Oltre le nuvole – Il luogo promessoci è il primo film animato diretto e scritto da Makoto Shinkai. Appartiene al genere ucronico e narra una Storia alternativa partendo da un fatto vero: la Seconda Guerra Mondiale.
Nel mondo di Oltre le nuvole il Giappone è diviso in due parti, ciascuna delle quali è controllata da una grande superpotenza (USA e Unione Sovietica). Durante gli anni novanta il paese viene unificato (probabilmente sotto l’influenza americana, ma non è esplicitato nel film), soltanto Hokkaido (una delle isole dell’arcipelago giapponese) rimane sotto l'influenza sovietica. Lì viene costruita una torre altissima, che è un’arma pericolosissima in grado di creare una dimensione alternativa in grado di cambiare il mondo.
Due compagni di scuola, Hiroki Fujisawa e Takuya Shirakawa, sognano di costruire un aereo per arrivare alla cima della torre, per vedere cosa ci sia oltre le nuvole. Una loro compagna e amica, Sayuri Sawatari, si appassiona alla vicenda e chiede di partecipare al volo che raggiungerà la vetta. Purtroppo, come in ogni bella tragedia tragediosa le cose non vanno mai lisce. Dopo le vacanze estive la fanciulla sparisce e i due compagni si allontanano: Hiroki si iscrive all’università (o equivalente tale) di Tokio tentando di dimenticare Sayuri e Takuya diventa fisico e sviluppa la ricerca sugli universi paralleli. Finalmente si scopre che la fanciulla scomparsa è affetta da una violenta narcolessia (cosa che affligge anche lo spettatore che non poteva essere esonerato dall’assenza di complicazioni sanitarie della pulzella da salvare). Nonostante tutto l’amore mai espresso e mai evidenziato fra Hiroki, che soffre solo e derelitto a Tokio, e Sayuri, in stato catatonico a Hokkaido, li mette in comunicazione e tramite visione e sogni i due ragazzi si vedono in una realtà alternativa, quella che la torre è in grado di creare, proprio quella contro cui Takuya studia e che vuole evitare si verifichi.
La storia, che non ha la leggerezza di Your Name, ha tutti gli elementi dello scardinamento amoroso e della tragedia criptico-autistica giapponese. Gli elementi simbolici sono usati in modo manieristico e forzato, non c’è scorrevolezza nella trama, che salta senza consequenzialità (va benissimo il montaggio veloce, ma che sia comprensibile) e risulta noiosa e lunga.
L’animazione, punto forte di Shinkai, è molto bella per quanto riguarda le ambientazioni, la luce, ma molto televisiva e poco curata per quanto riguarda le figure.
Anche le musiche sono enfatiche e tendono a punire lo spettatore, neanche fossero riti di purificazione karmica.
In linea con le situazioni sociopolitiche contemporanee, anche se il film è del 2004, la visione pessimistica del futuro non lascia possibilità e alternative positive.
Nonostante tutto Oltre le nuvole è interessante per comprendere l’evoluzione di un regista sensibile, che nel tempo si è evoluto. La speranza è che possa imparare l’arte dell’alleggerimento della comunicazione mantenendo la profondità degli argomenti trattati.
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