La somma delle nostre follie, della scrittrice malese Shih-Li Kow. è un romanzo che è il migliore esempio di come il concetto di genere possa essere superato, eluso da una buona narrazione. Lo stesso dicasi per il concetto stesso di romanzo.
L'autrice non è nota in Italia, e in realtà è al debutto con il romanzo.
Dalle note biografiche apprendiamo che Shih-Li Kow ha scritto diversi racconti in passato ed è apparsa in varie antologie, ovviamente non pubblicate in Italia. La sua raccolta di racconti, Ripples e altre storie, è stata finalista per il 2009 Frank O'Connor International Short Story Award in Irlanda.
Parafrasando il titolo, siamo davanti a una "somma di racconti", una serie di storie che accostate l'una all'altra danno il senso di una narrazione unica.
La narrazione prende le mosse quando una immaginaria cittadina malese, Lubok Sayong, subisce una inondazione. Mediante i punti di vista di Auyong, un uomo d'affari locale, e Mary Anne, una giovane orfana vengono raccontate le storie dei sopravvissuti, che s'intrecciano con colore locale, chiacchiere, vita vissute e, ed è questo il territorio che ci incuriosisce, ci sono storie che sembrano uscite da Ai Confini della Realtà, come la disavventura di un turista statunitense contro un pesce gigante; momenti di dramma come le eroiche gesta del travestito Miss Boonsidik contro un branco di stupratori; o anche a loro modo commoventi come la storia del fantasma di un ragazzo che frequenta un giardino; la surrealtà della storia di Mami Beevi e le sue quattro "madri".
Oltre che le vicende, sono proprio le personalità dei personaggi il punto di forza del romanzo, su tutte spiccano la sognante Mami e la spumeggiante Boonsidik.
C'è un mistero, la ricerca di Mary Anne dei dettagli del suo passato, c'è la volontà di sferzare, con feroce ironia, i tic e le idiosincrasie della società malese.
C'è, fondamentale, torreggiante, l'ambientazione, autentica coprotagonista, perché portatrice di situazioni narrative da risolvere, di prove che i protagonisti delle storie dovranno affrontare.
I dettagli delle storie vanno gustati. Il romanzo ha un inizio lento, ma poi prende e avvince e le sue quasi 300 pagine scorrono senza problemi, lasciando velocemente il rimpianto che sia finito tutto troppo presto, facendoci sperare che i personaggi che abbiamo incontrato tornino in futuro.
Infatti se c'è da sollevare una obiezione, da esprimere perché la soddisfazione è stata alta ma non piena, c'è la netta sensazione che molti succosi dettagli siano lasciati nell'evocato nel non detto.
Va detto che sembra una scelta cosciente dell'autrice. Sembra che la scelta per rendere plausibili l'assurdo e il surreale sia l'imitazione di una precisa dinamica: di quante persone con cui interagiamo sappiamo tutto nella vita reale? Così nel romanzo di ogni personaggio si sa solo quello che serve al momento in cui arriva il narratore, il cui scopo è fissare un momento, non sommergerci di dettagli da lui ritenuti non funzionali. Talvolta si ha l'impressione che qualcosa di più si sarebbe potuto dire.
Il libro in ogni caso è da leggere, ed è una piacevole scoperta.
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