Made in Abyss di Akihito Tsukushi è un manga pubblicato inizialmente come webcomic, ancora in corso, sul sito della casa editrice giapponese Takeshobo e raccolto in sei volumi. J-Pop, sull’onda dell’omonima serie animata di successo, porta in Italia il primo numero di questo manga ambientato sulla superficie e nelle profondità di un immenso pozzo dalla dimensione sconosciuta.
L’Abisso nasconde cimeli di un’arcaica civiltà scomparsa, oltre a creature pericolose e alla vegetazione potenzialmente mortale. Inoltre, la risalita causa diversi effetti collaterali: da semplici vertigini e nausea, fino a gravi complicazioni fisiche, giungendo persino alla confusione mentale e alla morte mano a mano che ci si spinge negli strati più profondi. Come una scalata estrema in alta montagna, ma ribaltata. Per questo è necessario acquisire un’adeguata preparazione prima di affrontare l’esplorazione più avanzata.
Riko, la protagonista della storia, è una giovane Cercatrice dell’Abisso impegnata a esplorare l’immenso baratro in cerca degli antichi manufatti. Ha il permesso di agire soltanto nello strato più superficiale, dal momento che non ha ancora l’esperienza per spingersi più in profondità.
Un giorno, durante una semplice spedizione di addestramento, Riko si imbatte in Reg: un robottino che assomiglia moltissimo a un essere umano e sembra giungere proprio dal fondo dell’Abisso, anche se non ne conserva alcuna memoria.
La ragazzina vive in un orfanotrofio insieme ad altri coetanei, impegnati come lei nell’addestramento per diventare Cercatori (e a combinare un mucchio di guai), attraverso vere e proprie lezioni scolastiche e spedizioni sul campo, supervisionate da Cercatori più esperti. Insieme, tengono nascosto Reg dagli sguardi indiscreti degli altri abitanti della superficie, facendo amicizia con lui e scoprendo i suoi incredibili poteri, incuriositi da quella macchina tanto prodigiosa, capace di provare sentimenti umani.
Riko, però, porta sulle spalle una pesante eredità: è la figlia di una famosa e rinomata cercatrice, che si è inoltrata nelle profondità più di chiunque altro e da molto tempo non è più risalita in superficie. Spinta dalla curiosità di scoprire le origini di Reg e contando sull’aiuto delle sue formidabili capacità, i due si avventurano nell’Abisso, cercando nel frattempo di raggiungere, ed eventualmente soccorrere, la madre dispersa.
L’Abisso possiede un vero e proprio ecosistema, che vive di regole proprie, come il mondo sotterraneo che aspetta gli eroi del Viaggio al centro della Terra di Jules Verne. Anche in quell'occasione si trattava di esplorare gli abissi di un enorme cratere, ma nelle viscere di un vulcano Islandese.
Akihito Tsukushi giustifica l'esistenza di questa enorme voragine, invece, ambientandola in un mondo di completa fantasia, dove tutto il possibile è già stato esplorato, rendendo l'Abisso l'unico luogo ancora capace di suscitare mistero e curiosità nella popolazione.
Non è da sottovalutare anche qualche rimando alla struttura stratificata dell’Inferno di Dante.
Un’ulteriore strizzata d’occhio verso un altro medium, in questo caso i videogiochi, è l’elmetto con i cornini che indossa il robottino Reg. Assomiglia vagamente all’aspetto di Ico, protagonista dell’omonimo videogioco cult di Fumito Ueda. I rimandi non si fermano qui: il rapporto tra Ico e la sua compagna di avventura Yorda richiama vagamente quello tra Reg e Riko. Anche la potenza dei suoi armamenti nascosti ricorda un’icona videoludica: Reg è un piccolo e potente androide come Mega Man.
Ad approfondire le meraviglie dell’Abisso ci pensano le pagine di intermezzo tra i capitoli, che alternano un dettagliato bestiario a schede con le proprietà dei cimeli che si possono trovare durante l’esplorazione.
A dispetto del disegno dallo stile morbido e acquerelloso, la storia affronta tematiche mature approfondendo gradualmente i caratteri, le ambizioni e le paure dei personaggi. Nonostante i misteri dell’enorme voragine siano l’elemento più affascinante da sviscerare, tutto ruota intorno al desiderio di scoperta e alle emozioni dei protagonisti, lasciando l’Abisso e le sue caratteristiche come un grande teatro di sfondo, che si impara a conoscere poco per volta.
L’unica nota leggermente stonata è legata alla colorazione. Sembra quasi che le tavole fossero inizialmente colorate, come quelle di apertura, per poi essere portate a una forzata scala di grigi in fase di pubblicazione. Questo comporta una leggera perdita del tratto del disegno e un generale senso di appesantimento. Una sensazione, però, che svanisce proseguendo con la lettura.
Sarà che la curiosità per l’esplorazione e per i reperti antichi hanno sempre suscitato un certo fascino nel genere umano. Sarà che chi vi scrive è anche appassionato di videogiochi. Però questa discesa nell’abisso, con tutta una serie di regole da rispettare, oggetti con proprietà uniche e un ricchissimo bestiario, ha saputo creare una certa dose di interesse fin dall’annuncio. Per il momento l’attenzione resta alta e il desiderio di scoprire come proseguirà l’avventura è molto forte.
Infine, vi consigliamo di recuperare la colonna sonora dell’anime omonimo e di ascoltarla in sottofondo durante la lettura. Saprà creare l’atmosfera giusta.
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