Torna al cinema, per la tredicesima volta, la ciurma di Cappello di Paglia con una nuova avventura tutta d’oro dal titolo One Piece GOLD. Il capitano Luffy e i propri amici, le cui storie animano i cuori dei giovani di tutto il mondo da diciannove anni, tornano all’arrembaggio sul grande schermo.
Arrivati su una nave tutta d’oro, grande quanto una metropoli e riconosciuta dal Governo Mondiale come Stato indipendente e neutrale, Luffy e la propria ciurma vengono accolti con tutti gli onori riservati ai vip.
Solo per poco, però.
L’obiettivo di Gild Tesoro, il re e capitano della nave, è quello di raggirarli al casinò per vip della nave e farli indebitare, così da renderli propri schiavi. La ciurma di Cappello di Paglia dovrà quindi escogitare il modo di liberarsi da questo intrigo in tempo per salvare Zoro, che Tesoro tiene in ostaggio per riscattare il debito da loro contratto.
Si tratta di un film fatto prettamente per i fan. La trama è slegata dalla continuity del manga, ma presenta dei rimandi alla storia regolare, che, tuttavia, sono minimi e possono essere tranquillamente ignorati. Non è, quindi, necessario essere in pari con la serializzazione giapponese per guardare questa pellicola.
La vicenda viene sviscerata in modo comico, annullando la tensione del momento. Zoro è in pericolo di vita, ma il film porta lo spettatore a dimenticarsi di questo particolare e a ridere su situazioni ridicole, costruite appositamente per divertire e che nella trama non servono quasi a nulla.
Ma non è solo la trama a fare un grosso buco nell’acqua.
Gild Tesoro è il classico antagonista con poteri esagerati, che lo rendono paragonabile a una divinità quasi onnipotente, con un ego ancora maggiore e un passato leggermente abbozzato da alcuni flashback finali che, tuttavia, confondono più che spiegare e spezzano il ritmo dei combattimenti senza apparente motivo. Non solo compare poco nel film, nonostante tiri le fila dell’inganno da dietro le quinte, ma è quasi completamente apatico al mondo che lo circonda, comanda a bacchetta i sottoposti e li costringe a fare tutto ciò che vuole, anche a ridere davanti ai brutali tormenti che infligge a chi osa disobbedirgli. Per contro, è più intrigante l'assistente Baccarat che, nei piani ai danni della ciurma di Luffy, svolge un ruolo centrale, lasciando il proprio capo ai margini.
Il fan service è decisamente eccessivo. Il seno dei personaggi femminili è esagerato, al limite dell’umano, e le inquadrature su di essi e su altre rotondità vengono inserite un po’ ovunque e casualmente per alzare l’attenzione del pubblico nei passaggi più noiosi del film. Come nel fumetto, ma molto più di frequente.
Belli i combattimenti anche se, come sempre nei manga e anime giapponesi, non si capisce bene perché le tecniche più potenti vengano sfoderate alla fine, quando i personaggi non dovrebbero avere la forza di usarle ponendo fine agli scontri in cinque secondi. Ma questa è una caratteristica che da Dragon Ball in avanti ci portiamo dietro e, ormai, non viene nemmeno più percepita come sbagliata. Anzi, è assolutamente giusto che sia così.
Sul lato tecnico, invece, nulla da eccepire. Se la trama è quasi completamente assente o sviluppata male, le immagini e le animazioni sono assolutamente ben fatte e reggono il film su un livello mediocre, ma non pessimo. Anche la colonna sonora di Yûki Hayashi e i dialoghi giapponesi sono stati ben studiati e accompagnano le immagini, alzando il livello complessivo.
Sul doppiaggio italiano, tuttavia, chi vi scrive non può dirvi nulla, avendo visto il film in lingua originale sottotitolato.
Volendo quindi tirare le somme, chi vi scrive non si è sentito di andare oltre le tre stelle per questo film, che si basa solo su comicità e fan service. Personalmente parlando, un nemico ben caratterizzato lo ritengo essenziale alla buona riuscita della trama e in One Piece GOLD manca completamente. Ottimo per rilassarsi e farsi due risate in compagnia, ma nulla di più.
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