A Orgoglio e Pregiudizio e Zombie calza perfettamente il termine parodia, inteso come si può leggere sul dizionario Treccani.
Travestimento burlesco di un’opera d’arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole del testo originario, conservando intatto o con leggere variazioni il motivo: fare la p. di un verso, di un sonetto, di un dramma, di una canzone, di una romanza; mettere in p. un poema, un autore, un poeta.
Ritengo che le parodie meglio riuscite siano quelle che nascano non solo dalla conoscenza del materiale parodiato, ma anche da un profondo amore per esso.
La parodia può anche cambiare media, come Guerra e Pace di Lev Tolstoj ripreso dal film Amore e Guerra di Woody Allen, o mantenersi nello stesso ambito, come Alta Tensione, Frankenstein Jr. e Space Balls di Mel Brooks nei confronti del cinema di genere. Si possono fare mix delle due cose, come Leo Ortolani che con Rat-Man bersaglia con amore sia il fumetto supereroistico che il cinema o le serie TV.
In questo caso Seth Grahame-Smith gioca come fanno i bambini, quando accostano giocattoli di mondi diversi. Ai miei tempi quanti fratellini hanno fatto "fidanzare" Barbie e Big Jim? O quanti ancora oggi fanno scontrare i Transformers con Spider-Man, o con i personaggi di Star Wars?
Coerente alla sua ludica Grahame-Smith prende il testo originale, quasi per com'è e ci aggiunge l'altro suo giocattolo preferito: gli zombie.
Ecco perché accredita Jane Austen come autrice del 75% del romanzo.
Davanti a un prodotto del genere ci sono due possibilità opposte:
- Scandalizzarsi, come faceva la nostra sorellina quando toccavamo i suoi giocattoli.
- Non prenderlo troppo sul serio, godendoselo nella sua dimensione ludica.
Io propendo per il secondo atteggiamento, da amante da sempre delle parodie, perché combinando a questo modo i due testi l'opera riesce a rispettare i personaggi e l'ambientazione, aggiungendo a essa solo un ulteriore strato, che non schiaccia e non distrugge la base.
Anche la traduzione italiana rispetta l'intenzione autoriale, riprendendo la traduzione Garzanti di Isa Maranesi, alla quale Roberta Zuppet aggiunge l'ulteriore strato.
Si può pensare che sia una furbata per risparmiare sui costi di traduzione, ma non credo sia solo quello. Quando ci si trova davanti a una citazione che ha una traduzione consolidata nella memoria dei lettori, è prassi di un buon traduttore non rifarla ex-novo, ma attenersi alla precedente, per continuità.
Orgoglio e Pregiudizio e Zombie si presta a intrattenervi, facendovi sogghignare, se non ridere di gusto, nel vedere dei personaggi molto conosciuti e amati in un contesto allo stesso tempo uguale e del tutto diverso, facendo scattare un inevitabile confronto con l'originale e anche la voglia di andarli a ritrovare per come sono, per una rilettura che non fa mai male.
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