Cosa sta sussurrando l’alto e possente barbaro all’orecchio del suo piccolo e snello compagno? Un piano per derubare i preziosi gioielli di un grasso usuraio? Il percorso da seguire per strappare alla Morte, in casa sua, la preziosa maschera? I vantaggi di una vita morigerata, soprattutto quando le borse sono vuote? Salaci battute sui rispettivi mentori e maestri, gli stregoni Sheelba Dal Volto Senza Occhi e Ningauble Dai Sette Occhi?

Sono strani, questi signori, a conoscerli: calmo e riflessivo il Barbaro, nervoso e irascibile il piccolo chierico, così diversi eppure così legati, costretti dal destino a restare uniti anche se qualche volta ognuno vorrebbe andarsene per la propria strada.

Questi, in poche righe, i ritratti di Fafhrd e Gray Mouser, nati dalla fantasia di Fritz Leiber e, all’inizio, del suo amico Harry Otto Fischer, che però contribuì soltanto alla creazione dei due – che sono poi gli stessi Leiber e Fischer – e alla stesura delle prime 10.000 parole di I Signori di Quarmall.

I due imbattibili eroi nacquero, come riferisce Leiber (che voleva essere chiamato Lìber e non Laiber, così come il barbaro si offendeva se chiamato Faferd...), proprio settant’anni fa, anche se il primo racconto fu pubblicato soltanto nel 1939.

Fritz Leiber
Fritz Leiber

A un pubblico abituato agli eroi di Howard, i due apparvero subito piacevolmente anomali: Fafhrd il barbaro è pacato, colto, gran cercatore e divoratore di libri; non è superstizioso, evita di spargere sangue se può risolvere il problema in modo razionale, ed è vagamente misogino.

E’ forse quest’ ultimo un ricordo delle avventure hollywoodiane del giovane Fritz, che arrivò a una parte in La Signora delle Camelie con Greta Garbo (chi scrive l’ha visto, e gli resta il sospetto che Leiber, considerata la sua statura, recitasse in ginocchio...)? Certo il villaggio matriarcale da cui il giovane fugge in cerca di nuovi orizzonti (come narrato in The Snow Women, scritto nel 1970 a mo’ di prologo) sembra proprio una velenosa lotta tra dive cinematografiche.

Molti sono, nella lunga saga che Leiber non abbandonò mai, i richiami e i riferimenti ai canoni Howardiani: i tesori che i due vagabondi riescono a conquistare spariscono in pochi giorni di sfrenate gozzoviglie, se tali si possono chiamare abiti nuovi, vinelli ordinari, sali da bagno e montagne di libri, ma i due compari partono ancora, più per amore dell’avventura che della ricchezza, facendo spallucce all’ironia della sorte e sopportandosi a vicenda senza mai dimostrarsi, almeno a parole, vero affetto. Sembrano piuttosto una coppia di affiatati artisti del Vaudeville, sempre pronti a passarsi le battute – o a rubarsele, o a tentare di strapparsi l’ultima - che si sopportano a stento ma poi si sentono sperduti se uno dei due manca.

Personalmente, negli oltre trent’anni di fantastiche avventure vissuti insieme, ho sempre trovato più affine il Gray Mouser, il più valente spadaccino nel mondo del Fantasy (quanta giocosa noncuranza nei suoi duelli!), con una lingua ancor più affilata della spada Cesello e del pugnale Zampino di Gatto, abile nei giochi di prestigio e nei travestimenti. Anche Fafhrd non è da meno con Astagrigia, che sa manovrare con una nonchalance superiore a quella di Conan, ma preferisce intervenire, dopo lunga riflessione, soltanto quando le ineluttabili circostanze – e il caratteraccio del suo compagno – lo richiedono.

Fafhrd e The Gray Mouser
Fafhrd e The Gray Mouser

Due icone, forse poco note in Italia, nonostante l’impegno dell’Editrice Nord e le stupende traduzioni di Roberta Rambelli, cui sono stati rivolti nel tempo affettuosi omaggi.

Brawd e The Weasel, creati dalla penna di Terry Pratchett (e la sua Ankh- Morpork che sembra gemellata con Lankhmar, principale città di Nehwon) hanno più di una casuale somiglianza con Fafhrd e Gray Mouser, così come Fafnir e Black Rat nei primi fumetti della saga di Conan il Barbaro creati da Roy Thomas.

Da troppo tempo i nostri eroi riposano alla taverna dell’Anguilla d’Argento, ma non disdegnano certo di raccontare le loro vecchie avventure, magari esagerandole soltanto un pochino e condendole con le canzoni dell’abile Scaldo Fafhrd, a quanti neofiti vogliano ancora ascoltarle.