e riuscitissime campagne di marketing che hanno alimentato le aspettative di molti. Ma andiamo con ordine.
La storia di Destiny è un prologo che apre le porta a un universo di stampo Sci-Fi. Sono passati più di settecento anni dal 2000 e il sistema solare ha visto il genere umano capitolare, per poi riprendersi grazie all’arrivo del Viaggiatore, un’enorme sfera dotata di particolari poteri che ha permesso ai Guardiani e alla nostra civiltà di di ricominciare. I protagonisti sono proprio i Guardiani, ovvero una moltitudine di giocatori collegati online che muovono il proprio alter-ego. Evitata quindi, almeno per il momento, l’inserimento di una vera trama ma appunto di un prologo che introduce gli utenti di Destiny nel magnifico modo realizzato dal team creativo di Bungie. Ne consegue che ogni discorso o approfondimento relativo alla sceneggiatura e alla caratterizzazione (psicologica) dei personaggi è da considerarsi sostanzialmente irrilevante.
Installato il gioco, il primo step riguarda la creazione e personalizzazione del personaggio scegliendo tra tre razze e tre classi. Personalizzazione iniziale molto superficiale che ci permette di dare appena un volto alla nostra controparte, immediatamente catapultata sul campo di battaglia, più precisamente in Russia. Dopo le prime spiegazioni dello Spirito (una sorta di drone compagno di missione) siamo costretti a recuperare un’arma e iniziare ad ammazzare alieni.
Superata la prima fase, raggiungiamo l’ultimo avamposto sulla terra, il quartiere generale e fulcro di qualsiasi azione di customizzazione. All’ombra del Viaggiatore, piazzato sul fondale, il giocatore inizia a familiarizzare con le varie zone in cui è possibile scorazzare liberamente e acquistare armi e armature, veicoli, emblemi e molto altro. Il livello di personalizzazione in questo caso è elevato e ben realizzato. Bungie offre moltissime soluzioni per le diverse classi. L’aspetto da MMO di Destiny ha poco da che invidiare ai titoli classici del genere, una peculiarità evidente che va a mescolarsi a quella di FPS del gioco.
Superata la fase preliminare il giocatore è libero di partire in esplorazione. Una buona intuizione da parte di Bungie è stata quella di lasciare il controllo totale al giocatore. Avviare Destiny e decidere di volta in volta cosa fare è l’aspetto che più di tutto ci ha spinto e convinto a giocare al titolo distribuito da Activision. La “storia” si ramifica in livelli in una campagna principale che si sviluppa principalmente sulla Terra, su Marte, su Venere e sulla Luna. Oltre ai livelli campagna sono presenti altre due modalità PVE: pattuglia e assalto. La prima, improntata sull’esplorazione, permette ai PG di immagazzinare punti esperienza attraverso il lancio di piccole missioni rintracciabili attraverso l’utilizzo dello Spirito. La seconda, cooperativa, permette a squadre di Guardiani di giocare e raggiungere obiettivi prestabiliti. Nella modalità pattuglia, inoltre, da rilevare la presenza eventi online secondari da tenere sott’occhio per acquisire oggetti e altri EXP point.
Oltre l’esplorazione, le coop e la “storia” Bungie offre un PvP di tutto rispetto. Il Crogiolo è la modalità online in cui è possibile partecipare ai classici Deathmach interagendo con gli utenti. Sconsigliata la presenza nel Crogiolo ai PG di basso livello, in quanto sarà impossibile gareggiare alla pari con PG di livello 20 o superiore. Questo sbilanciamento non è tuttavia una scelta sbagliata di Bungie, che costringe, intelligentemente, a completare prima la modalità “storia” per poi affrontare le sfide del Crogiolo. Terminata la campagna “storia”, infatti, il PG si troverà a livellare grosso modo al ventesimo livello, migliorando la propria sopravvivenza nel Crogiolo e godendo appieno del PvP.
Superate le diverse ore di gioco si possono già tirare le prime somme e giudicare con cognizione di causa. Siamo di fronte a un paradosso (quelle cose che possono distruggere l’intero universo). Destiny annoia e diverte al tempo stesso. Si passa da una fase iniziale di meraviglia e disorientamento, a una seconda di divertimento puro, finendo in una terza in cui ci si rende conto di tutti i limiti del titolo Bungie, su tutti la ripetitività.
Se da un lato ogni Guardiano è libero di scegliere cosa fare, dall’altro ci sono evidenti limitazioni tecniche. Destiny improvvisamente diventa uno sparatutto continuo, e anche se l’approccio alle armi è un’esperienza unica e riuscita, l’esplorazione delle varie zone dei pianeti perde di significato. A che scopo creare delle ambientazioni dettagliatissime e visivamente eccezionali se l’unica nota interattiva diventa il ritrovamento di qualche oggetto sparso qua e là? A rigirare il coltello nella piaga ci pensano gli alieni, capaci di spuntare negli stessi punti esatti e muovendosi sempre allo stesso modo; anticiparli a quel punto sarà un gioco da ragazzi.
L’alto livello tecnico e di concept design non basta a sorprendere. I cieli sono vivi, gli effetti e le musiche (con lo zampino di Paul McCartney) incidono sull’esperienza di gioco ma non sulla longevità. Scavando in profondità, anche le realizzazioni artistiche soffrono, influenzate dagli stereotipi e da un concept design che ricalca fin troppo linee e atmosfere di progetti ben radicati nell’immaginario collettivo.
Sentirsi liberi di affrontare Destiny da varie angolazioni è indubbiamente entusiasmante, come lo è la sensazione di entrare in un universo in continua espansione e di un gioco pronto a esplodere con l'innesto di nuovi aggiornamenti. Per ora abbiamo di fronte un enorme work in progress, tecnicamente coinvolgente e curato, tutt’altro che incisivo e memorabile ma ancora giovane e acerbo.
Un’ultima considerazione la dedichiamo alla versione testata. Su console PlayStation 3 Destiny gira egregiamente e non abbiamo avuto la sensazione di un titolo soffocato dal vecchio hardware. L’abisso grafico tra console di vecchia e nuova generazione è ancora tutto da definire.
Nonostante i limiti palesi, Destiny resta un titolo da tenere in considerazione, soprattutto in previsione di aggiornamenti e innesti futuri, su cui evidentemente il mondo Sci-Fi di Bungie è stato impostato.
Lo spettacolare trailer live action di Destiny
Le immagini di Destiny
Destiny
Ci sono nemici, qui, che superano ogni immaginazione. Ma non hanno mai visto nulla… come te. Non importa chi eri… solo cosa diventi.
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