- Vitae Lux – Trama
- Etiam Caeco – Il problema Kingsglaive
- Mundus Cereris – Eos
- Gallina Scripsit – I personaggi
- Labor Limae – La tecnica
- Casus Belli – Il gameplay
- Deo gratias – Conclusioni
- Post scriptum
La gestazione di Final Fantasy XV è stata lunga e tumultuosa, scombussolata al punto da meritarsi un'intera pagina Wikipedia, neppure fosse la discografia di Cristina D'Avena (che è composta da più di tre centinaia di pubblicazioni, per la cronaca). Square-Enix lo aveva annunciato nel lontano 2006 come Final Fantasy Versus XIII, esclusiva PS3 della collezione multi-mediatica di Fabula Nova Crystallis. L'incubazione si è protratta all'infinito, richiedendo un’ingente forza-lavoro e imponendo radicali stravolgimenti.
Nel frattempo Final Fantasy XIV ha colpito il mercato, è stato giustiziato a causa della disapprovazione comune ed è infine resuscitato con fare messianico, ricostruito da zero per risolvere la miriade di difetti con cui era stato concepito. Quello che doveva essere un'ennesima sfumatura di Final Fantasy XIII ha fatto quindi cadere il proprio retaggio e ha conquistato una sua autonomia, ma dopo dieci anni di attesa e fatiche è in grado di appagare le aspettative o ci troviamo davanti un altro Duke Nukem Forever?
Vitae Lux – Trama
Noctis, giovane principe del regno di Lucis, prende congedo dal proprio trono per convolare a nozze con la sciamana Lunafreya di Tenebrae e consolidare così i trattati di tregua con il pericoloso impero di Niflheim. Gladius, Prompto e Ignis, suoi amici e guardie del corpo, lo scortano con la rombante Regalia che, tanto per iniziare, li lascia a piedi nel mezzo di un deserto, obbligandoli a spingere il defunto bolide sulle note di Stand by me dei Florence and the Machine. Complice il contrattempo, il quartetto non fa in tempo ad allontanarsi prima di essere afflitto dalla terribile notizia della morte del re Regis, padre di Noctis. L'impero, sfruttando la scusa delle cerimonie di pace, si è infatti infiltrato con intenzioni ostili nella capitale del regno, assassinando il sovrano e radendo al suolo la città. I giovani, visti sconvolti i propri piani, si imbarcano in un'epica avventura che li porterà a scoprire i poteri tramandati dagli antichi regnanti e riconquistare ciò che è stato depredato e distrutto dal nemico.
Etiam Caeco – Il problema Kingsglaive
La trama è essenziale e macchiata da un latinorum quasi infantile per la nostra cultura italiana, non c'è che dire. I capitoli introduttivi risultano inoltre scandalosamente striminziti, soffocati all'inverosimile per lasciare campo all'altrimenti superfluo lungometraggio animato noto come Kingslaive. Nulla che renda incomprensibili gli eventi, sia chiaro, ma il primo atto delle vicende di Noctis è evidentemente cannibalizzato dei suoi contenuti, frettoloso e sommario. Gli eventi risultano indeboliti, se non supportati dalla visione del film; quantunque il gioco ne fornisca dei rapidi flash, infatti, essi sono più utili al raggiungimento di una crisi epilettica che a un effettivo meccanismo divulgativo. A reggere la sopravvivenza del videogame intervengono fortunatamente le lussureggianti ambientazioni e le alchimie tra i quattro verbosissimi protagonisti, capaci da sole di attanagliare il pubblico per decine di ore.
Presto disponibile in Digital HD, DVD e Blu-Ray il film prequel di Final Fantasy XV
Kingsglaive – Final Fantasy XV disponibile in Digital HD dal 28 settembre e in DVD e Blu-Ray dal 12 ottobre.
LeggiMundus Cereris – Eos
Il mondo di Eos è la vera star di Final Fantasy XV. Dalle aride pianure alle piovose paludi, la scenografia avvolge interamente il giocatore, rinforzata da quel geniale escamotage che è la Regalia. Quello che in altre situazioni sarebbe divenuto un sandbox privo di carattere, qui preserva la sua dignità imponendo movimenti di locomozione “su binari”, perlopiù automatici, sollevando il giocatore dal tedio della navigazione limitandone allo stesso tempo gli istinti caotici. La risoluzione escogitata dai volponi di programmatori prende le distanze dai castranti “corridoi” unidirezionali caratteristici del tredicesimo episodio della saga: in qualsiasi momento è possibile avventurarsi al di fuori dei limiti imposti, ma solamente a patto di muoversi a piedi, avanzando lentamente e incorrendo nei letali pericoli dei mostri notturni. Prima di andare a ramengo, insomma, viene spontaneo attendere qualche ora, equipaggiarsi opportunamente, recuperare una cavalcatura e frattanto familiarizzare progressivamente con la geografia del dominio di Noctis.
Gallina Scripsit – I personaggi
Il quartetto, dal canto suo, riempie i silenzi con interazioni continue e, tutto sommato, simpatiche, senza tuttavia mai toccare cime memorabili. Considerando i traguardi pregni di drammaticità tipici del brand abbiamo a che fare con una certa pochezza sintomaticamente riscontrabile proprio nei giovani protagonisti, i quali sembrano voler fare affidamento sulla formula tipica dei cartoons degli anni '70/'90. C'è il discutibile leader (Noctis), il secondo che tacitamente guida il gruppo (Gladius), il dotto cervellone (Ignis) e l'istintiva testa calda (Prompto): un team che per profondità fa a gara con le tartarughe ninja, ma che risulta anche essere un apprezzabile cambio di rotta rispetto ai melodrammatici piagnoni al centro di molti giochi di ruolo di stampo giapponese. Detto questo, non sperate di incappare in troppi momenti capaci di entrare nella storia videoludica, dedicandovi a Final Fantasy XV.
Labor Limae – La tecnica
Il tempo e la cura impiegati nella creazione di questo Final Fantasy sono evidenti nei risultati eccezionali perseguiti nel compartimento tecnico. Le grafiche sono appaganti, squisitamente impreziosite da un'ottima direzione artistica e da un design studiato fino ai più minuziosi dettagli. Musicalmente ci troviamo davanti a uno dei capitoli più discreti e silenziosi dell'intera produzione Square-Enix. I brani orchestrali si insinuano con discrezione, quasi a mescolarsi con i mille rumori ambientali, facendosi rispettosamente da parte per lasciare spazio ai suoni vitali delle città e della natura brulla.
Casus Belli – Il gameplay
Molto c'è invece da ridire sul sistema di combattimento, quanto mai lontano dal classico approccio strategico e imbastardito con una frenesia memore dei giochi d'azione (con annessa valutazione delle prestazioni). Non fraintendete, non desidero lagnarmi in onore dei bei tempi andati, preso dalla nostalgia canaglia, quanto sottolineare i programmatori si siano andati a impelagare in un cono d'ombra a loro poco avvezzo e che i risultati ne risentano grandemente. Il sistema di gioco prevede di default un approccio dinamico e cinematografico che, tuttavia, si sposa terribilmente con la gestione delle telecamere e degli spazi, gambizzando gli sfortunati giocatori che si trovano a battagliare nemici volanti o a cercare punti di interesse sopraelevati. Tempo di schiodare l'inquadratura dalle fronde di un cespuglio e si sono già incassati fin troppi danni, finendo col distrarsi dagli avversari per correre in soccorso dei bot martoriati. La modalità detta “riflessiva”, da selezionare agli albori della partita o da ripescare nei menù delle opzioni, è per questi motivi assolutamente raccomandabile, se non indispensabile. Non è in grado di risolvere tutti i problemi, ma la possibilità di sospendere il flusso di gioco a proprio piacimento regala preziosissimi secondi per potersi orientare e contrastare il fin troppo ostile taglio delle inquadrature.
Rispetto alla tradizione, molto è cambiato anche sul frangente della formazione combattiva che affianca il protagonista principale. I compagni sono ormai guidati in toto dall'intelligenza artificiale del sistema di gioco e il loro numero esiguo argina ampiamente la varietà di combinazioni tattiche a cui la saga ci aveva abituati. Lasciati alle spalle i “mestieri” che determinavano i talenti dei personaggi e depennando del tutto la chance di alterare la composizione del team, non resta che adeguarsi ai combattenti prefabbricati, consapevoli di non poterli personalizzare adeguatamente neppure con la progressione dei livelli.
Questo approccio, che molti fan di lungo periodo potrebbero valutare negativamente, si sposa con la scelta deliberata di alleggerire e rendere spontanee molte delle meccaniche ludiche a cui in passato era necessario dedicare tempo. Un esempio per eccellenza sono le magie, elemento quasi alieno al mondo di Eos, le quali ripudiano le infinite sfaccettature per concentrarsi specificatamente su fuoco, fulmine e ghiaccio. Anche l'importanza delle evocazioni, topos della saga, viene qui significativamente ridimensionata, rendendo le creature mistiche inconsistenti e poco affidabili. Vero è che il proporre varietà belliche più impegnative, prendendo atto delle scelte di giocabilità intraprese dagli sviluppatori, avrebbe solamente condotto a infiniti episodi di frustrante furore. Vale la pena appoggiare questa decisione tanto audace quanto funzionale, visto che i potenziali effetti dell'incantesimo “meteor” sarebbero totalmente ingestibili (e autolesionistici).
L'incontro con Hajime Tabata a Lucca Comics & Games 2016
L'incontro lucchese con il mitico ideatore di Final Fantasy.
LeggiDeo gratias – Conclusioni
Dopo tutte queste alterazioni, Final Fantasy XV è capace di offrire quell'impatto emozionale che solo la saga della “fantasia finale” è in grado di regalare? Sorprendentemente si. Oltre agli intramontabili elementi ricorrenti della serie e ai numerosi riferimenti, infatti, questo quindicesimo capitolo è in grado come non mai di generare una galassia rigogliosa e colorata. Pur non prefiggendosi uno scopo simulativo pianificando la vita dei singoli abitanti di Eos (per quello toccherà aspettare il ritorno di Shenmue), è innegabile che le vaste lande siano dotate di un carisma che tracima di molto le necessità puramente funzionali.
La confezione del disco custodisce un biglietto di ringraziamento firmato da tutti gli addetti ai lavori, la primissima schermata di gioco rende omaggio ai veterani quanto ai neofiti e le colonne sonore delle passate installazioni della serie compaiono nella libreria musicale del veicolo messo a disposizione. Nonostante i difetti, insomma, è chiaro che sia stato dedicato molto affetto all'operazione e che l'allontanamento dall'approccio sterile e lucrativo di Fabula Nova Crystallis abbia portato solamente buoni frutti. Non siamo ancora ai fasti raggiunti da Square-Enix negli anni '90/2000, ma l'avventura di Noctis bussa alla porta con il tocco di un amico scomparso da molto tempo che cerca di riottenere una sopita fiducia.
Post scriptum
Final Fantasy XV è gradevole, ma gravato da una dose ingente di imperfezioni che finisce col fiaccarne le potenzialità: il sistema di controllo inadeguato e la trama cannibalizzata in primis. Si sottolinea inoltre che recentemente gli sviluppatori hanno dichiarato di voler apportare numerose modifiche gratuite. I cambiamenti andranno, dice il game director Hajime Tabata (molti lo avranno visto all’ultimo Lucca Comics & Games), ad aggiungere numerosi filmati in computer grafica utili a riempire i buchi narrativi che affliggono l'intera esperienza di gioco, a ribilanciare le dinamiche del gameplay, a permettere all'utenza di adoperare in maniera stabile personaggi diversi da quelli prestabiliti o di crearne di completamente originali.
Ovviamente questo massiccio make-over andrà a variare (in meglio?) gli equilibri del titolo correggendo molte delle pecche criticate qui sopra, ma non possiamo giudicare il videogame sulla fiducia e per ora ci troviamo tra le mani un'avventura che manca di slancio e si salva di poco dalla mediocrità.
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