Per il nostro draghetto si tratta del secondo Natale. Molto più ricco del primo, che vedeva raccogliersi attorno alla tana della fantastica creatura ancora ‘pochi’ lettori affezionati. Ma non è della nascita del drago che vogliamo parlare in questo piccolo spazio, pretesto per augurare a tutti i collaboratori e lettori una lieta e serena festività.

Prenderemo a prestito alcuni brani di Dickens, saccheggiando la favola di Natale, che forse più di ogni altra opera letteraria incarna lo spirito natalizio.

“Un Natale allegro! Al diavolo il Natale con tutta l'allegria! O che altro è il Natale se non un giorno di scadenze quando non s'hanno danari; un giorno in cui ci si trova più vecchi di un anno e nemmeno di un'ora più ricchi; un giorno di chiusura di bilancio che ci dà, dopo dodici mesi, la bella soddisfazione di non trovare una sola partita all'attivo? Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto "allegro Natale" in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio nel cuore. Sì, proprio!”

“Ammontati per terra, quasi a formare una specie di trono, si vedevano tacchini, forme di cacio, caccia, polli, gran tocchi di carne rifredda, porcellini di latte, lunghe ghirlande di salsicce, focacce e pasticcini, barili di ostriche, castagne bruciate, mele rubiconde, arance succose, pere melate, ciambelle immani, tazzoni di ponce bollente, che annebbiavano la camera col loro delizioso vapore. Adagiato su cotesto giaciglio un allegro Gigante, magnifico all'aspetto, il quale brandiva con la destra una torcia fiammante, quasi a foggia di un corno di Abbondanza, e l'alzava, l'alzava, per gettarne la luce sulla persona di Scrooge nel punto che questi spingeva dentro il capo dalla porta socchiusa.

- Entra! - gridò lo Spirito. - Entra! e impara a conoscermi, uomo!”

“…perché sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente. Poiché ciechi aveano da essere, meglio valeva che stringessero gli occhi in una smorfia di ilarità, anzi che essere attaccati da qualche male meno attraente. Anch'egli, in fondo al cuore, rideva: e gli bastava questo, e non chiedeva altro”.

Quale che sia il fantasma che in questo momento siede accanto a voi, passato, presente o futuro, che possa trasformare il gelo e il buio nel calore di un sorriso e di una festa per tutti.