L’incontro tenutosi a Stranimondi 2018 domenica 7 ottobre, dal titolo Danzare con i draghi. Tradurre il Trono di Spade, non poteva che cominciare con un sentito ricordo verso Sergio Altieri, in arte Alan D. Altieri, scomparso nel 2017. Autore e sceneggiatore di tanti romanzi e serie tv di successo, si occupava anche di traduzioni. Tra queste, affrontò la complessità di un’opera come quella delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, testimone che ora è passato a Edoardo Rialti.
Il nostro Emanuele Manco, in veste di moderatore, ha ricordato l’entusiasmo che Altieri manifestava quando si incontravano per parlare dei progetti in cantiere e di quanto vivesse le proprie esperienze editoriali con grande intensità, prendendo molto sul serio tutto ciò a cui lavorava. Fu un vero esempio e un punto di riferimento per i propri collaboratori.
Anche Edoardo Rialti ha ricordato il suo primo contatto con il traduttore: scrisse una lettera a Sergio, emozionato per avere l’onore di tenere un incontro sul fantasy insieme a lui. Quando rispose, Altieri dimostrò grande umiltà. Ti faceva sentire a bordo della stessa nave di pirati
ha affermato Rialti, parte di un’opera comune.
Un’opportunità molto bella per un giovane che muoveva i suoi primi passi nel mondo editoriale.
Se Altieri ha avuto il merito di aver spianato la strada in Italia per i racconti d’azione, il romanzo storico e la narrativa fantastica, c’è da mettere in conto anche la responsabilità per le scelte fatte di fronte a importanti opere di letteratura internazionale. Infatti ha tradotto, tra gli altri, Raymond Chandler, H.P. Lovecraft e Martin, con quel Trono di Spade che non immaginava sarebbe diventato così importante e popolare. Una vera e propria bomba culturale, che Altieri stesso definì come il nuovo Star Trek.
A proposito della saga stellare, se si dovesse tradurre oggi un libro del franchise, non si potrebbero chiamare diversamente i siluri fotonici dell’Enterprise, come in un fumetto Marvel non è possibile prendersi libertà nel tradurre i nomi dei personaggi.
Emanuele Manco ha ricordato che anche noi di FantasyMagazine abbiamo riportato la polemica su alcune discutibili scelte di Altieri, però bisogna rendersi conto che, quando un traduttore si trova di fronte a un contenuto completamente inedito, può essere costretto ad attuare delle scelte autoriali, senza sapere ancora quali pieghe prenderà la storia negli eventuali volumi successivi. Inizia, quindi, un percorso che per forza di cose subirà qualche modifica, che è stato uniformato anche con l’adattamento della serie tv, due espressioni diverse della stessa storia.
Le cronache del ghiaccio e del fuoco: una traduzione contestata
La traduzione delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin è da anni al centro di una forte polemica. Vediamo alcuni punti del lavoro svolto da Sergio Altieri.
LeggiRialti quindi ha affrontato la questione della potenza dell’interpretazione. Usando una metafora sportiva, La traduzione è come una maratona. Non si misura su eventuali inciampi, ma sull’estensione della corsa.
Non avendo a disposizione informazioni sugli sviluppi futuri della storia, talvolta è necessario non tradurre e basta, ma aggiungere un’interpretazione in più, talvolta puntando sulla propria personalità, come se si lavorasse a un proprio romanzo. Per esempio King’s Landing, in italiano Approdo del Re, è stata una soluzione fortunata, perché non viene rivelato subito se Aegon Targaryen vi fosse atterrato a dorso di un drago o se fosse arrivato con la nave.
Alcune scelte di Altieri, secondo Rialti, hanno addirittura aggiunto qualità. Una su tutte è quella di chiamare Estranei i White Walkers, i signori del ghiaccio non-morti. Questa può essere velatamente anche una citazione lovecraftiana, che aggiunge mistero a una figura spaventosa. Seguendo la stessa ispirazione, per esempio, chiamò Dio Abissale il Drowned God, che a una traduzione letterale sarebbe stato Dio Affogato, decisamente meno incisivo. E ancora, Altieri era consapevole che il motto della famiglia Greyjoy Ciò che è morto non muoia mai
è ispirato dal lovecraftiano: Anche la morte può morire.
Persino il Kraken, simbolo dell’araldica Greyjoy, è un altro omaggio di Martin verso l’autore di Providence.
A proposito di Lovecraft, in un'altra conferenza a Stranimondi, si è parlato di quanto il suo immaginario fosse cosparso nella cultura fantastica.
Lovecraft è diventato virale a Stranimondi
Le suggestioni evocate dagli scritti di Howard Phillips Lovecraft hanno influenzato molte altre opere fantastiche. La Wired Squad ha portato a Stranimondi tanti esempi carichi di gusto Lovecraftiano, capaci di arricchire la mitologia degli Antichi ideata dall’autore, passando per omaggi e citazioni, trovate divertenti fino a raggiungere risultati assurdi ma non per questo meno affascinanti.
LeggiTornando ai Sette Regni, Rialti porta di nuovo l’attenzione sulle idee più brillanti avute da Altieri. Chiamare Jaime Lannister Sterminatore di Re, al posto di Regicida, da Kingslayer, lo rende impetuoso, quasi diabolico, più vicino all’idea di insulto anziché di un soprannome valoroso.
Emanuele Manco ha evidenziato come la traduzione di Altieri puntasse molto sulle conoscenze del pubblico. Voleva venire incontro ai lettori proponendo, dove possibile, qualcosa che fosse semplice da comprendere. Il titolo Primo Cavaliere dà la giusta importanza alla carica del personaggio. Se fosse stato La mano del Re, da Hand of the King, sarebbe stato meno immediato nonostante il significato sia molto profondo.
Non si tratta di scelte fatte per sovrastare l’opera originale, quanto un modo per proporlo con più naturalezza al pubblico.
La narrativa di Martin offre una prospettiva moderna, con molte sfaccettature. Diventa un nuovo punto di riferimento e l’inizio di un fantasy moderno, dopo Tolkien. Se il professore inglese scrisse Il Signore degli Anelli dopo la Seconda Guerra Mondiale, dove la differenza tra bene e male risultò piuttosto netta, Martin iniziò le Cronache dopo la guerra del Vietnam, dove non esisteva un vero e proprio ideale.
Anche i nomi delle due più grandi famiglie in lotta fra loro prendono ispirazione dalla Storia vera. Gli Stark e i Lannister sono l’assonanza degli York e i Lancaster, che si sono affrontati in inghilterra nel Quattrocento, nella famosa Guerra delle due rose.
A conti fatti, tradurre un’opera è come suonare uno spartito
, ha affermato Rialti. Esistono diverse scelte più o meno azzeccate, che bisogna valutare nel complesso dell’opera. La mole di lavoro è spesso enorme, quando si tratta di una saga di genere fantastico. Perciò sarà il tempo a decretare il valore del lavoro svolto.
L’importante è essere grati verso chi ha avuto la forza di essere un cantore dell’epica nel mezzo della nostra letteratura
ha concluso Rialti. Sergio Altieri ha cantato l’epica in italia in anni in cui sembrava impossibile farlo ed è una cosa che dobbiamo tenerci molto cara, perché ne abbiamo profondamente bisogno.
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