Densa giornata in sala Ingellis quella del sabato 3 novembre a Lucca Comics and Games 2018.

La casa editrice Gainsworth è l'organizzatrice dell'incontro Brutti fuori o brutti dentro, dedicato al percorso del mostro nella letteratura fantasy. A parlare sono i suoi "quattro moschettieri", gli autori Luca Tarenzi, Aislinn (anche curatori di un'antologia di racconti Urban Fantasy presentata in anteprima a Lucca, in vendita da maggio 2019), Julia Sienna ed Helen Cornell.

Il mostro nasce con la creazione dei miti fin dal 10000 a.C. e in principio è… mostruoso sia dentro che fuori: colui che è cattivo deve essere anche orripilante. Sono caratteristiche di tutte le mitologie, dall'epopea di Gilgamesh alle leggende egizie. Mentre già nella mitologia classica si affaccia la figura dell'anti-eroe (come lo stesso Ulisse nell'Odissea), non esiste affatto la figura simmetrica dell'anti-mostro.

Bisogna attendere il periodo del romanzo gotico per trovare una caratterizzazione più complessa del mostro, riconducibile secondo Julia Sienna a tre macro-categorie: il figlio reietto, come il mostro di Frankenstein (le cui caratteristiche sono anticipate dal personaggio di Calibano ne La Tempesta di Shakespeare) che neppure comprende lo scopo della propria esistenza; il frustrato sessuale, come il Dr. Jekyll di Stevenson che  solo diventando Mr.Hide si libera dalle strettezze della morale vittoriana; il narcisista psicopatico come Dorian Gray, che si compiace nel compiere il male che gli garantisce bellezza e immortalità.

In parallelo si svolge lo sviluppo della figura del vampiro, analizzata da Aislinn. La sua tradizione nasce nelle cronache di villaggio e nelle relative superstizioni dell'Europa orientale fin dal Cinquecento; le sue caratteristiche essenziali in questa fase originaria sono l'appartenenza all'ambito del villaggio e la morte fuori dalla grazia di Dio (suicidi, spergiuri, dissoluti) che li spinge al "ritorno". Nell'Ottocento la figura del vampiro appare nella letteratura in forma ben diversa da quella del contadino sudicio e ignorante: si tratta inizialmente di donne affascinanti (tra tutte la Carmilla di Sheridan Le Fanu) che seducono le proprie vittime. Il passo successivo è il vampiro aristocratico che culminerà con Dracula di Bram Stoker, del 1897. Dracula tra l'altro sarà il primo vampiro a "sbarcare" in Inghilterra, e a non agire più in paesi cattolici.

Con Luca Tarenzi saltiamo alla letteratura contemporanea e in particolare al genere urban fantasy, che segna una svolta totale nella rappresentazione dei mostri: il mostro è dapprima "normalizzato", non è più un "caso strano" ma un soggetto perfettamente inserito nella realtà; neppure è più una creatura moralmente inferiore (per quanto più potente) rispetto agli umani; l'evoluzione naturale del personaggio fa sì infine che essere mostri divenga una scelta: come gli umani possono essere buoni o cattivi, lo stesso vale per i mostri.

Tarenzi conclude con la morale della favola. Ogni epoca ha i mostri che servono per rappresentare la propria società e cultura: se nell'età vittoriana si vendeva la necessità di civilizzare razze inferiori, oggi si vende il mito della libertà: prima "i mostri erano loro", ora "i mostri potremmo essere noi".

La caduta di Gondolin

Luca Manini, Loredana Lipperini, Roberto Arduini, Angelo Montanini
Luca Manini, Loredana Lipperini, Roberto Arduini, Angelo Montanini

Il pomeriggio prosegue con la presentazione del volume La caduta di Gondolin, pubblicato pochi mesi fa da Bompiani. In sala sono presenti il traduttore dell'edizione italiana Luca Manini, Roberto Arduini presidente dell'Associazione Italiana di Studi Tolkieniani e Angelo Montanini, illustratore (ma non del volume, accompagnato dai disegni di Alan Lee); modera Loredana Lipperini, che conversa soprattutto con Arduini sul significato di quest'opera nell'universo tolkieniano.

Lipperini: Ci sono libri che illuminano tutto ciò che sappiamo dell'universo della Terra di Mezzo: la Caduta di Gondolin, benché sia il terzo dei grandi racconti della Prima Era (dopo I figli di Hurin e Beren e Luthien), è in realtà la prima storia ideata da Tolkien, nel 1916, durante la convalescenza dopo la battaglia della Somme. Rappresenta la caduta rovinosa di una delle più belle città elfiche.

Arduini: Nella poetica di Tolkien c'è un prima e un dopo la Somme: se prima la sua idea è quella mondo fantastico sostanzialmente romantico, dopo subentra la descrizione di un mondo in cui non esiste più l'innocenza, caratterizzato dalla nostalgia per l'epoca precedente.

Lipperini: Tolkien era restio a far "resuscitare" i suoi personaggi; eppure Glorfindel, che muore nella Caduta, tornerà nel Signore degli Anelli (è colui che salva Frodo dai Cavalieri Neri): come si spiega?

Arduini: La ritrosia di Tolkien si riferisce agli uomini e agli Istari (com Gandalf, di cui scrisse di essersi pentito di averlo fatto "tornare" dopo lo scontro con il Balrog), ma non per gli elfi, che sono immortali: ed è significativo che attraverso il personaggio di Glorfindel, che svolge un ruolo attivo in entrambe le opere, le leggende della Prima Era facciano la loro unica comparsa nelle opere pubblicate durante la vita di Tolkien.

Lipperini: Che differenze hai incontrato nella traduzione tra Beren e Luthien e La Caduta di Gondolin?

Manini: il mio primo incontro con Tolkien è stata la traduzione di Beowulf. In BeL prevale il soave dell'amore, in CdG prevale la durezza della guerra, nonostante vi siano anche l'amore (fra Tuor e Idril) e la speranza (di cui è portatore Earendil).

Lipperini: Angelo Montanini, hai mai illustrato Tolkien?

Montanini: Non mi sono mai cimentato. I due riferimenti per l'illustrazione di Tolkien sono, oggi, le immagini dei film e le illustrazioni di Alan Lee e John Howe, che del resto lo hanno ispirato; ma non è detto che Tolkien avesse in mente, specie per Gondor e Gondolin, quel tipo di architettura: a me piace immaginare che potrebbero anche essere qualcosa di completamente diverso.

Lipperini: Cristopher Tolkien (che ha curato l'edizione filologica dei manoscritti del padre, NdR) ha dichiarato che dopo La Caduta di Gondolin non c'è altro materiale da curare, è davvero così?

Arduini: In realtà non lo sappiamo, pare che ci siano altre diecimila pagine di Tolkien inedite, anche se soprattutto di argomento linguistico. Quel che è certo è che con La Caduta di Gondolin è stato messo un punto fermo ed è stato realizzato il sogno di Tolkien di vedere pubblicate le storie della Prima Era

Lipperini: La Caduta di Gondolin si conclude con un messaggio di speranza, portato da Earendil che come Enea scampa al disastro: è un messaggio questo che che serve moltissimo anche alla nostra epoca.

La caduta di Gondolin, arriva in libreria l'ultimo inedito di J.R.R. Tolkien

La caduta di Gondolin, arriva in libreria l'ultimo inedito di J.R.R. Tolkien

Articolo di Martina Frammartino Mercoledì, 24 ottobre 2018

J.R.R. Tolkien torna in libreria ancora una volta grazie a Christopher Tolkien che ha curato il volume La caduta di Gondolin.

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La storia infinita di Michael Ende: i quarant'anni di Fantasia

Carlo Valli e Georgia Lepore
Carlo Valli e Georgia Lepore

È il momento di una pausa di nostalgia Anni Ottanta.

Due dei doppiatori del film tratto da La Storia Infinita di Michael Ende, Georgia Lepore (l'Infanta Imperatrice) e Carlo Valli (Gmork), nell'imminenza del 40° anniversario della pubblicazione de La Storia Infinita (ristampata in occasione di LCG2018 da Longanesi) ne leggono alcuni brani, accompagnati al violino dalla bravissima Lucia La Rezza.

Difficile trattenere la pelle d'oca!

Intervista a Michael J. Sullivan

A seguire Beniamino Sidoti (ludologo e autore, un'istituzione di Lucca Comics and Games) intervista lo scrittore americano Michael J. Sullivan, giunto a Lucca in compagnia della moglie Robin. Sullivan è autore del ciclo The Riyria Revelations iniziato con Ladri di Spade e proseguito con Sorge un Impero.

Sidoti: Michael J.Sullivan è un rappresentante della parte solida e storica del fantasy classico, basato non sull'idea bizzarra o sulla moda di breve respiro, ma sulla lenta scoperta di un mondo da esplorare con tutte le sue sottotrame. Interessante è anche la storia editoriale dei suoi libri: Sullivan ha iniziato nel self publishing, grazie al successo crescente ha ottenuto prima un'edizione importante negli USA e successivamente a livello internazionale (attualmente è tradotto in tredici lingue). Qual è stato lo spunto iniziale per un lavoro che deve averti impegnato per diversi anni? Avevi chiaro fin dall'inizio dove volevi arrivare?

Michael J. Sullivan: Avevo da tempo l'idea di una storia con protagoniste due persone, una cinica e una idealista. Volevo fare qualcosa di diverso dal genere più dark e cinico che imperversa nel fantasy contemporaneo, associando al "lato oscuro" anche un elemento più divertente, che suscitasse sensazioni positive nel lettore rispetto a se stesso e agli altri. L'idea era che queste due persone si incontrassero per scalare insieme la torre e rubare la spada, ma arrivati in cima trovassero il cadavere del re, realizzando così di essere stati incastrati: doveva essere un modo interessante di iniziare una storia, per catturare fin da subito il lettore. Spesso in altre opere fantasy la prima parte del romanzo è una sorta di lezione di storia in cui il lettore viene informato di troppe cose troppo in fretta: io volevo invece usare i personaggi e la trama iniziale per attirare il lettore senza svelare quasi nulla dell'ambientazione, che sarebbe emersa a poco a poco come un fiore che sboccia, nel progredire della storia. Ho scritto un libro che avrei voluto leggere, di tono leggero, senza un eccesso di tematiche hard come sesso e violenza, non perché sia contrario ma perché non mi interessava che ci fossero: il libro è per tutti, ma non per i bambini perché affronta tematiche adulte.

Sidoti: Come sei arrivato a una scrittura così equilibrata e rispettosa del lettore? Come hai iniziato a scrivere?

Michael J. Sullivan: Questo non è stato il mio primo libro, mi ero già fatto le ossa con tredici precedenti romanzi di vari generi. Dopo aveer ricevuto solo rifiuti da parte delle case editrici ho smesso di scrivere e ho aperto un'agenzia pubblicitaria, ma a un certo punto me ne sono stancato: ho ripreso a scrivere per mia figlia, senza alcuna intenzione di pubblicare.

Robin Sullivan: Finché non l'ho letto io questo libro, e ho deciso che doveva essere pubblicato e che me ne sarei presa io il compito.

Michael J. Sullivan: Io ero contrario, perché venivo da vent'anni di rifiuti e trovavo deprimente tentarci di nuovo.

Robin Sullivan: Ho battuto gli agenti letterari per oltre un anno, finché non ne ho trovato uno, che a sua volta ha battuto tutte le case editrici di New York, senza successo, finché non ha trovato un piccolo editore per il primo dei sei libri. Ma una volta pubblicato il primo libro, nel 2008, la casa editrice non aveva più soldi per pubblicare i successivi. Così è stato necessario autopubblicare. Solo dopo aver venduto quasi centomila copie dei primi cinque libri, le grandi case editrici si sono interessate all'opera: nel 2011 finalmente la Orbit ha acquistato i diritti.

Michael J. Sullivan: All'epoca della pubblicazione avevo già scritto tutti e sei i romanzi del ciclo, perciò a quel punto ho potuto revisionare tutti i libri man mano che venivano pubblicati, con grande attenzione al fatto che tutti i dettagli tornassero senza incoerenze da un volume all'altro. La storia del mondo come è descritta nel ciclo The Riyria Revelations appare migliore di quanto non sia in realtà: la storia la scrivono i vincitori. Perciò nel secondo ciclo di romanzi sono voluto tornare indietro di tremila anni per descrivere come le cose erano andate per davvero, da un punto di vista differente: in effetti avevo mentito ai miei lettori!

Il terzo volume del ciclo, Wintertide La Festa d'Inverno, uscirà nel gennaio 2019, come i due precedenti per la casa editrice Armenia.

Sorge un impero

Sorge un impero

Articolo di Martina Frammartino Lunedì, 30 luglio 2018

In Sorge un impero Michael J. Sullivan prosegue la storia iniziata con Ladri di spade.

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I tre moschettieri di Weird Tales: Robert E. Howard, H.P. Lovecraft e Clark Ashton Smith

Il programma della sala Ingellis per il 3 novembre si conclude con uno degli incontri più attesi, quello con Giuseppe Lippi, che il moderatore Andrea D'Urso definisce meritatamente "colonna fondante e non solo portante della letteratura fantastica e fantascientifica in Italia", per la prima volta a Lucca Comics and Games.

Andrea D'Urso e Giuseppe Lippi
Andrea D'Urso e Giuseppe Lippi

Lippi tiene una (troppo) breve lezione magistrale.

Weird Tales fu la prima rivista dedicata al genere fantastico-soprannaturale-bizzarro. L'editore cercava gli eredi di E.A. Poe, capostipite del genere: quelli rimasti impressi tra i lettori sono "i tre moschettieri".

La particolarità di Robert E. Howard, H.P. Lovecraft e Clark Asthon-Smith è la loro interpretazione dell'assoluto. L'idea seminale di Lovecraft è che la nostra realtà non sia progettata per la nostra misura, ma che dietro di essa si agitino entità e misteri talmente profondi da essere totalmente incomprensibili per noi. Questa idea compare già nel suo primissimo racconto, Dagon, in cui appare il primo dei suoi "risvegliati", esseri non ostili in senso stretto ma a noi indifferenti e perciò pericolosi.

Questa idea è anche l'ispirazione di Robert E. Howard e, soprattutto, Clark Ashton Smith: nei suoi mondi la magia occupa il posto che nella nostra realtà detiene la scienza. Howard sviluppa a sua volta il tema che tutto intorno a noi vi siano entità nemiche che vogliono respingere l'umanità nelle tenebre da cui era avvolta nella sua alba.

Tutti e tre gli autori perciò riscrivono la storia della Terra e dell'intero universo, una storia che non ci appartiene e in cui si agitano forze che noi non comprendiamo. Lovecraft si dichiara convinto che se noi spingeremo troppo oltre la scienza e cercheremo di dare un senso ai suoi ritrovati, saremo sopraffatti scoprendo un barlume della realtà più ampia intorno a noi.

Può apparire sorprendente che i "tre moschettieri" siano arrivati a una notorietà e a un riconoscimento letterario internazionale, anziché rimanere confinati nel serraglio della narrativa di genere. Dopo la seconda guerra mondiale sono iniziate le edizioni dei tre autori in Europa, sull'onda di un proselitismo non commerciale ma basato sul passaparola. Questo perché nonostante i loro racconti fossero destinati a un pubblico "popolare" come quello di Weird Tales, lontano dall'establishment letterario, erano essi stessi letterati di prim'ordine (specialmente Lovecraft e Smith): si tratta in sostanza di autori anarchici, mossi tuttavia dallo scopo di seguire le proprie voci interiori e non da quello di contrastare la tradizione letteraria.

L'incontro, e il pomeriggio in sala Ingellis, termina con un duplice annuncio: Giuseppe Lippi sta lavorando a una raccolta di racconti di Clark Ashton Smith, seguito di quella dell'anno scorso,  mentre già a febbraio 2019 uscirà la ristampa dell'antologia dei Miti di Chtulhu per i Draghi Mondadori.

Atlantide e i mondi perduti di Clark Ashton Smith

Atlantide e i mondi perduti di Clark Ashton Smith

Articolo di Martina Frammartino Venerdì, 15 dicembre 2017

Atlantide, Averoigne, Zothique e Xiccarph: regni dove i morti camminano e la negromanzia è una vera e propria scienza. Mondi perduti ed enigmi del passato illustrati con le sculture grottesche di Clark Ashton Smith e quattro cartine.

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