Dio esiste e vive a Bruxelles. Appartamento tre camere con cucina e lavanderia, senza una porta di entrata e di uscita. Si è parlato molto di suo figlio, ma poco di sua figlia… sua figlia sono io.
Questo è l'incipit che giustifica il titolo italiano di Le Tout Nouveau Testament.
Il titolo, è stato specificato anche in incontri pubblici, è stato concordato con il regista che ha ritenuto che la traduzione letterale Il testamento nuovo di zecca, non avesse nella nostra lingua l'effetto dirompente e comico dell'originale.
E in Dio esiste e vive a Bruxelles si ride, tanto, ma non solo.
Protagonista del film in realtà è la piccola Ea, undici anni (Pili Groyne) la figlia di Dio (Benoît Poelvoorde).
Si tratta di una vera propria famiglia disfunzionale, che vive in un misero appartamento in un luogo imprecisato, collegato da un condotto a Bruxelles, città creata da Dio in un momento di noia.
Dio ha come unica attività quella di gestire le vite degli esseri umani mediante un computer. Ciondola tra le stanze dell'appartamento in vestaglia e ciabatte, beve, picchia la figlia e terrorizza la moglie (Yolande Moreau).
Un altro figlio, del quale vengono nominate solo le iniziali, JC (David Murgia), che a tavola normalmente sedeva alla destra, ha deciso di abbandonare la famiglia.
La stessa decisione ha preso Ea, non prima però di sabotare l'attività del padre inviando a ciascun essere umano un sms con la data della propria morte, per poi bloccare con un virus il computer.
Ea arriva dunque sulla Terra con un piano: scrivere un suo Nuovo Testamento, del quale però i protagonisti saranno 6 nuovi apostoli, in aggiunta ai 12 originali.
Reclutato un barbone come estensore dei nuovi Vangeli, la sua ricerca la porterà a imbattersi in 6 personaggi che, come tutto il resto del mondo, hanno deciso ciascuno a proprio modo di reagire alla notizia della data della loro morte.
Le loro storie, prima episodi separati, s'intrecceranno tra loro e a quella di Ea. Il gruppo condividerà un percorso di crescita, di presa di coscienza che consentirà loro di arrivare al sorprendente e magico finale, in cui ognuno troverà il proprio destino, insieme al resto del nostro mondo e dei suoi abitanti.
Parallelamente il film racconta la storia di Dio che, incazzato nero, insegue la figlia e si ritrova a essere scambiato per un immigrato clandestino, vittima di equivoci ma soprattutto, di quelle assurdità che lui stesso aveva ideato per tormentare gli esseri umani.
Dio esiste e vive a Bruxelles non è un film sulla religione, ma tocca il tema con efficacia. È una storia di personaggi che prendono in mano il loro destino, affrontando le conseguenze delle loro azioni precedenti cercando di migliorare il loro futuro, anche quelli con poche aspettative.
I temi scottanti e attuali che tratta sono tanti, specialmente in questi giorni. Il film di Jaco Van Dormael (Toto le héros) è figlio di riflessioni antecedenti agli eventi attuali, ma contribuisce a suo modo al dibattito.
E lo fa con un film che riesce a essere irriverente e cattivo senza essere cinico, ottimista senza essere enfatico e buonista, riuscendo a essere disturbante come il weird ma rassicurante e divertente come una fiaba.
Un film che vi farà ridere e piangere senza soluzione di continuità, alle volte allo stesso tempo.
Un cinema pieno di invenzioni visive e narrative, anche con effetti speciali, sempre al servizio della storia, presenti in molti momenti, ma mai invadente.
La trama è così piena di idee, di battute, di momenti visivi che si fanno compiuta narrazione che il film si gusta tutto di un fiato, ben supportata da un cast strepitoso.
Un capolavoro da non perdere.
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