L’adolescente Quinn Brenner ha da poco perso la madre e, con la speranza di comunicare con lei, si rivolge alla sensitiva Elise. La donna però la mette in guardia poiché, quando si cerca di comunicare con i morti, si può entrare in contatto con degli spiriti malvagi che mirano a impossessarsi del corpo dei vivi. Quinn inizia ad avere delle strane visioni che le provocano un gravissimo incidente stradale. Costretta nel proprio letto a causa delle gambe fratturate, riceve la visita dallo spirito di un uomo il cui viso è nascosto da un respiratore da ospedale, minacciando di ucciderla. Solo Elise, chiamata dal padre di Quinn ormai disperato, può salvarla recandosi nell’Altrove e riportare indietro l’anima della ragazza.
Prequel di Insidious, questo terzo capitolo racconta ciò che è accaduto prima dei fatti che hanno coinvolto la famiglia Lambert, portando in scena sempre la sensitiva Elise e il suo dono di riuscire ad andare nell’Altrove, il mondo di tenebra infestato da spiriti malvagissimi, e salvare i vivi braccati dai morti. Leigh Whannell, che si è fatto un nome soprattutto per avere creato insieme a James Wan la saga di Saw l’enigmista, è qui regista e sceneggiatore. Se però il primo film della saga poteva contare su una storia abbastanza originale, in Insidious 3 la vena dell’ispirazione pare essersi esaurita di brutto. Non aiutano a dare un po’ di dignità al tutto, o per lo meno a creare l’atmosfera, né il budget evidentemente risicato - basti pensare che il terrificante Altrove non è altro che il condominio in cui è ambientato tutto il film con qualche luce in meno - né le scelte di regia. Come si fa a pretendere di fare ancora paura con mostri che appaiono sullo sfondo dell’inquadratura, primi piani strettissimi sui protagonisti che non osano voltarsi verso il fantasma di turno, o braccia scheletriche che appaiono dal buio? Neppure mettere la solita Scream Queen bella e che ha da poco raggiunto la pubertà aiuta, e qualche battuta tra Elise e lo spirito che la perseguita, e i due inetti acchiappafantasmi non sono abbastanza per cambiare il tono serioso della pellicola. L’unico obiettivo raggiunto da Insidious 3 è di torturare lo spettatore andato al cinema mosso dalla speranza di spaventarsi almeno un po’. Noia mortale.
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