Abbandonata alcuni anni fa la tradizionale narrativa d’invenzione, Filippo Tuena sta percorrendo un cammino molto particolare fatto di rivisitazioni, frammenti d’immagine, variazioni sul tema nel quale riprende storie vissute da altri e sedimentate nella nostra immaginazione per cercare di capire cos’abbiano ancora da dire.
Com’è trascorsa la notte ha il suo punto di partenza nella commedia più famosa di William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate, della quale segue le svolte. Inizia da lì, dall’opera shakespeariana, con i suoi personaggi e i suoi battibecchi, ma non ne è una semplice riscrittura. Piuttosto è un viaggio intorno ai suoi temi, all’interno delle sue scene, in un continuo rimando di piani che passa dallo spettatore della commedia agli attori che interpretano i vari ruoli e ai personaggi stessi che dagli attori vengono interpretati. Chi, fra loro, è più reale? Chi è in grado di andare più in profondità e svelare il mistero che si cela al cuore di tutto, l’amore?
I dialoghi sono quasi assenti e la vicenda è portata avanti dall’intersecarsi di monologhi di figure più o meno consapevoli di essere state messe in scena, che sia teatro o vita vera, e di dover portare avanti un ruolo da cui, a volte loro malgrado, sono definite. Sparite le relazioni fra i personaggi domina una frammentarietà in cui ciascuno ha qualcosa da dire, un punto da portare avanti, un dubbio da inseguire che si riflette nell’interiorità, esteriorizzata come in una confessione, delle altre figure, con cui però non ha alcun rapporto. Allo stesso modo non hanno rapporto con i personaggi, eppure in qualche modo riecheggiano le loro parole, le parti saggistiche che narrano la storia dell’opera teatrale, della fortuna dei personaggi e delle raffigurazioni che all’opera sono legate, le foto dei dipinti di Johann Heinrich Füssli o di alcune pagine antiche che illuminando uno degli elementi della commedia oscurano gli altri.
Spetta quindi al lettore riunire i frammenti per costruirsi il proprio percorso che mescola il sogno con l’amore e che, come Titania, non riesce a spiegare una volta per tutte com’è trascorsa la notte.
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