La Principessa e la Regina è il primo volume in cui è divisa la versione italiana dell'antologia Dangerous Women, vincitrice del World Fantasy Award nel 2014, curata da George R.R. Martin e Gardner Dozois.
Le "storie di altre donne pericolose" sono scritte da un gruppo folto e prestigioso di autori e autrici. Nel primo volume italiano troverete lo stesso Martin e poi Joe Abercrombie, Megan Abbott, Cecelia Holland, Melinda Snodgrass, Jim Butcher, Carrie Vaughn, Joe R. Lansdale, Megan Lindholm (ossia Robin Hobb) e Lawrence Block.
Nel prossimo volume, promesso per giugno 2015, troverete Brandon Sanderson, Sharon Kay Penman, Lev Grossman, Nancy Kress, Diana Rowland, Diana Gabaldon, Sherrilyn Kenyon, S. M. Stirling, Sam Sykes, Pat Cadigan e Caroline Spector.
L'ordine dei racconti è quello dell'antologia originale. L'unica deroga a tale ordine è la presenza del racconto di Martin La Principessa e la Regina, come primo anziché ultimo.
Molti ritengono che i curatori delle antologie non dovrebbero presentare dei loro racconti in tali volumi. Martin è uno scrittore vero, che non ha certo bisogno di inventarsi un'antologia per presentare un proprio racconto. Ma è anche un curatore di lungo corso che mira a valorizzare gli scrittori che chiama a raccolta. Infatti si riserva l'ultimo posto, come ciliegina sulla torta se volete.
Tale spirito si perde nell'antologia italiana, non solo con il posizionamento del racconto all'inizio, ma anche attribuendo al volume il titolo dello stesso.
Scopo evidente dell'edizione italiana è attirare i lettori che hanno scoperto Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, magari anche solo con la serie TV Il Trono di Spade, dando quasi l'impressione opposta, ossia che si tratti di un racconto di Martin, al quale vengono affiancati racconti di altri autori.
La copertina italiana, non riporta i nomi degli autori dei racconti, al contrario della cover originale, dove almeno erano presenti quelli ritenuti più significativi al fine di attirare lettori verso l'antologia. Inoltre, propone come illustrazione un'arma con uno sfondo di montagne innevate, chiaramente ispirata ai paesaggi del Nord di Westeros, a differenza della più neutra originale.
Sono scelte diverse, legate a realtà di mercato diverse.
È importante sapere che l'antologia non è composta di soli racconti fantasy o fantascientifici, ma anche mystery, storici, horror e paranormal romance. Inoltre scoprirete che alcuni degli autori, noti nel mondo della fantastico, si sono cimentati in territori per loro inconsueti, con l'obiettivo di seguire la principale direttiva imposta dai curatori: affrontare il tema delle "donne pericolose".
Dopo l'introduzione di Gardner Dozois quindi, in questo volume è subito Martin ad aprire le danze, e la metafora non è scelta a caso, perché la vicenda di La principessa e la regina si svolge circa due secoli prima della storia narrata nelle Cronache e racconta la terribile guerra civile che dilaniò la famiglia Targaryen alla morte del re Viserys, nota appunto come "La danza dei draghi". Parte di questo racconto è già stato anticipato nell'estate 2014 dalla rivista Wired.
Lo stile narrativo è un misto di un libro di storia mescolato al racconto epico. Un resoconto di eventi complessi, dei quali il narratore della vicenda non si limita a dare una descrizione, ma in alcuni casi li giudica, li valuta come fa lo storico.
I personaggi coinvolti sono tanti. A mio giudizio troppi persino per un racconto di quasi 250.000 battute (spazi compresi) che a tutti gli effetti lo rendono un romanzo breve detto anche novella.
L'impressione netta è che ci sia materiale che, se scritto in forma narrativa anziché semplicemente raccontato, per almeno un paio di romanzi da un milione di battute. Ho fatto riferimento alle lunghezze in battute perché ho letto il volume in formato elettronico, in versione cartacea la novella di Martin consta di 103 pagine.
Nonostante la confusione iniziale, quando poi lo sfoltimento dei personaggi inizia, drammatico e rapido, con un ritmo incalzante, emerge la forza del racconto. Una storia di lotta per il potere, che vede contrapposte due fazioni, comandate da due donne pericolose dotate di grande leadership, la principessa Rhaenyra e la regina Alicent. Una vicenda nella quale non ci sono buoni o cattivi, non ci sono eroi. Alle immagini di forte impatto visivo ed emotivo, sangue, fuoco, grandi draghi che si scontrano in cielo e producono grandi devastazioni in terra, Martin riesce ad accostare con grande efficacia un campionario di umane miserie.
4 stelle.
Usciamo dalla fantasy (ma non troppo), ma rimaniamo in un territorio che per lungo tempo con la fantasy ha condiviso il tono epico con il quale sono state raccontate le sue storie: il vecchio West. A portarci in questo mondo è Joe Abercrombie, con Desperado. Qui siamo nella dimensione del racconto circoscritto di un evento, concentrato su una idea forte, un episodio compatto nell'unità di tempo, luogo e azione.
Conosciamo Shy, la protagonista del racconto e del romanzo Red Country, in un momento di estrema crisi, mentre inseguita da tre uomini deve lottare per la vita.
La storia ha un pregresso. Quello a cui assisteremo è solo la cornice circoscritta di un mondo più ampio, dal quale la protagonista proviene, e nel quale rientrerà dopo. Gradualmente, attraverso l'interazione di Shy con gli altri personaggi conosceremo meglio il suo passato, le sue motivazioni e gli eventi che hanno portato alla situazione contingente. Conosceremo anche gli altri attori del dramma, sempre attraverso il punto di vista di Shy.
L'atmosfera, cupa e cruda, è quella del western crepuscolare, tra Sergio Leone e Sam Peckinpah. Un western nel quale non ci sono manichee divisioni tra buoni e cattivi, tra eroi e criminali, nel quale le leggende nascono per caso, nascondendo una realtà umana che è in realtà molto diversa, nella quale una ragazzina spaventata può diventare una feroce fuorilegge.
Un racconto meritevole di essere letto.
3 stelle.
O il mio cuore è spezzato di Megan Abbott è un racconto che evoca la triste attualità. La piccola Shelby è sparita. La madre Lorie grida al rapimento, e il padre Tom (punto di vista del racconto) è combattutto tra la fiducia nella donna che ha sposato e i dubbi degli inquirenti, che non sono convinti della versione dei fatti della donna. Un thriller psicologico, fatto di immagini di piccola quotidianità, di scoperte e rivelazioni improvvise che porteranno a una verità imprevedibile. O forse no? Forse i segnali sono già visibili a una lettura attenta. Un altro pregevole racconto, che non lascia indifferente sia per il tema trattato che per lo sviluppo, che lo fa bere tutto di un fiato.
5 stelle.
La canzone di Nora di Cecilia Holland non è un cattivo racconto, ma neanche qualcosa che resti dopo la lettura. Si tratta di un racconto storico, che ha per protagonista Nora, una degli otto figli dei reali d'Inghilterra Enrico II ed Eleonora d’Aquitania. Una giovane donna quando la conosciamo nel racconto, che la storia ricorderà come Leonora Plantageneta o Eleonora d'Inghilterra o d'Aquitania.
Il racconto è uno spaccato di "normale" vita familiare in una famiglia che di normale aveva ben poco, se comprendiamo che si parla di un personaggio che aveva per fratelli, tra gli altri, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra.
Un gioco del trono, ma quello vero.
Il frammento narrativo descritto dalla Holland ha un inizio, un momento centrale di crisi e una sua risoluzione e si legge con scorrevolezza. Ma non presenta guizzi, rovesciamenti narrativi o caratterizzazioni dei personaggi particolarmente accattivanti.
3 stelle.
Le mani che non c'erano di Melinda Snodgrass è una space opera. In un'ambientazione che potrei definire uno Star Trek reazionario, il giovane ufficiale Tracy Belmanor incontra in un bar un misterioso sconosciuto che gli narra una storia che ha dell'incredibile. Le donne pericolose in realtà sono due in un certo senso: una si chiama Mercedes, la storia d'amore impossibile di Tracy, l'altra è quella del racconto dello sconosciuto, l'aliena Samarith, che porterà l'uomo al centro di un intrigo più grande di lui.
La Snodgrass ha lavorato per Star Trek: The Next Generation, e questa storia ha in comune con quell'universo narrativo molte analogie di costruzione. Il racconto riesce sia a narrare le vicende dei personaggi, sia a usare di tale costruzione tutti gli elementi necessari alla storia, spiegandoli in sintesi, senza infodump ma inserendoli fluentemente nella narrazione.
Anche in questo caso di originale c'è poco, ma il racconto intrattiene e lascia la curiosità di saperne di più dei personaggi e dell'ambientazione. Per certi aspetti è il suo vero limite.
3 stelle.
La conchiglia esplosiva di Jim Butcher è a pieno titolo inserito nella saga The Dresden Files, inedita in Italia, ma così famosa all'estero da aver avuto una serie TV nel 2007. Si tratta di vero urban fantasy, le storie di un mago investigatore, Harry Dresden, in puro stile hard boiled. Per eventi spiegati nell'introduzione al racconto, la protagonista del racconto è la giovane assistente di Harry, di nome Molly.
Il vero limite alla piena fruizione di questo pezzo di universo narrativo è proprio dovuto alla non reperibilità in Italia dei romanzi di Butcher. Si tratta altresì di un racconto con un episodio molto circoscritto, i cui dettagli ometto per non anticipare troppo, nel quale agiscono insieme a Molly altri interessanti personaggi, come la licantropa Andi. Un intreccio che sarebbe già complicato in un noir classico, diventa ancora più complesso con l'aggiunta e il pieno utilizzo delle potenzialità del fantastico.
La storia è però situata in un momento talmente cruciale del ciclo di Harry Dresden che la sua ottima costruzione costituisce un rimpianto, quello di non poter leggere nulla se non rivolgendosi al mercato estero. Un vero peccato.
4 stelle.
Raisa Stephanova di Carrie Vaughn è un racconto di guerra. Narra la storia (autentica) delle donne pilota caccia russe durante la Seconda Guerra Mondiale, in termini romanzati. Raisa, la protagonista, è ispirata a Raisa Vasilyevna Belyayeva. La Vaughn, in Italia vista solo nel primo volume di Wild Cards, ricorda con rispetto la storia del contributo di sangue dell'Unione Sovietica alla II Guerra Mondiale, evocando, anche se mai mostrando, un'altra figura di donna pilota: Lidija Litvjak.
Il racconto mescola bene tensione emotiva e approfondimento dei personaggi, narrazione delle emozioni, della forza di volontà, dei sentimenti, con l'aggiunta, che non guasta, di scene di combattimento aereo molto immersive.
4 stelle.
L'introduzione a Battere Jesus di Joe R. Lansdale, ci promette "la regina delle cattive", un personaggio che "se un prete la vedesse per strada tornerebbe a casa a tagliarsi la gola". In realtà il punto di vista del giovane protagonista Marvin porta più il racconto in un dominio già noto dell'opera dello scrittore texano, ossia le storie di formazione.
Le difficoltà di Marvin nel difendersi dai bulli lo portano fortunosamente a imbattersi in un vecchio molto caparbio: Danny Bacca, alias X-Man, ex lottatore di wrestling, con una questione aperta con un altro lottatore, anche egli ovviamente di età avanzata, Jesus la Bomba. La causa scatenante è la donna descritta nel modo pittoresco di cui sopra, Felina Valdez, ma che in realtà è il personaggio meno dettagliato del racconto. Vero fulcro della vicenda, e suo punto di forza, è l'interazione tra Marvin e Danny. Una sorta di mutuo soccorso: Danny insegna a Marvin come difendersi, al contempo il vecchio si allena per il duello con Jesus, un rituale che si ripete da anni, una volta ogni cinque anni.
Quale sarà l'esito della vicenda lo scoprirete, tutto sommato in modo non banale, leggendo il racconto che vale ogni minuto della lettura. Si tratta in ogni caso di una furbata da parte di Lansdale, che usa il tema della donne pericolose come un pretesto per altro.
3 stelle.
Vicine di casa di Megan Lindholm (nota anche come Robin Hobb) è stupendo. Non saprei definirlo in altro modo.
Anche qui l'anzianità, anzi la vecchiaia è parte della vicenda. L'anziana Sarah è l'unica persona che sembra rendersi conto, inascoltata, che la sua amica Linda ha bisogno di aiuto. Il figlio, la polizia, nessuno sembra crederle. In una storia che è allo stesso tempo noir e di scavo nei sentimenti, nella tristezza di chi vede il suo corpo e forse la sua mente decadere. Ma il rovesciamento di prospettiva è sempre in agguato e scoprirete che nulla è come sembra.
La Lindholm conferma la sua grande abilità di gestire un intreccio appassionante, unito a un approfondimento dei personaggi senza pari. Un racconto che è un autentico gioiello.
5 stelle.
Se l'incipit di Me le so scegliere di Lawrence Block fa pensare a un hard boiled di stampo classico, per non dire stereotipato, proseguite nella lettura.
La vicenda di Gary irretito dalla bella Claudia vi sorprenderà, facendovi entrare nei meandri di una vicenda drammatica, descritta con crudezza e con sintesi efficace, senza enfasi, ma senza neanche lasciare molto all'immaginazione. Sesso, violenza e dramma s'intrecciano in modo non pretestuoso, per un racconto che lascia il segno. Non posso dirvi altro.
4 stelle.
In conclusione che dire?
Nessuno dei racconti dell'antologia è meno che buono. Nessuno.
Un'antologia è un ricco menu. Ognuno sceglie il piatto preferito, pertanto le vostre scelte potranno divergere dalle mie. Poco importa.
Importa invece che nel volume si coglie con chiarezza il tocco uniformante della curatela, della rispondenza al tema lanciato da Martin e Dozois. Tutti i racconti sono caratterizzati da una solida struttura narrativa, basata su un incipit forte e accattivante, uno svolgimento che avvolge il lettore, uno o più momenti di crisi, seguiti da una risoluzione.
Si tratta di narrazione autentica, non di sperimentazione letteraria, solida.
Una lettura appagante.
Pertanto l'antologia va consigliata a tutti gli amanti la buona narrazione. Inoltre, se è vero che molti acquirenti saranno invogliati dalla presenza della novella di Martin, troveranno in tutti gli altri racconti del volume una così buona qualità da essere incoraggiati anche all'acquisto della seconda parte, della quale attendo fiducioso l'uscita.
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