Difficilmente parte un applauso a fine proiezione. Ma quando capita a circa metà pellicola, dopo una scena particolarmente ben costruita, significa che il pubblico ormai è stato definitivamente catturato. Almeno, così è stato per buona parte dei partecipanti alla proiezione in anteprima di Overlord avvenuta la notte di venerdì 2 novembre a Lucca Comics & Games.
Overlord, diretto da Julius Avery e prodotto da J.J. Abrams, è un'avventura eroica che si svolge poche ore prima dello sbarco in Normandia del 1944.
Un inizio nel pieno dell'azione, a bordo di un aereo carico di paracadutisti, tra esplosioni e il fomento di una missione di sabotaggio di importanza vitale: il plotone deve atterrare in un punto strategico, per aprire la strada ai compagni che sarebbero arrivati all'alba del giorno successivo.
I pochi sopravvissuti alla tremenda battaglia riescono a infiltrarsi nel territorio francese, occupato dai nazisti, trovando l'inaspettata alleanza della giovane ribelle locale, Chloe (Mathilde Ollivier), che odia palesemente i "crucchi". Il motivo è presto rivelato quando Boyce (Jovan Adepo), Ford (Wyatt Russell), Tibbet (John Magaro) e Chase (Iain De Caestecker) si rifugiano a casa della ragazza, in un villaggio apparentemente tranquillo, ma occupato dai nazisti.
Qui, scoprono che lei si prende cura di una zia molto malata, che emette suoni gutturali e decisamente sinistri da dietro una porta socchiusa.
Questo sarà solo il primo dei tanti indizi che porteranno i soldati americani a sospettare la presenza di qualcosa di ancora più agghiacciante, nascosto in quella chiesa dove vengono portati con la forza alcuni cittadini del villaggio, per tornare trasformati o non tornare affatto.
Overlord è una metafora, ma, forse, nemmeno troppo, che esaspera e trasforma in puro genere horror l'orrore vero degli esperimenti del Terzo Reich, ai danni delle cavie umane che spesso erano i loro prigionieri e i deportati nei campi di concentramento.
Una storia girata con dovuto mestiere, che prima lascia qualche dettaglio sulla personalità dei protagonisti, per poi giocare con le emozioni del pubblico. Lo fa parteggiare per il manipolo di coraggiosi soldati, che prendono le difese della donzella, la quale si dimostra ben più tosta di quanto non sembri, per poi far odiare profondamente il comandante nazista (Pilou Asbaek) e far desiderare la rivincita degli Yankees (e della donzella) nei suoi confronti.
Il guaio arriva quando la situazione sfugge di mano e il protagonista si ritrova a esplorare in solitaria i sotterranei della chiesa, in stile Resident Evil (i primi capitoli videoludici), scoprendo, tramite elementi sempre più raccapriccianti, i misteriosi esperimenti sugli esseri umani che li trasforma gradualmente in creature mostruose, dalla forza sovrumana, guidati dall'istinto e al limite dell'invincibilità.
Mostruosi super-soldati nazisti zombie.
Già questa sola premessa, insieme alla regia impeccabile, è certamente capace di stuzzicare la curiosità di molti spettatori appassionati di horror e del videogioco Wolfenstein.
Sono molti i momenti di suspance, di giusto splatter e carica di emozioni suscitate dalla responsabilità di svolgere una missione di vitale importanza per la riuscita dell'operazione, quindi sabotare il bersaglio militare, e il bisogno di fare la cosa giusta, ovvero proteggere gli innocenti del villaggio.
Il risultato in generale, però, sembra una rincorsa per arrivare al finale, lasciandosi alle spalle quel tocco in più, quella dose di coraggio che avrebbe donato pellicola una vera personalità. Una su tutte, lo spreco di occasioni. C'era a disposizione un intero laboratorio segreto, dove idealmente i nazisti potrebbero aver fatto qualsiasi tipo di esperimento e aver generato abomini oltre ogni misura. Il realismo storico vacilla, l'incredulità è sospesa da un pezzo, ma la messa in scena dell'orrore vero sembra procedere con il freno a mano tirato, verso un terzo atto ampiamente prevedibile per chiunque mastichi cinema da qualche anno a questa parte.
L'applauso citato in apertura è meritatissimo, così come quello finale, perché Overlord è un'altalena di emozioni capace di rendere veramente partecipe lo spettatore. Per un paio d'ore, ci si sente veramente immersi, tesi, sollevati e terrorizzati nella vicenda. Ma, a differenza di altri film ben più struggenti, chi vi scrive non sente il desiderio di vivere nuovamente quest'avventura.
La maglietta regalata a tutti i partecipanti all'anteprima, però, fa la sua bella figura.
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