The Librarians, lo show televisivo TNT che segue a distanza di dieci anni la serie di film per la TV The Librarian, in cui al bibliotecario Flynn Carson (Noah Wyle) si sono uniti nuovi colleghi, ha visto da poco la conclusione della sua seconda stagione, in un episodio pieno di colpi di scena, citazioni e personaggi che hanno entusiasmato i fan.
La serie, che era stata fino a qualche tempo fa a rischio di cancellazione ma ha da poco visto il rinnovo per una terza stagione, è riuscita a conquistare un posto nei cuori di moltissimi spettatori, compensando con una storia ricca e personaggi interessanti gli effetti speciali spesso scadenti e una fotografia non sempre ottimale.
Dopo che nella prima stagione erano stati presentati e introdotti i tre nuovi bibliotecari – la fisica Cassandra Cillian (Lindy Booth), il ladruncolo Ezekiel Jones (John Harlan Kim) e lo studioso Jacob Stone (Christian Kane) – e la loro nuova Guardiana – il Colonnello Eve Baird, interpretata da Rebecca Romijn, già famosa nel ruolo di Mystica degli X-Men –, in questa nuova stagione il gruppo, ormai rodato e affiatato a parte alcune piccole incertezze, si ritrova ancora una volta a dover sventare qualche delirante piano per la conquista del mondo, ritrovando e riorganizzando nel mentre artefatti vari ed eventuali in giro per il pianeta. Presenza costante della serie e gradito ritorno in questa stagione, sono state le tematiche riguardanti il ciclo arturiano, che sono state protagoniste della prima run narrativa. Anche qui hanno spesso fatto la loro comparsa, grazie soprattutto all'occasionale apparizione delle Dame del Lago in soccorso dei bibliotecari e della presenza fissa e di sempre maggiore spessore del curatore della biblioteca Jenkins (John Larroquette), alias il Cavaliere della Tavola Rotonda Galahad.
Se tutta la stagione è stata un succedersi di citazioni letterarie e filmiche, in un andirivieni di situazioni e personaggi mai noiosi – su tutti ricordiamo il Diavolo di John De Lancie, celebre Q di Star Trek: The Next Generation – il finale è stato l'apice di tutti gli elementi che rendono interessante questa serie.
Probabilmente scena madre di tutto l'episodio è stato quando, ormai svelato un piccolo enigma che i personaggi si portavano dietro fin dal primo episodio, tutto il gruppo accede alla “stanza delle macchine del tempo”. Qui di sfuggita possiamo vedere, tra le altre cose, quello che è evidentemente un TARDIS – da Doctor Who – e quello che sembra decisamente il retro di una DeLorean – solo con la targa “Just in Time” anziché della canonica “Out of Time”.
Il resto dell'episodio è una serie di riferimenti a viaggi temporali – tra tutti Terminator – e citazioni letterarie – come potrebbe essere altrimenti, con la presenza di Shakespeare – e continua con interessanti colpi di scena che portano ad una degna conclusione per una serie mai noiosa.
Adesso non ci resta che aspettare la terza stagione per chiarire alcuni dei misteri lasciati in sospeso e trovare risposta alle domande che continuano a seguirci in questo interessante show televisivo.
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