Con la tiepida accoglienza che sta ricevendo il suo ultimo film, Valerian, non sorprende che il regista Luc Besson mostri il dente avvelenato nei confronti del cinema contemporaneo snocciolando caustici commenti. Durante una recente video-intervista con per il giornale brasiliano CinePOP, infatti, ha espresso severi giudizi nei confronti del genere che sta dominando il mercato: il lungometraggio supereroistico.
Mi hanno stufato del tutto
, ha dichiarato il film-maker francese. Erano grandiosi dieci anni fa quando abbiamo visto il Spider-man, Iron man… Ora siamo al numero 5, 6, 7; i supereroi lavorano con altri supereroi, ma non sono più parte della stessa famiglia. Sono perso.
Ma quello che mi infastidisce maggiormente è il come vogliano sempre mostrare la supremazia dell’America e quanto siano grandi. Voglio dire, quale avrebbe il fegato di chiamare un film “Capitan Brasile”? O “Capitan Francia”? Nessuno! Saremmo troppo imbarazzati e diremmo “no, no, dai, non possiamo chiamarlo così”. Loro possono. Loro lo chiamano “Captain America” e tutti pensano che sia normale. Io [contrariamente ai cineasti americani] non sono qui per fare propaganda, ma per raccontare una storia.
C’è altresì da ammettere che questa risposta sia stata generata da un quesito fazioso da parte dell’intervistatore, ma inutile negare corrisponda alla posizioni di altri celebri registi quali Steven Spielberg. Besson, più avanti nell’intervista, contestualizza la sua affermazione sottolineando quanto sia più opportuno promuovere a protagonisti personaggi di tutti i giorni.
Ridley Scott boccia i supereroi preferendo film intelligenti
Confessandosi alla stampa, Sir Ridley Scott ammette di non apprezzare i film supereroistici, ma anche di essere preoccupato per l'industria cinematografica in generale.
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Il grande regista ha azzardato una predizione quanto meno azzardata, che ha fatto subito discutere: i film sui Supereroi hanno beneficiato di un ciclo che è destinato a finire, e presto o tardi saranno quasi dimenticati, come i Western.
LeggiSono persone normali come me e te […] fanno il loro lavoro. Ma ogni tanto possono essere eroici. Ed è questo che amo di loro, posso relazionarmici. Non posso relazionarmi ai supereroi, non ho superpoteri e non mi piace la calzamaglia.
In sostanza Luc Besson risale alle origini propagandistiche dei fumetti, suggerendo che la loro attuale rivisitazione cinematografica non abbia maturato la prospettiva d'origine e che tuttora promuova l’irrefrenabile potenza statunitense. Ovviamente questa sua interpretazione è facilmente confutabile, più che altro perché i film Marvel e DC a cui fa riferimento hanno più volte dimostrato di essere ironici o critici nei confronti di alcuni aspetti culturali degli Stati Uniti.
La DC potrebbe fare film migliori ma incassa abbastanza così!
L'AD della Warner Jeff Bewks ha dichiarato che la loro strategia funziona al botteghino ma stanno comunque cercando di migliorare i loro “piccolissimi errori al livello creativo”.
LeggiLe pellicole in questione, piuttosto, sostengono un modo di vivere pregno di valori di radice americana che, oramai, si sono liberati delle barriere nazionali per vestire panorami più ampi. Luc Besson, pur sbagliando mira, se la prende con il neoliberismo, segreto spauracchio del mondo contemporaneo, che con le sue forme suadenti sta seducendo ogni Stato dotato di risorse economiche sufficienti, a prescindere dalle credenze politiche e religiose.
Per quanto riguarda la serializzazione in multiversi “inter-familiari”, tuttavia, il regista rende pubblica un’opinione sempre più diffusa ma così sporadicamente esplicitata: la sofferenza creativa legata a serializzazioni forzate e stanche di blockbuster che oberano il mercato della celluloide. Raramente i film da botteghino si sono dimostrati artisticamente ambiziosi nella scelta dei loro traguardi, ma mai prima d’ora era capitato di assistere a monopoli tanto coriacei e martellanti.
Se Transformers e Fast and Furious sono arrivati rispettivamente al quinto e all’ottavo capitolo appoggiandosi a trame tutt’altro che da Oscar, l’universo Marvel sfiorerà il diciassettesimo lungometraggio con Thor: Ragnarok prossimo venturo. Si tratta di pellicole che originariamente erano pensate come indipendenti e autonome, ma col passare degli anni sono state forzate a una tabella di marcia opprimente inasprita da un progressivo appiattimento stilistico e tematico.
In poche parole si è andato a creare un sistema in cui, per apprezzare appieno i contenuti di una trama, è necessario visionare anche tutti i prodotti satellite, pur consapevoli che i personaggi non potranno vantare vere evoluzioni fintanto che non si sarà raggiunto l’epilogo voluto dalla Disney: il quarto film degli Avengers.
Per quanto riguarda Besson resta da vedere come questa sfuriata andrà a influire sulla sua carriera (Lèon, Il quinto elemento). Per come vanno le cose il tutto potrebbe persino giocare a suo favore, magari con produttori volenterosi e pronti a offrire un’alternativa a questa strategia disneyana imitata in malo modo persino dalla diretta concorrente, la DC.
6 commenti
Aggiungi un commentoComplimenti per l'acutezza visiva. Non mi ero proprio accorto che era la versione precedente della Timeline.
Correggo il refuso appena possibile. Del resto dell'articolo hai una opinione?
Agli inizi degli anni 90 le edicole e le fumetterie vennero inondate di comics supereroistici prodotti da Marvel, DC, Image, Valiant e assistemmo al proloferare di testate, cross over, storyline dalla rigida continuity dove tutto cambiava per non cambiare nulla. Morti, resurrezioni, e pgni specie di evento pur di vendere centinaia di copie. Tutto ciò portö anche a godere di buone storie e far crescere autori poi divenuti grandi. Ma il mercato so contrasse poi inevitabilmente e ora le giovani generazioni sono più mangofile che supereeroistiche.
Penso che prima o poi l'inflazione porterà ad un naturale esaurimento del genere cinematografico.
Vedremo...
avevo guardato l'immagine per sapere le date di uscita dei film
luc besson ormai sembra un vecchio che ripete " ai miei tempi era meglio "
personalmente penso che la Marvel abbia scelto un percorso di film come serie tv ed è molto attenta ad essere coerente con tutte le trame tra film e serie tv per quello può andare avanti ancora per anni
Il vero problema non è che sono arroganti loro (cosa vera, ovviamente), è che si è culturalmente appecorato tutto il resto del mondo, o quasi. Insomma, loro possono chiamare i loro super eroi come vogliono, possono glorificarsi pure con l'immaginazione, a noi non dovrebbe fregarcene. Ma non dovremmo sbavare per queste minchiate nazionalistiche e sceme. Purtroppo il pubblico lo fa, e apprezza, perché culturalmente prono ad accogliere ogni stronzata che abbia il marchio "Amerrega" sulla copertina.
Vardate che capita anche fuori dal cinema.
Mah, alla fine di intrattenimento parliamo.
Di recente in un documentario sul cinema ho sentito una definizione dei disaster movie anni '70 (Terremoto, Inferno di Cristallo, Airport etc...) che secondo me calza con gli odierni film di supereroi:
"film pieni di grandi attori, con un budget superiore alle loro ambizioni".
Ecco il punto è tutto qua. È materiale da intrattenimento. Se non piacciono nessuno obbliga a vederli. I gusti sono gusti.
Non hanno pretese artistiche o progettualità che non siano quelle di divertire.
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