Rachel (Emily Blunt) è una pendolare che dal suo finestrino sul treno non osserva solo il paesaggio, ma sbircia nelle case che vede sul percorso. In particolare sono due case a essere al centro della sua osservazione. In una abita il suo ex marito Tom (Justin Theroux) con la nuova moglie Anna (Rebecca Ferguson), nell'altra una giovane coppia che sembra vivere un'amore appassionato, composta da Megan (Haley Bennett) e Scott (Luke Evans).
Ma un giorno tutto cambia, quando vede dal treno una scena del tutto inaspettata, che la spinge ad agire, scatenando una spirale di situazioni che intreccerà le vite delle tre donne e ci consentirà di scoprirne i loro segreti.
Se avete letto il romanzo saprete a grandi linee di cosa stiamo parlando, in ogni caso sulla trama è meglio fermarsi qui.
La ragazza del treno di Tate Taylor non è un film d'autore, ma un progetto commerciale di trasposizione di un romanzo best-seller. Erin Cressida Wilson (Secretary) adatta con mestiere, rimanendo fedelmente infedele al romanzo di Paula Hawkins.
Film del genere non osano linguaggi cinematografici ricercati, perché partono da materiale molto popolare e non possono stravolgere l'immagine che il pubblico ha del romanzo. D'altra parte si rivolgono a un pubblico più vasto. Non si può dire che l'adattamento non sia curato nei dettagli, con un cast molto in parte, sorretto da una Emily Blunt semplicemente perfetta, capace di reggere la responsabilità di essere la colonna portante del film.
È il montaggio che salva parzialmente il film, al servizio di una storia che si basa sulla ricostruzione graduale di realtà soggettive, sulla ricomposizione di pezzi inizialmente scomposti e irriconoscibili. Il risultato assume alla fine la sua interezza e la sua organicità.
Il finale cade purtroppo di stile, sembrando quasi avulso da una storia che fino a quel momento era più misurata nei toni.
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