È stato proiettato per la prima e probabilmente unica volta in Italia in occasione di Lucca Comics & Games nella sezione Lucca Movies, Pioggia di Ricordi di Isao Takahata, fondatore insieme a Hayao Miyazaki di quello che è forse il più importante studio di animazione del mondo: lo Studio Ghibli. La pellicola non è certo delle più recenti ma risale al 1991 e solo oggi la Lucky Red, che da tempo ormai opera un vero e recupero degli anime del prestigioso studio nipponico, ha deciso di proporla per home video (dal 2 dicembre). In sala a introdurre l’evento Gualtiero Cannarsi, il curatore dell’edizione italiana del film, che ha anche riassunto l’operato della Lucky Red che, appena l’anno scorso, era riuscita a portare nei cinema del Bel Paese l’ultimo lavoro di Takahata: La principessa splendente.
A differenza di Miyazaki, attentissimo al mondo dell’infanzia, Takahata pare più interessato a raccontare il sentire degli adulti. In Pioggia di Ricordi la sua protagonista Taeko è una donna di 27 anni, single che vive a Tokyo ma che passa le proprie vacanze estive in campagna. Ciò che ama di questa vita è solo in parte la pace bucolica della natura, ma anche il lavoro nei campi e la fatica. Quando era solo una bambina sognava di poter andare come molte sue amiche a trascorrere le vacanze in campagna, ma avendo parenti solo a Tokyo le era impossibile. Takahata biforca il racconto tanto che, da principio, il racconto di Taeko adulta e bambina sembrano le storie di due personaggi differenti.
Solo con il procedere del racconto diventa chiara la struttura del film con continui sbalzi temporali che seguono i ricordi della protagonista nell’anno della quinta elementare. Ricordi che emergono sempre in maniera inaspettata e poco legati al presente, come se una forza dirompente li facesse riemergere. In tal modo Takahata fa un’operazione che difficilmente si è vista non solo nel cinema di animazione ma anche in quello live action: restituire quel sentimento di nostalgia tipico di quando gli adulti pensano all’ infanzia. Taeko bambina parla a Taeko adulta per mostrarle com’era, cos’ha perso e cosa potrebbe recuperare del suo passato per plasmare un futuro il più possibile fedele a se stessa.
Riflettere sulla propria storia, pare dire Takahata, può aiutare a risolvere le questioni spinose del presente, per il semplice motivo che non è mai passata del tutto.
Una grande lezione filosofica, prima di essere una enorme prova di cinema.
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