Gilgamesh, whither rovest thou?
The life thou pursuest thou shalt not find.
When the gods created mankind,
Death for mankind they set aside,
Life in their own hands retaining. [Anonimo]
Gilgamesh, dove stai vagando?
La vita che cerchi, non la troverai.
Quando gli Dèi hanno creato il genere umano,
gli hanno assegnato la morte,
tenendo solo nelle loro mani la vita.
Tratto da mythencyclopedia.com
L' Epopea di Gilgamesh è forse il più antico poema epico occidentale conosciuto (circa 2.150-1.400 a.C.): scritto in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla, risale al periodo sumero. Gli studiosi ritengono che il protagonista Gilgamesh, personaggio mitologico e semidio, derivi comunque da una figura storica realmente esistita, il quinto re di Uruk. Per meglio entrare nello spirito di questa epopea, definita “testo seminale” per la narrativa fantastica, Il SOAS (School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra) ha realizzato un progetto grazie al quale è possibile ascoltare una lettura del Gilgamesh non solo in accadico antico, ma anche nei successivi idiomi babilonesi. Questo grazie a numerosissimi contributi di studiosi – oltre a vari “Indiana Jones” – moderni e non, a partire da George Smith, (1840-1876), illustre assiriologo, scopritore e primo traduttore del poema.
L’ Epopea di Gilgamesh contiene una serie di temi cari al genere fantasy: scontri con creature mostruose, la "quest", la ricerca di un artefatto “magico”, l’amore carnale con elementi sovrannaturali, il “barbaro” contro la cosiddetta “civiltà”; la sconfitta sulla morte.
Ma l’influenza nella narrativa è molto più vasta, basti pensare a The City beyond the River (1947) di Hermann Kasack; The Great American Novel (1973) di Philip Roth; Gilgamesh the King (1984) e To the Land of the Living (1986) di Robert Silverberg; Long Time di Rick Norwood, The Magazine of Fantasy and Science Fiction (2011).
La trama
Gilgamesh, il grande re, viene considerato troppo orgoglioso e arrogante dagli dèi (l’antico, mai perdonato, peccato di ὕβρις), che decidono così di dargli una lezione inviando il selvaggio Enkidu a umiliarlo.
Però Enkidu e Gilgamesh, dopo un feroce scontro da cui entrambi escono imbattuti, diventano amici e intraprendono insieme una serie di avventure. Quando Enkidu muore, a causa della maledizione della dea Ishtar, Gilgamesh cade nello sconforto e, rendendosi conto della propria mortalità, mette in discussione il senso della vita e il valore della realizzazione umana di fronte alla fine definitiva che tutti attende. Gettando via ogni vanità e orgoglio, si mette in viaggio per trovare il modo di sconfiggere la morte: affronta uomini-scorpione, incontra l’ultimo superstite del Diluvio Universale e attraversa il Mare della Morte, fino a trovare la famosa "pianta della giovinezza" che consente la vita eterna. Ma durante il ritorno, un serpente mangia la pianta per mutare la propria pelle. Sconfitto, l’eroe torna a Uruk e chiede agli dèi di rivedere l’amico un’ultima volta. Enkidu gli appare come ombra, avvertendolo dell’infinito grigiore del regno dei morti(quest’ultima parte è considerata un’aggiunta successiva).
Ascoltare Gilgamesh oggi
Gli originali poemi in lingua sumera e la successiva versione in lingua accadica sono le principali fonti delle traduzioni moderne. L'origine risale alla terza dinastia di Ur (2150-2000 a.C.), mentre la versione accadica, che consiste di dodici tavolette di argilla, fu redatta da Sin-liqe-unninni, tra il 1300 e il 1000 a.C. e fu trovata nella biblioteca di Assurbanipal a Ninive.
Il poema fu tradotto a metà del 1800 d.C. da George Smith, giacendo poi indisturbato nel British Museum per altri decenni perché ben pochi riuscivano a leggerlo. Adesso, grazie all’iniziativa del SOAS che ha cercato anche di riprodurre la pronuncia di una lingua morta da secoli, è possibile ascoltare l' Epopea di Gilgamesh in akkadico, insieme ad altri lavori come il Codice di Hammurabi.
In rete potete ascoltare Karl Hecker che legge le prima 163 righe della Tavola XI, dove l'ultimo sopravvissuto del Diluvio Universale racconta a Gilgamesh la sua storia.
Possiamo dire che Gilgamesh, le cui gesta sono state tramandate da un anonimo scrittore nato migliaia di anni fa, ha infine raggiunto l’immortalità che desiderava.
Inoltre…
Gilgamesh è inoltre uno dei personaggi principali nella serie Fate/stay night, una visual novel giapponese creata da Type-Moon e pubblicata nel 2004. Nel 2006 è stato adattato in un manga (pubblicato in Italia da Star Comics) e in un anime dello Studio Deen. È inoltre un videogioco per Playstation 2, con gli stessi doppiatori della serie televisiva. Su questa saga è basato anche il picchiaduro 3D della Capcom, Fate/tiger colosseum, per PSP, disponibile nel mercato giapponese.
Rimanendo sul tema dei fumetti, Gilgamesh il Dimenticato è uno degli Eterni della Marvel.
Last but not least, Gilgamesh è un personaggio ricorrente in numerosi titoli della serie di Final Fantasy e compare anche nell’espansione di Civilization IV, Beyond the Sword.
2 commenti
Aggiungi un commentoInteressante e da pelle d'oca... bel articolo.
mi sono sempre chiesta però come facciano gli studiosi a ricostruire la pronuncia di una lingua morta...questo sì è meraviglioso!
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID