Conor è un ragazzo irlandese di quindici anni che vive a Dublino insieme a madre e padre in aria di divorzio e due fratelli maggiori, nella metà degli anni ’80. La famiglia attraversa una crisi economica così come quasi tutta l’isola, e molti hanno il sogno di andare a Londra a cercare fortuna. Conor è costretto anche a cambiare scuola e, nonostante un inizio non troppo promettente, incontra Raphina, una ragazza molto bella, e prova a far colpo su di lei creando una band e proponendole di fare la modella nei loro video clip. Guidato dal fratello maggiore alla scoperta di gruppi come Duran Duran e Cure, Conor scopre una potente passione per la musica.
Gli anni ’80 stanno tornando in una veste che solo fino a pochi anni fa nessuno si sarebbe aspettato, ossia non come emblema dell’eccesso, del capitalismo frenato, di yuppie senza scrupoli dalle spalline imbottite, ma come nostalgia di un tempo perduto e più autentico. Sarà il ricambio generazionale e che chi oggi fa film, negli anni ’80 era un bambino o un adolescente, sarà per il piacere dell’estremo, questo decennio pare essere diventato materiale per idee originali, insieme a un nuovo gusto per il vintage.
Anche Sing Street di John Carney (suoi sono anche il soggetto e la sceneggiatura) percorre questa via traendo spunto dalla musica di quel periodo per raccontare una semplice storia di formazione. Ciò che però rende questo film diverso da altri teen-musical-romance sono proprio gli ’80, anni in cui era ancora possibile essere giovani con dei sogni che avrebbero davvero potuto realizzarsi. Nonostante genitori distratti e concentrati su se stessi, l’innocenza poteva ancora scardinare le regole in un’epoca lontana dai talent show e dalla musica fatta a tavolino dalle major. Che poi le cose non fossero davvero così poco importa, Sing Street non vuole essere un trattato storico, per questo riesce ad essere al contempo malinconico e divertente, mostrando il passato come un traghetto salpato che ha lasciando qualcuno a riva mentre qualcun altro ha avuto il coraggio di sfidare la tempesta.
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