Il mondo ordinario del dodicenne Conor (Lewis MacDougall) è complicato.
La madre (Felicity Jones) è gravemente malata e l'ipotesi che alla sua morte sia costretto a vivere con la nonna (Sigourney Weaver) è peggiore di un incubo. Peggiore dei bulli che lo perseguitano a scuola, peggiore dell'assenza del padre (Toby Kebbell) che, separato dalla madre vive negli Stati Uniti.
Una notte, alle 12.07 o Sette minuti dopo la mezzanotte, in questo mondo di dolore e silenzi, arriva l'inatteso, lo straordinario.
Un albero antico, un tasso che si trova nel cimitero vicino alla casa, sembra prendere vita, diventando una creatura minacciosa e possente, che non vuole però fare male al bambino, bensì solo parlare con lui, cercando di rompere la barriera del suo silenzio.
Promette a Conor altre visite. Anzi gli promette che, apparendo ogni volta alla stessa ora, gli avrebbe raccontato tre storie. Alla quarta volta sarebbe arrivato poi il turno di Conor di raccontare una storia.
Conor non crede di avere una storia da raccontare, ma le apparizioni della creatura, le storie che essa narrerà, sembreranno avere uno stretto legame con la sua vita e i suoi incubi, conducendolo in un viaggio di scoperta, nel quale sarà accompagnato dal suo tenebroso mentore.
Sette minuti dopo la mezzanotte, diretto da Juan Antonio Bayona, allievo di Guillermo del Toro, è l'adattamento cinematografico della omonima fiaba nera per ragazzi di Patrick Ness, qui presente in veste di sceneggiatore.
Si tratta di una drammatica storia di formazione, schietta e priva degli eufemismi con cui spesso si raccontano le storie ai bambini. Si parla di morte e di malattia, di scelte dolorose di vita, in modo chiaro, dando il giusto nome alle cose.
Il mondo di Conor è reale. Le apparizioni della creatura posizionate inizialmente nel limbo tra onirico e fantastico, per poi, durante la vicenda essere inquadrate nella giusta posizione.
La messa in scena è convincente e piena d'immaginazione. A rendere immersiva l'esperienza contribuisce anche l'ottimo cast, in cui sono veramente tutti bravi, con un brillante cameo di Geraldine Chaplin. Liam Neeson è presente in motion capture nella parte della creatura, da lui doppiata nella versione originale.
La sceneggiatura pecca di qualche ridondanza nell'enunciare i suoi concetti. Forse a uso degli spettatori più distratti. In molte occasioni non ci sarebbe stato bisogno di ripetere quanto espresso in maniera potente e chiara dal racconto per immagini. E in alcuni momenti anche alcune immagini ridondano.
Sette minuti dopo la mezzanotte è comunque un film che riesce nell'obiettivo di fare luce sulla più cupa realtà con le metafore del fantastico. Toccherà certamente delle corde emotive negli spettatori.
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