Il Signore degli anelli strumentalizzato? Il povero fantasma di J. R. R. Tolkien, da sempre, è strattonato, spinto, tirato di qua e di là in una baruffa politica infinita e snervante. Per la prima volta, un libro, L'anello che non tiene (Minimum Fax 2003), affronta apertamente il tema e spiega come l'autore più venerato della narrativa fantasy di tutti i tempi sia stato, più di una volta, frainteso. La ricerca compiuta da Paolo Pecere e Del Corso si propone quindi di provare, con un'accurata analisi sociologica, l'infondatezza di talune scuole di pensiero che avrebbero ricamato in modo eccessivo sulle vicende di Frodo e della sua compagnia.
"La verità - commenta Paolo Pecere in un'intervista apparsa su Repubblica.it - è che il libro da un punto di vista ideologico non contiene nessuno spunto di vero approfondimento, è neutrale". E continua: "Una discussione sull'interpretazione politica di Tolkien è sterile. Speriamo che questo anno di celebrazioni non sia dominato da questa disputa. Noi abbiamo cercato di mettere a fuoco da cosa derivava la nostra passione letteraria e per quali vie Tolkien sia stato mistificato. Rimane la domanda: qual è il valore del libro? Su questo bisognerebbe discutere".
Paolo Pecere (1975) si occupa di filosofia e sta curando per Bompiani edizioni critiche di opere di Kant e Hegel; Lucio Del Corso (1976) è uno studioso di filologia classica.
1 commenti
Aggiungi un commentoBene! Bene e ancora Bene! Bravi ragazzi! Come ho già detto in un altro topic, sono perfettamente d'accordo. E' sterile cercare di interpretare politicamente Tolkien.
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