Con I misteri del Sacro Bosco di Bomarzo Valentina Evangelista si propone di fornire ai giovani lettori un percorso originale in uno dei luoghi più affascinanti della nostra penisola grazie alla sua commistione fra arte, natura, simbologia e gusto per il sorprendente. La storia del Sacro Bosco, o Parco dei mostri, viene spiegata ad Aldo, uno dei protagonisti, da una delle sfingi che custodiscono l’ingresso del parco stesso, con alcune rapide informazioni che danno il via a un viaggio fantastico.
La storia era iniziata nella casa di un nonno artista, fra vecchi oggetti e bauli polverosi, quando un quadro si era trasformato in una porta magica capace di condurre i fratelli Fiammetta e Aldo, sei e dieci anni, in un altro luogo. Nel fantasy l’uso di portali di vario genere per consentire ai personaggi di viaggiare fra i mondi è piuttosto frequente, e anche se in questo caso il mondo di partenza e quello di arrivo sono lo stesso il fantastico irrompe comunque fra le pagine. Le statue infatti appaiono dotate di vita e di una propria personalità, e schierate su fronti opposti in una battaglia che si protrae da secoli per colpa dell’influsso del malvagio Asmodeo, capace di scagliare un sortilegio sul parco e di portarvi discordia.
Dal momento in cui scopre del maleficio Aldo si ritrova impegnato nella lotta fra statue con in palio oltre al destino del parco la sorte della sorella.
Lo spunto narrativo è piuttosto semplice ed è trattato in modo lineare, con Aldo che incontra via via i vari personaggi e li interroga per scoprire come fare per ritrovare Fiammetta e cancellare la maledizione che grava sul parco. Se a un lettore adulto le sue avventure spesso sembrano più una serie di piccole scene isolate che tappe di un’avventura più grande, per i lettori più giovani le pagine si rivelano ricche di magia e di mistero, con un susseguirsi di azione che tiene sempre desta l’attenzione. Pur se tratteggiati rapidamente i personaggi suscitano simpatia e consentono quell'immedesimazione che rende le loro vicende vicine a chi le legge, specie se la lettura è accompagnata da una conoscenza reale del parco stesso.
Il testo è accompagnato da una manciata di fotografie ma soprattutto dalle illustrazioni di Emanuele Carosi, il cui tratto semplice viene arricchito da colori vivaci. Un equilibrio riuscito quello fra testo e immagini che dona vita alle sculture e ottiene il risultato sperato dagli autori, quello di incuriosire chi non ha ancora visitato il Sacro Bosco o di far nascere il desiderio di tornarvi in chi vi è già stato.
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