Ci sono due punti fermi nella moderna storia del film supereroistico: X-Men di Bryan Singer del 2000 e Spider-Man di Sam Raimi nel 2002.
Il loro grande successo ha stimolato l'appetito sia della Marvel che della DC nel sfruttare il suo parco di personaggi.
Se il primo è ancora nel business, rimanendo come produttore per gli altri film, dopo aver diretto X2, e poi tornando come regista, prima con X-Men: Giorni di un futuro passato e poi, con X-Men: Apocalypse attualmente in produzione, Sam Raimi dopo Spider-Man 3 ha abbandonato il franchise, sia per gli scarsi risultati di pubblico e critica, sia per divergenze con la Sony sulla prosecuzione.
Il resto è storia relativamente recente, dopo due film diretti da Marc Webb che sono andati al di sotto delle aspettative, l'accordo tra Marvel Studios e Sony ha portato a un nuovo reboot della saga ragnesca, con Tom Holland nel ruolo di Peter Parker e Jon Watts che dirigerà il film che andrà in sala nel 2017.
Ma prima Spidey sarà uno dei personaggi di Captain America: Civil War, attualmente in lavorazione.
Ma cosa ne pensa l'uomo che aveva il sogno di portare Spider-Man al cinema e lo ha concretizzato in tre film?
In una intervista a MTV Raimi è stato molto diretto sia sui film di Marc Webb che sul progetto di remake.
"Li ho visti entrambi (riferito ai film di Webb) e sono grandi. Sono davvero contento che la Marvel lo riporti al liceo. Penso sia una bella rinfrescata ed è il mio periodo preferito dei fumetti di Spider-Man. Le difficoltà di superare il liceo era una cosa davvero unica per un supereroe. È unica come tutto ciò che riguarda Spider-man, pertanto che lo vadano ad approfondire è una cosa molto emozionante."
Una bella presa di posizione per il regista che, dopo due ottimi film su Spider-Man, prese uno scivolone, ammesso da lui stesso un paio di anni fa in una intervista a Nerdist.
Raimi definì il film "pessimo", senza tanti giri di parole.
In quella occasione ammise che gran parte dei problemi di Spider-Man 3 furono dovuti a uno scarso amore per alcuni dei personaggi da parte sua, un disinteresse che neanche la professionalità riuscì a superare.
Che Raimi, che non ha alcuna voce in capitolo nella nuova produzione voglia comunque dire la sua, come un fan tra i fan, rimane comunque legittimo.
Noi seguiremo anche cosa farà la nuova direzione creativa.
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