“Tyrion Lannister continuerà a viaggiare, a tramare e a giocare il gioco dei troni, eliminando alla fine suo nipote Joffrey, disgustato dalla sua brutalità. Jaime Lannister seguirà Joffrey sul trono dei Sette Regni grazie al semplice espediente di eliminare tutti quelli che lo precedono nella linea di successione e facendo ricadere la colpa degli omicidi su Tyrion. Esiliato, Tyrion cambierà schieramento facendo causa comune con gli Stark ancora vivi per abbattere suo fratello e finendo con l’innamorarsi disperatamente di Arya Stark. La passione, purtroppo, non sarà ricambiata, anche se questo non la renderà meno intensa, e sfocerà in una rivalità mortale fra Tyrion e Jon Snow.”
Nella versione della storia che conosciamo Tyrion ha avuto la possibilità di eliminare Joffrey ma ha preferito non farlo, nonostante tutte le paure e i sospetti di Cersei. Quello che è rimasto è l’accusa ingiusta di omicidio caduta su di lui, anche se nel progetto iniziale Jaime è dipinto in termini molto più negativi rispetto a quanto ha narrato in seguito Martin. Sorprendente è invece l’informazione relativa a un ipotizzato triangolo amoroso con Tyrion che prova a inserirsi fra Jon e Arya. Nei romanzi, ricordo, Tyrion viene obbligato a sposare la sorella di Arya, Sansa, visto che la più giovane delle sorelle Stark risulta dispersa, e si affeziona a lei anche se Sansa continua a vedere in lui solo uno degli odiati Lannister e non una persona.
Le sette righe successive sono cancellate e non c’è modo di sapere cosa dicevano, al di là del fatto che delineavano elementi della trama del secondo romanzo.
“Spero che troverai qualche editore che sarà eccitato riguardo a tutto questo quanto lo sono io. Sentiti libero di diffondere questa lettera con chiunque può essere interessato a sapere come proseguirà la storia.”
Il testo si chiude con i saluti e con la firma, George R.R. Martin.
Tre pagine dattiloscritte in cui si ritrovano molte delle affermazioni che Martin avrebbe fatto in seguito, dal desiderio di uccidere personaggi importanti tenendo così il lettore sempre con il fiato sospeso all’affermazione frustrante che lo scrittore non prepara scalette, il che inevitabilmente allunga i tempi di scrittura dei romanzi, alla consapevolezza che ha bene in mente quale sarà il suo punto di arrivo. George traccia una trama in tre volumi, ciascuno incentrato su un diverso pericolo più grande rispetto al precedente, ma il lettore non può non notare che quello che avrebbe dovuto essere il primo volume alla fine si è trasformato in una serie di tre romanzi. Molti elementi sono rimasti gli stessi, molti altri sono stati modificati, con ciascuna modifica che ha comportato l’aumento del numero dei personaggi, il formarsi di un intreccio sempre più complicato ma anche una maggiore solidità della trama e una maggiore drammaticità degli eventi.
Martin ha iniziato a lavorare sulle Cronache del ghiaccio e del fuoco nel 1991. La lettera è del 1993, il primo romanzo, A Game of Thrones, del 1996. Chi si lamenta dei lunghi tempi che sono stati necessari a Martin per scrivere gli ultimi romanzi – sono trascorsi cinque anni fra A Storm of Swords e A Feast for Crows, sei fra A Feast for Crows e A Dance with Dragons e nonostante siano trascorsi quasi quattro anni dal quinto romanzo sappiamo con certezza che The Winds of Winter non sarà pubblicato nel 2015 – forse non sa che fin dall’inizio questi libri hanno avuto una gestazione molto lunga, e sottovaluta quali debbano essere le difficoltà insite nel portare avanti una trama tanto complicata.
Probabilmente in questo momento lo scrittore sarà furibondo per una fuga di notizie che ha comportato spoiler su eventi che deve ancora narrare, non tanto l’ipotizzato triangolo amoroso che vede al centro Arya che potrebbe anche non essere più in programma, quanto l’identità di coloro che sopravviveranno agli eventi. È comunque uno scrittore abbastanza esperto e convinto delle proprie idee da sapersi rendere conto dei rischi insiti nel modificare una storia solo per discostarsi da quanto narrato da queste pagine. Non solo, fin da quando si è reso conto che la serie televisiva Il trono di spade sarebbe giunta alla conclusione prima che lui riuscisse a portare a termine i romanzi, deve essere in qualche modo giunto a patti con la consapevolezza che alcuni eventi della saga sarebbero stati anticipati da altre persone.
La lettera fa effettivamente alcuni spoiler e può togliere un po’ di suspense alla storia che leggeremo, ma forse il suo effetto più grande è quello di suscitare ammirazione per il modo in cui la saga si è evoluta a partire da un nucleo decisamente più scarno. Martin sarà anche uno scrittore lento, ma pur con tutte le differenze nella trama quella che sta realizzando è esattamente l’opera epica che sognava tanti anni fa.
2 commenti
Aggiungi un commentoDisamina estremamente interessante di questa lettera, che ci presenta ASOIAF allo stadio embrionale. La prima lettura non aveva stimolato grandi riflessioni, ma questa analisi invece mi ha fatto molto pensare a quanto sia fondamentale la riscrittura nel lavoro di Martin. E' piacevole leggere, una volta tanto, un articolo che dimostra una solida conoscenza delle Cronache e della loro storia editoriale. Grazie!
Grazie.
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