Quando da piccola vedevo i Puffi rimanevo sempre affascinata da questi esseri blu e dalla loro perigliosa vita, ma allo stesso tempo sconvolta dalla loro organizzazione sociale. Ho visto l’episodio della nascita di Puffetta e mi dispiacque moltissimo constatare la sua solitudine: unica puffa in un villaggio di puffi.
I Puffi: viaggio nella foresta segreta è la loro nuova avventura, per la prima volta tutta in CGI, e presenta i protagonisti (Puffetta, Quattrocchi, Forzuto e Tontolone), alle prese con la mappa misteriosa di una foresta proibita in cui è nascosto un villaggio pieno di creature magiche, che rimandano un po’ troppo all’immaginario Disney di Alice. Se fossero citazioni dichiarate potrebbero, nonostante tutto, trovare una pseudo giustificazione, ma a nulla si fa riferimento nelle dichiarazioni di regista, produttori e artisti che hanno lavorato al film.
È vero che il film visivamente è molto bello. L’ambientazione, la fisionomia, i colori sono quelli tradizionali di Peyo, che lo stesso regista Kelly Asbury dice di voler onorare, ma sono proprio gli animali fantastici del villaggio nascosto che ricordano la dondolibellula, i fiori umanizzati e le farfalle di pancarrè a ricordare il paese delle meraviglie e Puffetta sembra proprio una nouvelle Alice, intenzionata a trovare un posto nell’universo, dimostrando il proprio valore e la propria indipendenza.
Quindi rivendicazione al femminile in un mondo di Puffi, che mai si era posto il problema. I tempi sono cambiati e probabilmente era necessaria questa virata per incontrare il pubblico, anche piccino, sempre più consapevole (cosa sia poi veramente l’autocoscienza e la rivendicazione dei propri diritti è un altro discorso, ma non possiamo pretendere che un film animato per bambini abbia anche l’introspezione psicologica delle lotte femministe).
Dopo il momento tragico, vissuto in modo molto partecipato dai bambini in sala, è garantito il lieto fine (non poteva essere altrimenti).
Nonostante questi nei la storia scorre, Gargamella è un cattivo da manuale, con tanto di spiegoni al mondo sulle passate e future malefatte; Birba è simpatica e in aggiunta c’è Monty, una sedicente aquila, in realtà una poiana squinternata e strabica. Molto carina la trovata di Tecno, la coccinella braccio destro di Quattrocchi, che funge da smartphone tecnologicamente avanzato, con fotocamera e stampante.
Il pubblico dei piccoli viene soddisfatto dalla visione, quello dei grandi un po’ meno.
Ultima nota: le musiche abbastanza terrificanti, che assordano gli spettatori con lo stile disco e che purtroppo concludono il film animato, lasciando un po’ tramortiti.
A parte questo è un piacevole passatempo che permette di svagarsi.
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