Da che mondo è mondo, tutto il nostro sistema solare è in perenne cambiamento. E si sa, i cambiamenti sono talvolta dolorosi, ce ne stiamo accorgendo – fatalità – proprio in questi giorni.

L'idea di un asteroide, o meglio, di tanti asteroidi sul nostro pianeta è una storia vecchia ma reale e su questa si basa, in modo assai fantasioso, il quinto capitolo della Ice Age saga, da noi più nota come Era glaciale. Giunti al quinto capitolo, in L'era glaciale – In rotta di collisione il nostro gruppo di affezionati mammiferi – un piccolo ecosistema, se vogliamo una piccola comunità in crescita - è alle prese con problemi… vecchi come il mondo: genitori e figli, coppie che devono prendere decisioni importanti e anime in pena che non riescono a dare un senso concreto e soddisfacente alla propria vita, e spiriti liberi che vivono spensierati. Tradotto: Manny ed Elly alle prese con Pesca che vuole sposare il fidanzato Julian e, quindi, diventare grande e pertanto autonoma. Diego e Shira che vorrebbero avere dei figli propri ma non si sentono ancora all'altezza, Sid che colleziona disastrosi fallimenti sentimentali, gli opossum Eddie e Crash, scanzonati e rumorosi come sempre e pronti a dare quel tocco ironico in più, a cui si è aggiunta la Nonnina di Sid, con una verve da fare invidia alle più giovani, oltre a quella dose di battute politicamente scorrette e piuttosto inattese..

Il "cast" di L'era glaciale – In rotta di collisione
Il "cast" di L'era glaciale – In rotta di collisione

Alla storia principale, in cui i nostri cercheranno di salvare il pianeta con l'aiuto di Buck, il furetto più lucidamente instabile (e dalle numerose personalità) di tutto il sistema solare, si alterna una nuova esilarante quanto catastrofica avventura di Scrat alle prese con l'amatissima ghianda: il tutto nasce dal solito malsano desiderio del nostro protoroditore di incastrare da qualche parte la povera ghianda. Stavolta finiranno su una navicella spaziale di inaudita tecnologia che, dopo averli catapultati nello spazio, farà di tutto per dividerli e, peggio di tutto, smuoverà perfino gli asteroidi, filo conduttore delle due storie parallele.

Scrat nello spazio!
Scrat nello spazio!

La storia è costruita attraverso un cerchio logico: inizio, svolgimento, e ovviamente un lieto fine che, anche stavolta, non fa escludere un possibile seguito, in barba alle varie dichiarazioni sulla possibile conclusione della saga. 

Il trio ormai non è più quel trio. Le gag esilaranti e punzecchianti degli episodi precedenti si riducono a poca poca cosa, seppure Sid resti complessivamente il legante del gruppo, ovviamente a proprio modo.

I tre protagonisti fanno spazio alle proprie realtà, e si raccontano attraverso di esse; il che potrebbe essere interessante, se alcuni dialoghi e di conseguenza lo svolgimento delle rispettive storie non si rivelassero noiosi, prevedibili e un po' risentiti, soprattutto per quanto riguarda Manny, ormai relegato al cliché del padre iperprotettivo, preoccupato per il futuro della figlia, che dimentica l'anniversario di matrimonio e che nella moglie Ellie trova la propria metà della mela. Del burbero Manny non è rimasta nemmeno la battuta pungente e ironica, il che è un peccato, perché almeno per quanto riguarda il doppiaggio italiano, dall'interpretazione di Filippo Timi (nell'originale c'è Ray Romano) ci si sarebbe potuti aspettare molto. Delle battute affilate di Diego rimangono solo i denti a sciabola e l'irrinunciabile voce di Pino Insegno.

Anche Sid (con la voce di Claudio Bisio) ormai è ridotto a una macchietta, ma almeno fa colore, e qualche battuta l'azzecca.

Sid
Sid

Il grosso è affidato a Buck che viene sì supportato dal resto dei personaggi, ma non basta a rendere questo episodio memorabile, forse anche a causa dell'assenza di un vero cattivo: i tre Dakotaraptor, Gavin con i suoi figli Gertie e Roger, non sono poi così feroci come si potrebbe auspicare dal loro ingresso. Roger spicca fra i tre, ma non può fare più di quanto già non faccia, ed è un peccato. A chi un po' di film d'animazione li ha macinati, passa piuttosto un altro messaggio, forse molto attuale e molto auspicabile: per vivere il più serenamente possibile su questo pianeta su cui, ricordiamolo sempre, siamo di passaggio, l'unione di tutte le forze fa veramente la forza. E forse, di questi tempi, tanto male non ci sta.

Buck
Buck

Non alzatevi a storia finita, godetevi (tutta) la sigla finale, sia per la qualità della grafica che unisce un sapore preistorico delle incisioni rupestri a quello dell'animazione coloratissima degli anni '60-'70, sia perché la colonna sonora è un piccolo ulteriore valore aggiunto al film (oltre ai brani inediti firmati da John Debney – alcuni insieme a David Newman e John Powell, i primi compositori della Ice Age saga – troviamo cover di Run DMC, Marvin Gaye, Beyoncé Knowles e perfino Richard Wagner).  Inoltre, renderete merito alle centinaia di creativi che hanno lavorato a questa pellicola, il che non è mai un male.