Come ti trovi a lavorare a fianco di un regista cinematografico? Quanto è diverso dalla scrittura solitaria?
Come è capitato di scrivere sul mio blog, lavorare accanto a una mente come LaMolinara ti riprogramma il cervello. Inizi a guardare il mondo con l’occhio della telecamera, con i tempi del montaggio, secondo gli spazi della logistica di produzione. Riguardo alla sceneggiatura, per fortuna la mia scrittura è sempre stata abbastanza “visiva”. Sicuramente stendere uno script per un film “di genere” porta questo approccio stilistico alle estreme conseguenze. La buona e vecchia brevitas.
Per quanto riguarda il resto del cast: avete già selezionato i protagonisti per il progetto? Quali criteri sono stati seguiti nella selezione degli attori?
Nella sceneggiatura del teaser rientrano sette dei personaggi dei romanzi, tra cui la protagonista Iskìda, il suo cane “Ino” e la sua mentore: Lianda. Essendo Iskìda e la sua antagonista Jasme molto giovani, abbiamo preferito scovare tra i nuovi talenti i visi e le attitudini che più le rispecchiavano. Per Iskìda, la giovane Veronica Obinu si è imposta subito nel nostro immaginario come il volto e il portamento perfetti per il ruolo. Altra difficoltà è stata trovare un convincente Ino. Nel romanzo, il cane è un molosso di dimensioni notevoli, ispirato alla razza sarda del Pastore Fonnese. Per il film abbiamo scelto però di rinunciare al fattore stazza e di puntare al carattere non facile ma puro del vero Fonnese, selvaggio e iper-protettivo nei confronti della sua “padrona”. Il cane si chiama Astula ed è un magnifico esemplare addestrato, nero, proprio come Ino. Per il ruolo di Lianda infine siamo felici e onorati di avere con noi Caterina Murino.
Ci sono delle caratteristiche che hai ritenuto irrinunciabili durante il casting? In cosa ti hanno colpito gli attori?
Il casting è un’operazione al tempo stesso divertente e molto delicata, perché a ogni candidato deve essere data la possibilità di mostrare le proprie potenzialità, per quanto magari inadatte al ruolo. Perciò posso dire che spesso la scelta è una questione istintiva, alchemica: Iskìda è stata Veronica, da subito. Per alcuni personaggi la scelta mia e di LaMolinara è stata più difficile, ma in linea di massima quando il candidato giusto si presenta te ne accorgi immediatamente, tanto che fargli provare la parte risulta quasi una formalità.
Prevedi di tornare spesso sul set?
Prevedo, se tutto andrà bene, di passarci almeno il tempo necessario per dare alla luce il progetto del teaser. Il futuro oltre questo obiettivo è pura speculazione.
Per quanto riguarda i tuoi lavori futuri come scrittore: in estate dovrebbe uscire Shardan – Dal bronzo e dalla tenebra, presso Acheron Books, cosa puoi dirci di questo nuovo romanzo? Come è nato? Come pensi sarà accolto dai tuoi lettori?
Dopo Iskìda non era mia intenzione scrivere ancora di Sardegna, tanto meno in chiave fantastica. Ho diversi altri pet projects a cui tengo, molti diventati già pitch all’attenzione di varie realtà editoriali. Fatto è che Acheron mi ha proposto l’idea di scrivere un fantasy storico calato nell’antichità dell’Isola e, vista la validità e l’ambizione della loro linea editoriale e della loro scuderia di autori – Luca Tarenzi in primis – non ho potuto rifiutare la sfida. Shardan sarà accolto forse in maniera problematica da un certo tipo di lettori sardi (non sto qua a spiegarvi, ne ho parlato qui), ma spero con la giusta curiosità dai lettori “di genere” che mi hanno seguito con Iskìda e Multiverse Ballad. Vedremo.
Intanto vi proponiamo una gallery di immagini dal set, che Andrea ci ha gentilmente fornito.
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E noi aspetteremo aggiornamenti. Buona fortuna, Andrea!
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