L’attesa è finita. Approda oggi, 24 aprile, nelle sale uno dei lungometraggi più chiacchierati di questa primavera, quel Loro 1 che sin dal trailer ha fatto storcere il naso a molti, quasi certi (e si sbagliavano) che la bravura di Toni Servillo non potesse tenere testa a Lui. Il brianzolo per eccellenza, l’innominabile, colui che tutto può. L’unico che sa ogni cosa, che trova ogni soluzione, che realizza ogni sogno.
Lui è Silvio Berlusconi tratteggiato dalla penna di Paolo Sorrentino, l’uomo più che il politico, per stessa ammissione dell’autore. Loro, invece, sono tutte quelle persone che a lui si sono ispirate, che in lui hanno riposto speranza, che di lui avevano bisogno. Sono le comparse, misere e piccole, di una storia che appartiene al nostro passato recente. Sono quella pletora di donne che si sono svendute e quegli omuncoli che si sono asserviti, hanno ringraziato per le briciole e consegnato ciò che avevano a Lui.
Loro 1 è un film che non ti aspetti. In molti lo definisco biografico ma è meglio metterci d’accordo sulla definizione di biopic. Perché in questo capitolo introduttivo l’unica biografia che vediamo è quella, peraltro corale, dei soggetti che gravitano intorno al Presidente e che, col proprio comportamento, hanno contribuito pesantemente a conferire un’aura da Santone a Silvio. Sono quelli che gli hanno consegnato le chiavi di un Paese per trasformarlo nella sua casa dei balocchi. Sono la versione grottesca di una popolazione che proprio quello voleva: il sogno lucido.
Non sono, però, i loschi affari, gli inganni, le trappole e tutto il sottobosco di truffe e favori a tenere banco in tale prima appassionante parte della pellicola. Neppure le vite opache dell’uomo medio. Protagoniste sono le figure incorniciate da immagini accurate e mai sciatte, meravigliose istantanee di umana decadenza. Sono le frasi taglienti, dotate di un’ilarità intrinseca, talvolta involontaria, ogni volta perfetta. E sono le musiche che coronano un’estetica sontuosa quasi abbagliante. E tutti questi infiniti dettagli incastrati con dovizia, come nel più raffinato dei mosaici, fanno dell’opera un gioiellino cesellato da un Maestro.
Sono la cultura, la finezza, l’attenzione per la bellezza a incantare oggi come ieri, a rendere unico e distinguibile il tocco di Sorrentino. Loro 1 è un trionfo per gli occhi e, a cascata, per tutti gli altri sensi. È cosi che, incredibilmente, anche attori nostrani di solito poco entusiasmanti, nelle sue mani si trasformano in creature perfette immedesimate in un ruolo che sembra disegnato appositamente per loro – e, invece, ahinoi, sappiamo essere ispirato a persone in carne e ossa, neanche le migliori su piazza.
Loro 1 ammalia, travolge, è un’orgia di sensazioni e con una magnifica illusione riesce a riempire le stanze del grande assente, Berlusconi. Perché Lui sullo schermo, per oltre un’ora (su 104 minuti di durata totale), non compare e noi non ce ne accorgiamo sino a quando i primi commenti non si odono nei corridoi. Sarà per questo che è già iniziato il conto alla rovescia per l’epilogo, Loro 2: quale altro strabiliante risvolto troveremo ad accoglierci al cinema il 10 maggio?
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