Sono infinitesimali le probabilità che qualche appassionato di fantastico in qualsiasi sua forma non si sia mai imbattuto in qualche grande o piccola citazione Lovecraftiana.
La mattina di domenica 7 ottobre a Stranimondi 2018, i membri della Weird Squad composta da Adriano Barone, Sandro Capone, Roberto Savoini, Andrea Vaccaro e Luca Tarenzi negli ormai consueti panni di fauno, nonché di relatore, hanno tenuto una conferenza intitolata Viral Lovecraft: Lovecraft. Un incontro dedicato, come da titolo, al prolifico autore americano Howard Phillips Lovecraft e alla sua influenza nel genere fantastico mondiale: una letteratura difficile e di nicchia, di inizio Novecento, che si è fatta strada in qualsiasi ambito dell’intrattenimento, diventando un fenomeno virale. Tutte le opere derivate dai racconti e dai romanzi dell’autore, hanno aggiunto ciascuno qualche dettaglio e uniformità più appetibili per il grande pubblico, tanto da offrire un’atmosfera più Lovecraftiana rispetto all’opera originale dell’autore.
Lovecraft è lentamente penetrato come una raggiera di tentacoli nell’immaginario del fantastico in tutto il mondo, trasformandosi in un elemento imprescindibile nell’inconscio collettivo
ha dichiarato Luca Tarenzi, scrittore e traduttore di molte opere di genere fantastico. L’autore di Providence ha influenzato la produzione di narrativa, giochi di ruolo, fumetti, cinema, animazione e videogiochi; una produzione sconfinata, con risultati talvolta tendenti all’assurdo, così che la strada dall’abisso al cassonetto
può risultare molto breve, sempre secondo il moderatore.
La formula della conferenza è già piuttosto rodata. I cinque hanno portato ad altre convention questi contenuti, ma si vede che continuano a divertirsi un mondo nell’esporli al pubblico.
Musica
Il primo a intervenire è stato Andrea Vaccaro, fondatore e direttore di Edizioni Hypnos, ricordando come in principio il riferimento dell’horror e del fantastico per il pubblico fosse Edgar Allan Poe. Da diversi anni a questa parte, invece, quel ruolo lo ha assunto Lovecraft. Uno degli esempi più recenti è l’omaggio/ispirazione presente nella serie Stranger Things di Netflix. In molte recenti opere sono presenti sia i miti di Cthulhu, sia lo stesso Lovecraft come protagonista.
Ma non solo la letteratura pesca a piene mani dalla mitologia dei Grandi Antichi, bensì anche la musica. Già negli anni Sessanta un gruppo rock psichedelico ha scelto di chiamarsi proprio H. P. Lovecraft, mentre i Metallica hanno fatto il loro omaggio con il brano The Call of Ktulu. Nel 1985 gli Iron Maiden citarono direttamente l’autore americano nella copertina del loro album Live after death, che fu un successo importante per la storia della musica rock. A quel punto, molti fan cominciarono a leggere e appassionarsi alle opere originali di Lovecraft.
Omaggi da altri autori
Tarenzi ha ricordato come anche altri amici di Lovecraft abbiano scritto storie ambientate nell’universo da lui ideato. Uno di questi è Robert E. Howard, autore, tra le altre cose, di Conan il barbaro. Dopo la sua morte, gli editori scelsero di eliminare qualsiasi riferimento ai miti di Cthulhu, considerandoli insignificanti.
Un altro degli omaggi importanti si potrebbe trovare addirittura nel Signore degli Anelli. Tarenzi è prudente nell’esporre questa teoria, eppure c’è un momento in cui Gandalf racconta della propria battaglia contro il Balrog ad Aragorn e compagni con un sapore Lovecraftiano, che riportiamo qui di seguito:
Lottammo a lungo nelle profondità della viva terra, ove il tempo non esiste. […] Giù, molto più giù dei più profondi scavi dei Nani, esseri senza nome rodono la terra. Persino Sauron non li conosce. Essi sono più antichi di lui. Adesso io ho camminato in quei luoghi, ma non narrerò nulla che possa oscurare la luce del sole.
(Il Signore degli Anelli, Le due torri, cap. 5, Il cavaliere bianco.)
Naturalmente non esiste alcuna documentazione che attesti l’interesse di Tolkien verso l’autore americano, però non è da escludere che possa averlo letto ed essersi lasciato impressionare.
Giochi di ruolo
L’incontro si è poi spostato verso il mondo dei giochi di ruolo, con l’intervento di Sandro Capone. In Italia, Lovecraft è arrivato piuttosto tardi, negli anni Ottanta, proprio attraverso il canale ludico. Inizialmente Il richiamo di Cthulhu era soltanto un’espansione per il gioco RuneQuest. Visto il successo ottenuto, il produttore Chaosium scelse di impostarla come gioco a sé stante, trasformandolo a tutti gli effetti il principale GDR di genere horror fino ai giorni nostri. Filtrata attraverso il gioco, la cosmologia di Lovecraft è risultata appetibile a un pubblico giovane, ampliando notevolmente l’interesse.
Un aneddoto simpatico riportato da Capone riguarda un confronto con un ragazzo, che ha riconosciuto correttamente Cthulhu come elemento importante del gioco di ruolo, ma convinto che Lovecraft avesse scritto i propri romanzi ispirandosi al gioco, anziché il contrario. Questo dimostra come l’immensa mitologia ideata dall’autore sia diventata ormai fenomeno di massa, ed è facile che cercando la parola Cthulhu
su internet, si trovino tra i primi risultati le opere derivate.
In Lovecraft non esiste la lotta tra il bene e il male o un eroe che vince sul mostro, come invece avviene in gran parte delle storie proposte da autori che si sono ispirati a lui. Quando si gioca a un’avventura con Cthulhu in copertina, si prova soltanto la suggestione originale, che va necessariamente compensata con un sistema attivo, che permetta ai giocatori di interagire. Nei racconti dell’autore, invece, i protagonisti spesso restano sopraffatti da un orrore indicibile.
Fumetti
Adriano Barone, invece, ha accompagnato gli spettatori nel mondo dei fumetti.
Lovecraft non era solito descrivere minuziosamente le proprie creature da incubo, preferiva lasciare al lettore una forte suggestione.
Nei Nuovi Vendicatori e Dottor Strange non mancano enormi mostri tentacolari, arricchiti di dettagli dalla creatività degli artisti.
Mike Mignola fa affrontare al suo Hellboy mostri tentacolati ed evocazioni dai nomi che ricordano vagamente il suono dei Grandi Antichi. Ma finora siamo di fronte solo alla spettacolarizzazione del tentacolo.
Un fumettista che pesca a piene mani dalla mitologia lovecraftiana e mette in scena, apertamente, qualcosa che lo scrittore di Providence accennava solo superficialmente è Alan Moore con il suo Neonomicon. Dove Lovecraft suggeriva rituali innominabili
, Moore mostra a tutti gli effetti un incontro molto ravvicinato e molto intimo tra un’agente dell’FBI occupata in un caso di raccapriccianti omicidi e uno dei tipici mostri dell’immaginario lovecraftiano.
Chi, invece, si è impegnato a una trasposizione il più fedele possibile è Alberto Breccia, fumettista argentino che ha adattato i racconti di Lovecraft negli anni Settanta. Ha trovato una soluzione grafica nel rappresentare in modo piuttosto astratto quei terribili mostri, proprio perché l’autore stesso le descriveva come forme asimmetriche e percettivamente fastidiose. Tendendo all’astratto, con una linea sintetica, Breccia offre probabilmente una delle migliori interpretazioni.
L’importanza di Lovecraft in Giappone
Si può trovare ispirazione lovecraftiana in molte opere del Sol Levante, segno che quell’immaginario orrorifico si adatta diverse interpretazioni e rielaborazioni. Per esempio, tra il 1989 e il 1990 in Orion di Masamune Shirow (Ghost in the Shell, Appleseed) l’ormai vituperato tentacolo è protagonista di scene piuttosto esplicite, che acquisiscono una certa fama e successivo utilizzo in molte altre opere giapponesi. Potrebbe sembrare che sia stato l’arrivo di Lovecraft ad avviare la diffusione di simili approcci narrativi. Però, è necessario ricordare che l’arte dell’isola orientale mantiene viva una solida tradizione. Per esempio, l’opera Sogno della moglie del marinaio di Hokusai ritraeva già nel 1820 una scena erotica che potrebbe fare da precursore a questa ondata artistica che sarebbe poi esplosa dagli anni Ottanta in avanti e, soprattutto, precursore dello stesso Lovecraft, perché ha cominciato a pubblicare solo nei primi anni del Novecento.
Un’altra rappresentazione grafica, raccapricciante e capace di mettere in seria difficoltà la capacità razionale degli spettatori, viene ideata da Hideaki Anno per gli Angeli in Neon Genesis Evangelion. Enormi entità aliene dalle forme irriconoscibili, che non si possono ricondurre a nulla di conosciuto e quindi risultano spaventose.
Esistono, infine, le rielaborazioni umoristiche, dal gusto squisitamente Giapponese.
In un manga, allegato al gioco di ruolo arrivato in Giappone nel 1986, avviene la chiamata di Cthulhu
. Ma si tratta proprio di una telefonata, nella quale Cthulhu invita il protagonista a girare per la città in cerca di avventure amorose.
Dal punto di vista umoristico, Cthulhu e compagnia di Antichi vengono citati in modo superficiale, giusto per la suggestione dei nomi, senza alcun riferimento diretto ai racconti originali. Questo avviene nel MOE, ovvero la rappresentazione graziosa dei protagonisti. In questo modo, Nyarlathotep si presenta come una ragazzina sorridente e uno Shoggoth diventa una tipica maid ricorrente nei manga, ma che assumono comportamenti tipici dei personaggi dai quali traggono ispirazione.
Esiste anche un gioco virtuale che ha come protagonisti i Gatti di Ulthar: una versione e priva di qualsiasi elemento orrorifico del racconto originale dove dei graziosi gattini insegnano ai bambini giapponesi a scrivere e leggere gli ideogrammi.
Le assurdità
Per finire, Roberto Savoini ha fatto una lunga carrellata delle più grandi assurdità mai prodotte legate a Lovecraft e a Cthulhu. Un momento di cabaret degno per la chiusura di un incontro dove emerge la profonda presenza dell’immaginario lovecraftiano su molti livelli della cultura popolare. Per citarne qualcuna: i giochi da tavolo Il richiamo di Gatthulhu e Vudulhu; i fumetti con lo stesso creatore come protagonista in Lovely Lovecraft; la sigla H. P. L. che diventa acronimo di High Power Lovecraft, il nome dell’unico eroe che può salvare il mondo distopico dove i nazisti hanno vinto la guerra e molto altro ancora.
Naturalmente vi invitiamo a seguire questa conferenza, se dovessero riproporla in qualche convention. Viverla di persona e percepire l’entusiasmo di tutti i relatori, arricchisce molto l’esperienza e non manca il divertimento grazie ai loro interventi brillanti e, spesso, improvvisati.
Vi andrebbe di conoscere la ricetta perfetta per creare un Grande Antico? Basta scegliere un nome, eliminare le vocali e aggiungere tentacoli. Voilà. Parola di Weird Squad!
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