I romanzi fantasy, fantastorici e ucronici hanno spesso una caratteristica in comune: l’ambientazione medievale o medievaleggiante. Ma come si costruisce un’ambientazione medievale credibile? Quanto e come ci aiuta lo studio della Storia? Quali sono gli accorgimenti, le tecniche, i punti fondamentali nel descrivere uno sfondo di castelli e cavalieri e quali invece gli errori da evitare?

Il seminario Che Storia… Fantastica! si è tenuto a Lucca sabato 31 Ottobre in occasione del Lucca Comics and Games 2015. In questo workshop, teoricamente di due ore ma durato molto di più, Cecilia Randall ha raccontato la sua esperienza, maturata nella creazione del XIII secolo della trilogia di Hyperversum, del Rinascimento di Gens Arcana e del medioevo ucronico di Millennio di Fuoco.

Partendo da un romanzo prettamente storico come Hyperversum, ambientato nel 1214, nella Francia di Filippo Augusto, la Randall ha proseguito con il Rinascimento di Lorenzo dei Medici fino ad approdare a un romanzo più fantasy, in cui si è inventata il suo medioevo: ambientato nel 1999, Millennio di Fuoco racconta del nostro mondo, ma in un presente alternativo in cui in pratica si è rimasti al medioevo del tempo del Sacro Romano Impero.

La Randall non ha consigliato manuali di scrittura, bensì un insegnamento tratto dalle biografie di Terry Brooks e Steven King, due scrittori molto diversi tra loro ma concordi su un punto: SCRIVI CIÒ CHE CONOSCI.

Questo non vuol dire che, se non sai nulla di navi da guerra, non puoi scrivere un romanzo sulle navi da guerra, ha affermato la scrittrice. 

Semplicemente, bisogna documentarsi, sia che vogliamo scrivere un romanzo storico o un fantasy con un’ambientazione storica. Studiare il medioevo non è solo studiare le date, ma tutto un mondo e una cultura, in ogni sua sfaccettatura. Siamo molto fortunati, perché in Italia basta tirare un sasso per trovare un castello, una cattedrale…

Le fonti

La Randall è passata quindi a spiegare le fonti da ricercare:

  • I libri: saggi storici che possiamo trovare in biblioteca o in libreria. L’importante è usare sempre fonti autorevoli e autori competenti in materia.
  • Internet, che va sfruttato con molta cautela. Per esempio, sulla congiura dei Pazzi ci sono nozioni discordanti, tra chi dice che è avvenuta il giorno di Pasqua e chi invece (tra cui Angelo Poliziano, testimone oculare) il giorno dell’Ascensione. 

Internet è utile soprattutto per Google books, che permette di leggere estratti da libri, e per le fonti iconografiche, visto che è sempre utile studiare piante di castelli, foto di ambienti, riproduzioni di arazzi, immagini con i nomi dei pezzi dell’armatura. Su internet inoltreè possibile avere anche il contatto con gli esperti. Per esempio, durante la stesura del secondo romanzo di Hyperversum, la Randall aveva bisogno di sapere quanto tempo avrebbe impiegato un piccione viaggiatore per viaggiare dall’Inghilterra alla Francia, e sia è rivolta a un’associazione italiana competente in materia.

  • Ovviamente, un altro trucco a cui possiamo ricorrere facilmente noi italiani: visitare i posti. Per esempio, un castello della Val d’Aosta visitato dall’autrice, modificato ai fini della trama, è diventato la Torre della Strage di Millennio di Fuoco.

Tutto quello che viene studiato non deve andare nel romanzo, che conterrà solo la punta dell’iceberg delle vostre conoscenza, ha assicurato l’autrice, ma quello che avete imparato si sentirà nella narrazione, anche se forse non ve ne accorgerete.

Quale medioevo?

Una volta che ci siamo documentati sul medioevo, bisogna scegliere QUALE medioevo usare, perché il medioevo dell’anno 1000 è molto diverso da quello del 1200 o del 1400. Vogliamo un medioevo alla Re Artù o un medioevo barbarico?

L’importante è che, una volta scelta, l’ambientazione sia coerente, altrimenti non è credibile. Per esempio se nel nostro medioevo ci sono armi da fuoco, le armature e le fortificazioni dovranno adeguarsi di conseguenza.

In un fantasy, ha spiegato l’autrice, tutto è possibile, ma va spiegato a prova di bomba. Il perché sì non è valido.

Armi e battaglie

Dipendono dal tipo di medioevo che si è scelto e, per descriverle, è importante la documentazione visiva. Non è necessario scendere troppo nel dettaglio, per esempio pochi lettori sapranno la differenza tra un fendente e uno sgualembro, perché prima di tutto dobbiamo essere comprensibili. 

Nei libri della Randall, le battaglie hanno avuto una parte importante. 

Hyperversum, il romanzo dib Cecilia Randall
Hyperversum, il romanzo dib Cecilia Randall

In Hyperversum, i protagonisti si sono ritrovati nella guerra tra Francia e Inghilterra. 

In Millennio di Fuoco, il protagonista/antagonista è uno stratega pluricentenario e porta avanti molte battaglie campali tra eserciti. Per queste, si possono cercare le cronache delle battaglie del passato, per esempio di Riccardo Cuor di Leone o di Guglielmo il Conquistatore. Di solito sono corredate di utili cartine che mostrano gli schieramenti e i loro movimenti. Così si possono rendere verosimili anche le strategie dei propri eroi condottieri, perché sappiamo che in passato, in quelle condizioni, un esercito ha agito in quel modo e ha vinto o perso.

In Gens Arcana ci sono molti schermidori e per rendere più realistiche le scene la Randall si è avvalsa dell’aiuto dei maestri della scuola d’arme Achille Marozzo, che ha sedi in molte città del centro e nord Italia.

La magia

Nel fantasy, sembra che la magia possa spiegare tutto, ma è un’arma a doppio taglio e non deve essere un deus ex machina.

Io non la uso nei miei romanzi, ha affermato la Randall. Poteri soprannaturali sì, magia vera e propria no… ma comunque si usi, anche la magia deve essere coerente.

I personaggi

La questione personaggi comprende come si muovono, come pensano e come parlano.

Nel gioco di ruolo, i personaggi dipendono dai giocatori, ha affermato la Randall, mentre nel romanzo uno scrittore è sia master che giocatore, con la differenza che di solito i giocatori fanno quello che dice il master, i personaggi dei romanzi no.

In Hyperversum ho sfruttato l’escamotage del personaggio moderno che si trova nel passato. Questo mi ha permesso libertà linguistiche e comportamentali teoricamente non indicate in quell’epoca. È ovvio che una donna dei nostri tempi si comporterà in maniera non consona nel medioevo.

In particolare, la condizione dei personaggi femminili in un’ambientazione medioevale è delicata. Oggi si stanno moltiplicando eroine in armatura. Se nell’ambientazione maschi e femmine sono considerati allo stesso pari o meno, deve emergere anche nei dialoghi. Un soldato non offenderà mai un commilitone chiamandolo “donnetta” se il suo capitano è una donna.

Allo stesso modo, nei dialoghi bisogna rendere anche le credenze e le religioni del nostro mondo. In un’ambientazione esente da Cristianesimo, è poco coerente parlare di concetti come dannazione e peccato.

Bisogna sempre scrivere dal punto di vista del personaggio nella SUA cultura.

Il linguaggio è importante e dà la misura del personaggio

La Randall cita un consiglio di Ken Follett: nessuno noterà se omettete qualcosa, ma tutti noteranno un errore.

In poche parole: se non siamo sicuri di un particolare che non è fondamentale nella trama ma dovrebbe essere solo una nota di colore, meglio evitarlo che sbagliare. 

Il narratore infatti cammina su una lastra di vetro, dice la Randall. Alla prima incongruenza si sente un crick e si ha una crepa, alla seconda un crack e alla terza crolla tutto.

Questo non toglie che ci prenderemo delle libertà, il lettore ne è consapevole, altrimenti cercherebbe un trattato di storia.

Consigli finali: come si fa non cadere nel banale?

Un libro non si scrive, ma si riscrive. Michael Crichton

Anche secondo la Randall non ci inventiamo nulla nelle nostre storie, ma lo condiamo in maniera diversa.

Alla domanda se vale ancora la pena scrivere bene l’ambientazione e impegnarsi per renderla più coerente possibile, l’autrice risponde di sì.

Sì, perché scrivere è qualcosa che fai per te, vuoi ottenere un’opera accurate che ti dia soddisfazione, sia come scenario che come personaggi.

E se forse alcuni l’hanno accusata di scarsa originalità, associando il suo Hyperversum a TimeLine, non c’è dubbio che Cecilia Randall abbia condito con assoluta soggettività i suoi mondi fantastorici, creando delle ambientazioni realistiche e dei romanzi coinvolgenti.

Per saperne di più su Cecilia Randall e le sue opere, il suo sito ufficiale è www.ceciliarandall.it.