Vent'anni dopo il diploma. È tempo di bilanci per Calvin Joyner (Kevin Hart) contabile insoddisfatto della sua vita, che rimpiange ancora i tempi in cui al liceo era "Golden Jet", ossia il migliore in tutto quello che faceva, a detta di tutti proiettato verso uno splendido futuro. Spesso capitava che i "reginetti" del ballo fossero anche i più stronzi. Anche in questo Calvin era il migliore, perché fu l'unico a non deridere, anzi a porgere il suo aiuto, quando il grasso e timido Robbie Wheirdicht (Dwayne Johnson) fu oggetto di uno scherzo crudele.
Adesso Calvin è sposato con Maggie (Danielle Nicolet), la sua fidanzata di allora, ma il matrimonio è in crisi, e la sua vita avrebbe proprio bisogno di una bella sistemata.
La "sistemata" gli cade addosso come un "macigno" è il caso di dirlo, se vi ricordate che il soprannome da wrestler di Johnson era The Rock.
Presentatosi a Calvin in modo anonimo come Bob Stone, Robbie invita l'ex compagno di scuola a una rimpatriata che darà inizio a una sequenza di vorticosi eventi. Robbie infatti è un agente della CIA, impegnato a sventare il complotto di un terrorista internazionale, costretto a chiedere l'aiuto di Calvin, del quale gli servono le competenze da contabile.
La vicenda però non sarà solo l'occasione per fare vivere a Calvin un'avventura che lo aiuti a riscoprire se stesso, ma darà modo allo stesso Robbie di riaffrontare i fantasmi del suo passato.
La miscela di Una spia e mezzo è semplice e vincente. Una coppia male assortita, dei quali almeno uno riluttante all'azione. Tante gag, alcune scurrili, ma senza esagerare. Un intreccio complicato ma non troppo. Sopra tutto, il percorso di crescita dei personaggi, che non rimarranno gli stessi di quando il metaforico viaggio è iniziato.
La simpatia di entrambi gli interpreti, bene affiatati tra loro, fa il resto, rendendo credibile un film nato per divertire e che assolve il compito con onestà.
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