“Caro Ralph, questi sono i primi tredici capitoli (170 pagine) del fantasy epico che ti ho promesso, il cui titolo è A Game of Thrones.”
Con queste parole nell’ottobre del 1993 George R.R. Martin presentava al suo agente Ralph Vicinanza il suo nuovo progetto, una trilogia a cui aveva iniziato a lavorare un paio di anni prima. Le foto di una copia fax della lettera, datata 7 dicembre 1993, appena diffuse su internet hanno destato un’enorme curiosità. Da un lato c’è la possibilità di vedere i punti di contatto e le discordanze esistenti fra il progetto iniziale di Martin e i libri effettivamente pubblicati, dall’altro quella lettera contiene quanto meno un enorme spoiler relativo alla sopravvivenza di alcuni personaggi, e fornisce un nuovo elemento circa l’identità della madre di Jon Snow. Ma degli spoiler sui libri non ancora pubblicati parleremo più avanti.
Le foto sono apparse su un account Twitter successivamente bloccato, ma prima della loro sparizione sono state viste da Variety e dal blog Winteriscoming.net. L’autenticità della lettera sarebbe stata confermata da Harper Collins UK, ma anche questa conferma è sparita. Sia Variety che Winteriscoming, però, hanno fatto in tempo a scrivere articoli di commento, il secondo riproponendo anche le foto, e quello che emerge dalla lettera è decisamente interessante.
Ralph Vicinanza è stato l’agente di Martin per molti anni, prima della sua morte nel 2010. È stato lui, fra l’altro, a suggerire a David Benioff di leggere A Game of Thrones, convinto che da quella saga si potesse realizzare un’ottima serie televisiva. Nel 1993 Martin era ben inserito nell’ambiente televisivo dopo alcuni anni trascorsi a lavorare per serie quali Ai confini della realtà e La bella e la bestia e a progettare serie interamente sue, ma i suoi contatti con il mondo della narrativa si erano allentati. L’ultimo romanzo, Armageddon Rag, risaliva al 1983 e a livello commerciale era stato un insuccesso notevole, al punto che in quegli anni George aveva pubblicato solo alcuni racconti e i volumi di romanzi condivisi della serie Wild Cards. Fino a quel momento il genere a cui si era dedicato di più era la fantascienza, con qualche puntata nell’horror e davvero poca fantasy. Normale quindi che, pur conscio dei propri mezzi, lo scrittore fosse tutt’altro che certo di come sarebbe stato accolto il suo nuovo progetto.
La prima idea per la saga, il ritrovamento di alcuni cuccioli di lupo dopo una nevicata estiva, è del 1991. Martin aveva scritto quel capitolo, e poi i successivi, quasi di getto, prima di fermarsi, riorganizzare il tutto e ripartire. All’inizio aveva affiancato alla scrittura del romanzo l’attività di sceneggiatore, all’epoca sperava di riuscire a realizzare una serie televisiva intitolata Doorways, e solo dopo il fallimento del progetto si sarebbe dedicato a tempo pieno alla saga. Chi si lamenta che Martin è lento a scrivere fa un’affermazione vera ma dimentica che anche per il primo romanzo lo scrittore aveva avuto bisogno di cinque anni fra il momento della prima idea e quello della pubblicazione del primo romanzo.
Il progetto iniziale era quello di una trilogia, questo lo abbiamo sempre saputo, così come è nota l’affermazione di Martin che la storia è cresciuta mentre lui la narrava. Ma quanto, e come, è cresciuta? Alcune cose possono essere intuite dalla lettera.
“Quando sarà finito questo diventerà il primo volume di quella che prevedo sarà una trilogia di fantasy epico il cui titolo generale è A Song of Ice and Fire.
Come sai, io non preparo una scaletta per i miei romanzi. Sento che se so esattamente dove il libro si sta dirigendo io perdo ogni interesse nello scriverlo. Ho però alcune idee molto forti riguardo all’intera struttura della storia che sto narrando, e al fato ultimo di molti dei protagonisti del mio dramma.”
Che Martin non scriva delle scalette per le sue opere è cosa ben nota, ed è uno dei motivi per cui la scrittura delle Cronache del ghiaccio e del fuoco si sta protraendo così a lungo. Più volte George ha cambiato idea su quali eventi narrare e sul come narrarli, e i vari cambiamenti si sono trasformati inevitabilmente in riscritture e nella dilatazione del tempo necessario a realizzare ciascun romanzo. D’altra parte ha sempre affermato di conoscere a grandi linee la conclusione fin dall’inizio, così come conosce il destino ultimo dei personaggi principali. Per fare un esempio riguardo alla distinzione fra i due tipi di personaggi in passato ha spiegato di sapere cosa c’è in serbo per Stark e Lannister ma di non aver ancora deciso la sorte di figure secondarie, anche se amate dai lettori, come Edd l’Addolorato. In tempi recenti Martin ha ribadito che anche se la storia si è molto complicata la conclusione è rimasta la stessa.
2 commenti
Aggiungi un commentoDisamina estremamente interessante di questa lettera, che ci presenta ASOIAF allo stadio embrionale. La prima lettura non aveva stimolato grandi riflessioni, ma questa analisi invece mi ha fatto molto pensare a quanto sia fondamentale la riscrittura nel lavoro di Martin. E' piacevole leggere, una volta tanto, un articolo che dimostra una solida conoscenza delle Cronache e della loro storia editoriale. Grazie!
Grazie.
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