La ragazza nello specchio è la seconda delle due parti in cui Mondadori ha suddiviso l’antologia Dangerous Women curata nel 2013 da George R.R. Martin e Gardner Dozois. Un’antologia cross-genere, nella quale autori affermati sono stati chiamati a dare il loro contributo con storie accomunate non dal genere di appartenenza ma dalla presenza al loro interno di una figura femminile pericolosa. La prima parte, intitolata La principessa e la regina, è stata pubblicata da Mondadori all’inizio del 2015. Potete leggere la nostra recensione qui:

La principessa e la regina

La principessa e la regina

Articolo di Emanuele Manco Lunedì, 30 marzo 2015

Leggi

La seconda, giunta in libreria qualche mese più tardi, mantiene la stessa struttura con i vari generi mescolati fra loro, anche se il fantastico occupa uno spazio maggiore.

Ombre per Silence nelle Foreste dell’inferno di Brandon Sanderson. Fantasy, ****

Non accendere fuochi, non versare il sangue altrui, non correre nottetempo. Sono le poche, semplici regole che i coloni devono rispettare se vogliono evitare di attirare le ombre. Peccato che a volte le regole vadano infrante se si vuole provare a sopravvivere, anche se si è consapevoli che per ogni infrazione poi si debba pagare il prezzo.

Un gruppo di banditi, un cacciatore di taglie e una foresta infestata da creature mortalmente pericolose sono i semplici elementi con cui Sanderson costruisce una storia originale ricca di tensione e di colpi di scena.

Una regina in esilio di Sharon Kay Penman. Storico, ***

Quella di Costanza d’Altavilla, vissuta nella seconda metà del XII secolo, era un’epoca in cui le donne dovevano adeguarsi alla volontà del marito, indipendentemente dai loro desideri. E se, come nel caso di Costanza, il marito è anche il sovrano, disobbedire al suo volere è impossibile, anche quando questo comporta enormi rischi e sacrifici. Una vera regina però è sempre in grado di affrontare le difficoltà a testa alta e se ha abbastanza fantasia e determinazione può riuscire a fornire al marito un aiuto importantissimo e insperato.

Nonostante la buona ricostruzione dell’epoca la storia è un po’ monocorde e priva di una vera vitalità.

La ragazza nello specchio di Lev Grossman. Fantasy, ***

Alcuni alunni di una scuola di magia decidono di punire un allievo più giovane per quello che ai loro occhi è un grave affronto.

Lo spunto iniziale è piuttosto banale, con la parte dedicata alla costruzione dell’ambientazione e alla pianificazione poco significativa. Dal momento in cui sembra che la protagonista voglia concludere quel che ha iniziato, però, un susseguirsi di trovate alza il tono di un racconto in cui alla fine gli elementi disseminati lungo la strada si ricompongono fino a formare un quadro convincente.

Seconda arabesque, con delicatezza di Nancy Kress. Postapocalittico, ****

In un mondo in rovina, in cui la natalità è drasticamente calata, la civiltà è scomparsa e le persone si riuniscono in branchi nomadi perennemente a caccia di cibo e di un rifugio sicuro, la prima preoccupazione è la sopravvivenza. Ma cosa accade quando una scoperta accidentale spinge qualcuno a rendersi conto che sopravvivere non significa vivere? Pur senza rifarsi esplicitamente alla famosa all’affermazione di Oscar Wilde “Possiamo indulgere verso un uomo che abbia fatto qualcosa di utile, purché non l'ammiri. Ma chi ha fatto una cosa inutile può essere scusato solo se egli la ammira enormemente. Tutta l'arte è completamente inutile" i personaggi della Kress si trovano a dover fare i conti con il rapporto fra ciò che è utile e ciò che è bello, e in situazioni estreme la risposta a questa domanda può essere una questione di vita o di morte.

Una città da resuscitare di Diana Rowland. Noir, ****

In una New Orleans devastata dall’uragano Katrina che sta faticosamente cercando di riemergere dalle sue ceneri il capitano Danny Faciane indaga su alcuni omicidi e cerca di ottenere il meglio per sé anche se questo significa farsi coinvolgere in situazioni non particolarmente legali. Quando però si innamora di una spogliarellista le cose si complicano parecchio.

Un racconto solido, duro e spietato come i personaggi che lo animano.

Vergini di Diana Gabaldon. Storico, ***.

Incentrato su un giovane James Fraser che tre anni più tardi, nel 1743, diventerà il protagonista maschile di La straniera, primo romanzo della serie Outlander. In fuga dagli inglesi, che hanno saccheggiato la sua residenza e provocato la morte del padre, Jamie si vede costretto a unirsi a una banda di mercenari che proteggono le carovane. Inutile dire che l’incarico che si trova a svolgere nasconde non poche insidie.

Per quanto Outlander presenti l’elemento fantastico dei viaggi nel tempo questo prequel si attiene rigorosamente a un’ambientazione storica ben costruita. Nel bilancio fra svolte sorprendenti e situazioni poco convincenti alla fine risulta un buon prodotto ma nulla di folgorante.

L’inferno non ha furia di Sherrilyn Kenyon. Fantastico, ***.

Quattro amici si recano in una città fantasma per trovare il tesoro nascosto al suo interno, senza sapere che troveranno tutt’altro.

Il racconto è giocato su due piani temporali, quello del presente e quello del passato che ha trasformato la città in ciò che vedono i protagonisti della storia. Interessante, ma con una soluzione un po’ troppo facile.

La sentenza di S.M. Stirling. Postapocalittico, ***.

Superata la fase più critica del crollo della civiltà come la conosciamo noi dovuta al fermarsi delle macchine, i sopravvissuti sono impegnati a costruire una nuova civiltà.

Il ritmo è pacato, la catastrofe mondiale così come l’evento che dà vita al racconto sono ambientati nel passato, ma se si vuole costruire un futuro servono nuove basi e molto duro lavoro, aspetti che vanno condivisi dall’intera comunità. Per quanto il delitto che la protagonista è chiamata a giudicare risulti vero perché molto vicino a fatti di cronaca che si sentono fin troppo spesso la soluzione, non priva di questioni morali forti, viene risolta secondo una modalità che desta qualche perplessità.

Il nome della bestia di Sam Sykes. Fantastico, ***.

Due punti di vista diversi tratteggiano lo scontro con una misteriosa bestia e un conflitto fra culture. Racconto giocato sul mistero e sul non detto, che finisce con il perdersi a tratti proprio a causa delle rivelazioni troppo frammentarie e dell’assenza di reali punti di riferimento.

La cura di Pat Cadigan. Mainstream, ****.

Due sorelle separate da una differenza d’età molto grande e da modi di vivere diversi si trovano a convivere con la decadenza dell’anziana madre, ricoverata in una casa di cura, e con troppe cose non dette. C’è davvero qualcosa che non torna fra quelle mura, come sospetta Gloria, o la più giovane delle due è troppo suggestionabile, come crede Val?

Incentrato sul rapporto fra le due sorelle troppo distanti per capirsi davvero, il racconto ricorda come le migliori intenzioni non sempre siano sufficienti.

Le bugie che mia madre mi ha detto di Caroline Spector. Fantascienza, ***.

Racconto ambientato nel mondo delle Wild Cards, la serie supereroistica multiautore curata da George R.R. Martin fin dal 1987.

La Spector mostra come a volte per risolvere i nuovi problemi bisogna prima venire a patti con quanto è avvenuto in passato.

Racconto interessante che mostra, una volta di più, le possibilità delle Wild Cards, ma che allo stesso tempo è limitato proprio dal suo far parte della serie. Non solo per chi non la conosce può essere difficile raccapezzarsi per le troppe informazioni non date, ma la conclusione è insoddisfacente, con un’importante rivelazione ma anche la sensazione che quanto visto sia solo un frammento incompiuto di qualcosa di più grande che è necessario conoscere nella sua interezza per poter dare un giudizio definitivo.

Complessivamente i racconti sono buoni, realizzati da professionisti che conoscono l’arte del narrare. L’impressione però è che la prima mezza antologia, La principessa e la regina, sia più interessante di La ragazza nello specchio, anche se pure questo secondo volume comprende ottimi testi.