Un altro imperdibile appuntamento al MUDEC con la mostra EGITTO La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II.
Conosciuto anche come Amenhotep II, figlio di Thutmose III e di Merira Hatshepsut (che non è quella importantissima faraona, zia e matrigna di Thutmose III), il futuro faraone nacque a Menfi.
Presto si distinse per la prestanza fisica, le sue ottime di tiratore con l’arco, vogatore, cavaliere, doti importantissime per un capo dell’epoca, che proseguì la politica del padre, cercando, però, di allagare i confini del regno, come si vede dalle notizie documentate nelle stele ritrovate sia ad Amda, a Karnak e a Menfi. Doveva essere un maschilista di grande determinazione. Con lui nessuna notizia sulle mogli, o su personalità femminili che potessero oscurare la sua figura, o men che meno, reggere con lui il regno, come era successo con la sua matrigna Hatshepsut, di cui tentò di rimuovere la memoria dai monumenti, o dalle raffigurazioni con l’avallo del padre (e qui tacciò ogni commento, tanto è Storia).
Per anni non si seppe nulla di questo faraone, finché nel 1898 Victor Loret, l’archeologo dei vasi, scoprì la sua tomba, conosciuta come KV35, contenente ancora la mummia del sovrano nel sarcofago originale. Inoltre essendo stata considerata una tomba più sicura di altre dai furti, venne usata come nascondiglio di svariate salme reali. Tra gli altri corpi ritrovati da Loret nella tomba, quasi come punizione del contrappasso per il povero Amenofi II, anche quelli della madre e della nonna di Tutankhamon: lui che fu per secoli oscurato dalla figura del padre, che volle dare all’oblio le figure femminili a lui vicine, ecco che nell’ultima dimora fu costretto a dividerla con donne non direttamente a lui collegate.
La cosa più interessante è poter entrare, o almeno annusare la vita quotidiana, immaginare come potessero essere le abitudini, la moda della corte del faraone. Vedere gioielli, oggetti di tendenza dell’epoca (in ogni epoca c’è stata una moda), ridimensionano la convinzione di avere raggiunto dei livelli di gusto avanzati. Quegli oggetti sono modernissimi e spesso i gioiellieri, gli orafi, ma anche i designer si sono ispirati all’elegante essenzialità egiziana.
Altro discorso l’ambito funerario, che illumina la tecnologia a cui erano arrivati anche in campo medico conservativo questo affascinante e straordinario popolo.
La mostra sarà aperta fino al 7 gennaio 2018 al MUDEC (Via Tortona, 56) ORARI Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐22.30
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