Nel lontano e coloratissimo regno di Groovynham è tornato, dopo lunghi anni di studi, il mago Sorriso accompagnato dalla sua amata fidanzata Mary. Il ragazzo è così entusiasta che, quando viene accolto dai paesani festosi, dona a tutti il buon umore. Peccato però che nessuno prenda più seriamente il proprio lavoro e il Paese piomba nel caos più completo. Quando Sorriso arriva al cospetto del re questi è furioso e lo vuole arrestare, il mago riesce però a fuggire ma la stessa sorte non tocca a Mary che viene esiliata nel nostro mondo nella Londra degli anni ’70. La donna continua ad amare Sorriso nonostante gli anni passino e costruisce un Luna Park a immagine e somiglianza del regno di Groovynham, infondendo al nipote Terry l’amore per quella terra lontana. Sarà proprio lui a varcare la soglia che divide i due mondi ma, invece del buon Sorriso incontra il furioso Broncio, determinato a rendere tutti i sudditi del regno infelici quanto lo è lui dalla scomparsa di Mary. L’unica a salvarsi dalla magia è la capricciosa principessa Alba che, insieme a Terry, deve trovare il modo di riportare il buon umore tra i suoi concittadini.
Cooproduzione inglese e messicana, È arrivato il Broncio mostra dai primi fotogrammi una certa carenza tecnica un po’ difficile da superare in anni in cui lo spettatore di prodotti di animazione in computer grafica, ha visto l’asticella salire sempre di più. Prodotti come Trolls, I Minions o Pets tecnicamente ineccepibili, hanno stabilito un canone estetico con cui bisogna per forza fare i conti. Purtroppo la pellicola di Andres Couturier sembra vecchia di qualche decennio, anche se il character design Craig Kellman, già autore dei personaggi di Hotel Transylvania e di Madagascar, anche qui fa un lavoro discreto.
Per ciò che concerne invece la sceneggiatura come spesso accade per l’animazione, anche È arrivato il Broncio, punta a far divertire sia grandi che piccoli. Personaggi come la principessa Alba ossessionata dall’arrivo del “Principe Azzurro”, o tutta la parte dell’Oracolo sono abbastanza divertenti, ma anche in questo caso strappano al massimo qualche sorriso. Insomma i genitori non si annoieranno per aver passato un’ora e mezza al cinema ma spereranno di non dover comprare il DVD, mentre i bambini si divertiranno senza desiderare nessun tipo di merchandising.
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