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A cavallo della notte tra 16 e 17 novembre i rappresentanti di tutte le major hollywoodiane si sono presentate in una stanza per contendersi il diritto a finanziare il nuovo film del leggendario regista Quentin Tarantino. Solo Disney ha ritenuto opportuno astenersi, probabilmente per prendere le distanze da contenuti tanto poco adatti al target family friendly a cui mira. In effetti quel poco che si sa di #9 – questo il titolo temporaneo del lungometraggio – non può che far suonare mille campanelli d’allarme a tutti quei finanziatori che vogliono girare alla larga da eventuali polveroni mediatici.
Sarà ambientato tra gli anni Sessanta e Settanta e Margot Robbie (The wolf of wall street, Suicide Squad) interpreterà il ruolo di Sharon Tate, attrice e sposa di Roman Polanski che venne trucidata dai seguaci di Charles Manson al suo ottavo mese di gravidanza. L’idea che il film possa incentrarsi su Manson, personaggio tanto discusso – peraltro deceduto due giorni dopo la suddetta riunione – ha già scatenato mille lamentele, ma bisogna ricordare come Tarantino ha già trattato questioni complesse quali la schiavitù e il nazismo: non è insolito a minare le certezze storiche con stravolgimenti surreali, trascinandole in un universo coeso tutto suo che è più fantastico che verosimile.
Affianco a Margot Robbie dovrebbero comparire anche due ruoli maschili, proposti a oggi a Tom Cruise (Magnolia, La Mummia), Brad Pitt (Troy, World War Z) e Leonardo DiCaprio (The Aviator, Critters 3). Si preannuncia un cast stellare e una produzione curata al pari di The Hateful Eight, peraltro contro ogni aspettativa. Questa sanguinosa ricerca fondi è infatti figlia dello scandalo delle molestie sessuali partita dal produttore Harvey Weinstein. The Weinstein Company si è lanciata e consolidata grazie ai film di Tarantino al punto che il fondatore stesso chiamava scherzosamente la sua creatura come “la casa messa in piedi da Quentin”. Con il fuggi fuggi generale e i boicottaggi a tutto ciò che è accusato di comportamenti scorretti e abusatori, Tarantino non ha potuto fare altro che bussare ad altre porte.
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Porte che evidentemente si sono aperte senza farlo aspettare troppo all’uscio. Tom Rothman, presidente della Sony Pictures, ha divulgato una mail interna all’azienda per congratularsi coi suoi dipendenti e per annunciare loro formalmente (la notizia era già filtrata per vie ufficiose) la conquista dell’ultima opera tarantiniana. La produzione vedrà il via a metà 2018, l’uscita è prevista per il 2019, mentre il budget sfiorerà quello di Django Unchained – circa 50$ milioni. Il film sarà ambientato a Los Angeles e, a dire del regista stesso, avrà molto in comune con Pulp Fiction.
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