La sinossi
Si va dalla mitologia classica, dalla celebre leggenda romana della lupa che allevò Romolo e Remo, fino al pantheon nordico: storie che parlano di carneficine, metamorfosi e lupi mannari e che riflettono la paura verso questa fiera capace di distruggere animali e coltivazioni. Si passa poi ai bestiari medievali, che raffigurano il lupo come animale totalmente negativo, a tratti incapace di nuocere e persino dotato di aspetti ridicoli, come avviene nel "Romanzo di Renart". La paura del lupo torna poi nell'epoca moderna, riflettendosi nelle cronache e nei racconti del folclore popolare, che parlano di lupi rabbiosi e di aggressioni non solo a bestie, ma anche a uomini, donne e bambini. Lo strano caso della Bestia del Gévaudan (1765-1767), che imperversava nelle campagne della Francia sgozzando senza pietà animali e pastori, rappresenta il culmine di questa fobia del lupo. Nel XX secolo la letteratura, i cartoni animati e i libri per bambini finiscono per trasformare quel cattivone del lupo in un animale quasi capace di suscitare tenerezza, o quantomeno compassione. Finché oggi solo i toponimi, i proverbi e qualche antica leggenda ancora sopravvissuta conservano il ricordo di questa bestia crudele e vorace, tanto a lungo temuta.
L'autore
Michael Pastoureau, francese, è direttore della École pratique e titolare della cattedra di Storia del simbolismo in Occidente. È riconosciuto a livello internazionale come il massimo esperto di Storia dei colori. Fra i libri da lui pubblicati vi sono Blu. Storia di un colore (2002), Il piccolo libro dei colori (con Dominique Simonnet, 2006), Nero. Storia di un colore (2008), I colori del nostro tempo (2010), Verde. Storia di un colore (2013), Il maiale (2014), Rosso. Storia di un colore (2016), Figure dell’araldica (2018) e Il lupo.
Michel Pastoureau, Il lupo. Una storia culturale (Le loup, une histoire culturelle, 2018)
Traduzione di Guido Calza
Ponte alle Grazie – Pag. 160 – 20,00 €
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