All'inizio di Ant-Man and the Wasp Scott Lang (Paul Rudd) desidera solo che i prossimi tre giorni passino senza problemi. Se in Captain America: Civil War si era fatto convincere da Cap a combattere per la sua crociata, ora tutto quello che vuole è scontare gli ultimi tre giorni di arresti domiciliari e poi nell'ordine: tornare a essere un padre a tempo pieno per la figlia Cassie (Abby Ryder Fortson); dare il suo contributo alla crescita dell'azienda di sistemi di sicurezza che ha messo su insieme agli ex compagni di galera Luis (Michael Peña), Dave (Tip 'T.I.' Harris) e Kurt (David Dastmalchian).
Parallelamente Hank Pym (Michael Douglas) e sua figlia Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) hanno i loro progetti. Dopo aver compreso che dal Regno Quantistico, visitato da Scott nel precedente film Ant-Man, è possibile fare ritorno, stanno cercando di compiere tutti gli sforzi per compiere la missione di soccorso, convinti che Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), moglie di Hank e madre di Hope, sia ancora viva. E per farlo hanno bisogno sia del riluttante Scott, nonostante non gli abbiano perdonato la sua impresa in Germania, che di un docente universitario, il Dr. Bill Foster (Laurence Fishburne), che ha lavorato con Pym in passato.
Ma ci sono altri personaggi con le loro intenzioni e scopi: la misteriosa supercriminale Ghost (Hannah John-Kamen), dotata di poteri in grado di competere con quelle delle tutte di Pym; il criminale a capo di un traffico di tecnologie avanzate Sonny Burch (Walton Goggins). Entrambi vogliono mettere le mani sul laboratorio di Hank Pym per i loro scopi, agendo indipendentemente l'uno dall'altra.
Dal fronte della legge l'agente della FBI Jimmy Woo (Randall Park) dà la caccia a Pym e figlia perché agiscono al di fuori degli accordi di Sokovia sull'uso dei superpoteri, e vuole cogliere in flagranza di reato il povero Scott.
Tutte queste intenzioni sono destinate a collidere, a essere compresse nel ristretto spazio di tre giorni in cui può succedere di tutto.
Se il primo Ant-Man era un heist movie, ossia un film in cui centrale era un piano ben congeniato per risolvere la situazione, l'ossatura di Ant-Man and the Wasp, firmato come il precedente da Peyton Reed, è quella di un film in fuga, in cui tutti i personaggi, sono in costante corsa contro il tempo.
Personaggi riluttanti ad allearsi, costretti a fare squadra controvoglia in molti casi. Uno di quei film in cui non è detto che il nemico del proprio nemico sia un amico, perché tutti possono essere contro tutti.
Nella miscela ovviamente, poteri e super poteri, technobabble a profusione, azione, ironia e sense of wonder come se piovesse.
Il divertimento è assicurato per tutti, con minore senso del nonsenso, mi si scusi il bisticcio di parole, del primo film, nel quale la mano di Edgar Wright era ancora visibile.
Reed porta il film a casa con professionalità, senza guizzi o virtuosismi personali, ma assolve al capitolato della produzione.
Se poi non siete visitatori occasionali del Marvel Cinematic Universe, bensì siete in trepidante attesa di sapere come questo film si accordi con gli eventi di Avengers: Infinity War, il consiglio è di lasciarsi trascinare dall'azione, divertirsi fino ai titoli di coda e poi finalmente guardare le due scene finali (la prima a metà dei titoli e la seconda proprio alla fine), per scoprirlo, rimanendo con il fiato sospeso fino al 2019.
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