A Brooklyn vige una legge non scritta tra i bar gestiti dalla malavita. Il flusso di denaro illegale ogni notte è così tanto che, per forza, deve andare a finire da qualche parte, dove può essere raccolto in sicurezza e poi prelevato. Questo è il compito dei locali della mala che, a turno, senza mai una data precisa, diventano dei drop, depositi di denaro sporco. Marv, però, che si è visto prendere anni prima il proprio bar, non ci sta più, nonostante Bob, il barman, cerchi di fargli capire che mettersi contro certa gente non è una grande idea. Bob è un uomo che tiene sempre un basso profilo sul lavoro quanto nella vita, fino a quando una sera non trova un cucciolo di pitbull ferito nel cassonetto di Nadia, una ragazza dal passato difficile, e decide di prenderlo con sé. Quando però l’ex pazzo e psicopatico di Nadia ritorna in scena con assurde pretese su di lei e sul cane, Bob si trova a dover scegliere se rimanere ancora fuori dai giochi o agire.
Chi è senza colpa è un noir all’apparenza semplice che si poggia su tre solidi pilastri. Il primo è la storia, tratta da un racconto di Dennis Lehane, già autore di romanzi da cui sono stati tratti film come Mystic River, Gone Baby Gone e Shutter Island, riesce ad essere in parti uguali trattenuta ed esplosiva, grazie anche alle scelte registiche di Michael R. Roskam. La periferia di Brooklyn, un mondo in bilico tra degrado e quartiere popolare, viaggia a pari passo con i personaggi, tutti con un passato che li pone fatalmente sull’orlo dell’abisso. Marv deve decidere se continuare la sua vita da galoppino della mala o alzare la testa e dare una svolta, lasciandosi alle spalle un’esistenza nella quale sente di non aver vissuto. Nadia deve capire se vuole ancora fidarsi di un uomo, e Bob se vale la pena sacrificare la propria tranquillità morale per la salvezza di chi ama.
Gli attori, James Gandolfini (I Soprano), Tom Hardy (The Dark Knight Rises) e Noomi Rapace (Millennium Trilogy) sono il secondo pilastro del film, perfetti nel non svelare mai nulla di più del necessario sul proprio personaggio. In particolare Tom Hardy/Bob riesce a mostrare un’inquietudine che vibra quasi sotto pelle, rendendo allo spettatore impossibile capire chi stia guardando fino all’epilogo.
Il terzo cardine della pellicola è il ritmo, lento da principio, che si prende il tempo per mostrare il mondo in cui vivono i personaggi, e diventare sempre più incalzante dopo la prima rapina al bar, con l’arrivo dell’ex di Nadia, ed infine nella notte del Super Bowl, quando il bar di Marv diventa il Drop. L’epilogo è un pacco confezionato alla perfezione che chiede allo spettatore solo un po’ di pazienza prima di essere scartato.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID