L'autunno del 2005 vedrà arrivare anche sui nostri schermi il film russo che in madre patria ha surclassato nientedimeno che Il Signore degli Anelli, incassando una cifra tre volte superiore alla trilogia di Jackson.

Nochnoj Dozor, che diventa Night Watch in inglese e I guardiani della notte in italiano, è stato scelto come candidato sovietico alla corsa per l'Oscar del miglior film straniero, vinta come sappiamo da Amenabar con il suo Mare dentro.

Il regista Timur Bekmambetov narra la storia di una Mosca sconvolta dalla battaglia tra le forze della luce e dell'oscurità, in quello che dovrebbe essere il primo capitolo di una trilogia basata su tre romanzi scritti da Sergei Lukyanenko: La guardia alla notte, La guardia al giorno e La guardia al tramonto.

Vampiri, streghe, mutaforma, guerrieri del giorno e della notte sono gli ingredienti di questa pellicola ad alto budget, insieme all'immancabile profezia che annuncia la venuta del prescelto che sceglierà fra Luce e Tenebre.

In alcuni momenti sembra di assistere a una puntata di C.S.I. con la macchina da presa che si fa minuscola e s'intrufola a curiosare fra meccanismi e organi interni.

La vicenda prende le mosse dalla decisione di Anton Gorodestsky (interpretato da Kostantin Khabensky) di chiedere l'aiuto di una strega per riconquistare l'amore della fidanzata che lo ha lasciato. Le manovre della fattucchiera, che cerca di uccidere con la magia il bambino che la donna porta in grembo, vengono fermate dagli agenti della Luce, che reclutano poi lo stesso Anton.

Inizia così il complesso braccio di ferro per scongiurare una serie di catastrofici eventi destinati ad alterare l'equilibrio tra bene e male.