E se a tornare, da un portale direttamente collegato con il regno dei morti, fosse Benito Mussolini?
Questa è la domanda che si pone Sono tornato, versione italiana di Lui è tornato, film tedesco (adattamento di un libro omonimo) che la stessa domanda se la poneva con Adolf Hitler.
Benito Mussolini (Massimo Popolizio) torna in un'Italia che per lui è peggio di un incubo. Ma il fortuito incontro con Andrea Canaletti (Frank Matano) aspirante produttore e regista televisivo, lo mette a contatto con uno degli strumenti della propaganda di oggi: la televisione.
Dopo un viaggio per l'Italia per girare un improbabile documentario con Andrea, Mussolini, che tutti ritengono un comico molto somigliante e nulla più, viene reso protagonista di uno show tutto suo, trovandosi al centro di uno scontro di potere tra i due ambiziosi dirigenti di un network televisivo Katia Bellini (Stefania Rocca) e Daniele Leonardi (Gioele Dix).
Di paradosso in paradosso, le reazioni del pubblico alle parole e alle azioni di Mussolini diventano sempre più parossistiche, mettendo in evidenza mali e storture del nostro paese. Il risultato è abbastanza noto. Come molti demagoghi di ieri, oggi e probabilmente domani, anche Mussolini è più effetto che causa delle storture della società.
Sono tornato è diretto da Luca Miniero con senso del ritmo, con un cast di protagonisti e comprimari che funziona molto bene, su tutti ovviamente Populizio che riesce a essere grottesco senza essere eccessivamente macchiettistico.
È chiaramente un film che mescola fantastico e satira sociale e politica. Proiettato nel pieno di una campagna elettorale che vede ritorni di vivi che sembrano morti, questo morto che torna da vivo non farebbe neanche tanta impressione, se non fosse una delle figure più lorde di sangue della storia italiana e mondiale.
Il film in effetti riflette sulla frenesia creata dal personaggio e non fa sconti. Sicuramente carne al fuoco poteva essercene. Ritengo poco sfruttato e appena lambito dalla pur efficace sceneggiatura di Nicola Guaglianone (Lo chiamavano Jeeg Robot) il potenziale della comunicazione sulla rete, vero oggetto della propaganda dei nostri giorni, più del bolso mezzo televisivo di questa storia.
In ogni caso Sono tornato è la conferma che, sia pur in forma derivativa in questo caso, il cinema italiano sta cercando linguaggi che vanno oltre il film intimista o la commedia ridanciana fine a se stessa.
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