Linda Lercari ha presentato a Lucca Comics & Games il romanzo Kaijin. L’ombra di cenere, ambientato nel Giappone medioevale.
Abbiamo incontrato a Lucca, Linda, autrice di successo di romanzi erotici, collaboratrice di molti siti e oggi anche autrice di un romanzo storico ambientato nel Giappone Medioevale. Una storia quasi gialla, che ricorda il meccanismo narrativo di Quarto potere, quando sul letto di morte uno dei protagonisti svela una frase che farà da motore narrativo all’opera.
Come è nata l’idea del libro?
Pratico kendo presso la SKL (Scuola Kendo Lucca), un’istituzione della città di Lucca molto antica. Durante una delle lezioni il maestro ci disse che la spada deve fendere l’aria con estrema precisione, provocando con un unico eco. Questa frase evocativa, insieme ad alcune altre dette nel corso delle lezioni, mi fecero decidere di raccontare una storia di samurai e di spade.
Qual è stata l’evoluzione del romanzo?
Ci ho messo ben quattro anni per scriverlo ed esserne soddisfatta. La struttura narrativa è venuta dopo un po’ e mi ci è voluto parecchio tempo per pulire la storia e renderla scorrevole. Quello che da subito mi premeva raccontare è che tutti noi abbiamo una maschera che è ciò che mostriamo al mondo, ma c’è sempre uno scarto tra quello che lasciamo trasparire e ciò che siamo realmente.
Hai dovuta fare molte ricerche storiche per scrivere Kaijin?
Sì moltissime, anche perché il periodo in cui è ambientato la storia non è molto conosciuto. Mi sono fatta aiutare da amici professori universitari e persino da alcuni giapponesi ma non mi hanno potuta aiutare molto. Tutto il resto è stato un mio lavoro di ricerca, però non mi è servito uno studio approfondito ma solo dare delle coordinate storiche che potessero far capire al lettore l’epoca in cui ci troviamo. Essendo pensato per uscire in ebook non ho voluto inserire delle note, è quindi ho spiegato tutto all’interno della storia stessa, cercando di essere discorsiva e informativa al tempo stesso.
Inoltre ho dovuto combattere contro quello che io chiamo l’immaginario italiano di che cos’è il Giappone, perché spesso ci si ferma alla figura della geishe e alla cerimonia del te ignorando tutto il resto, comprese spade e samurai.
Di che cose parla esattamente la tua storia?
I personaggi sono solo tre: il signore del castello, il fedele samurai e la sua concubina. Non si tratta un romanzo corale. C’è poi la natura selvaggia che per me ha la funzione di un vero e proprio personaggio e lo uso come un deus ex machina per risolve le situazioni di conflitto all’interno della storia e far prendere una determinata strada ai miei personaggi.
Il messaggio che ho voluto veicolare con Kaijin. L’ombra di cenere, è quanto sia importante afferrare la felicità quando ne capita l’occasione perché poi potrebbe essere troppo tardi. Nonostante sia da molti anni una scrittrice anche se di altro genere, ci tengo a dire che questo per me è il mio romanzo della vita, quello a cui tengo di più.
Sono previste altre date dove presenterai il tuo libro?
Sì, c’è il progetto di fare una presentazione all’Istituto Chiossone di Genova (museo storia medioevale), e a Brescia in un altro piccolo museo che si occupa di Giappone medioevale, per portare anche all’interno di un’istituzione la magia della narrativa.
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