Francesco Invernizzi firma la regia di questo film/documentario.

Ci aveva abituato a immagini di una straordinaria asciuttezza, nessuno spazio per revival dei meravigliosi tempi che furono, né per piaggerie ai committenti. Mathera, pur rimanendo elegante e sorprendente sotto il profilo tecnico e visivo (in questo il regista non sbaglia mai, in più la definizione a 8K e l’elaborazione di immagini d’epoca inedite offrono visioni dei luoghi di rara bellezza), ha un odore di ingaggio che urta lo spettatore più smagato, quello che non si fa abbindolare dalla tenerezza costruita dalle memorie di ex abitanti dei Sassi, quello che riconosce immediatamente la volontà di protagonismo di questo o quel piccolo imprenditore che rivendica la purezza del proprio lavoro, in nome della tradizione da portare avanti per rendere grazie alla divinità di turno.

Mathera
Mathera

Si sa pecunia non olet e se incarico ci fu, Invernizzi cerca di portarlo avanti nel migliore dei modi, rispettando i doveri contrattuali di far apparire: il primo cittadino, ovviamente, che, entusiasmato dall’evento, racconta con vero trasporto la scoperta della Grotta dei cento santi di incredibile bellezza; il giovane panettiere che ci illumina sull’importanza della sua scelta simbolica (fare il panettiere e restare nella città definita da Togliatti la vergogna d’Italia) per il futuro e la rinascita di Matera; l’architetto, che dopo gli studi fiorentini, al fianco di Renzo Piano, curò i restauri dei Sassi, da cui la città riacquisì la propria identità, iniziando quel periodo di rivalorizzazione, il cui snodo è l’inserimento della stessa nel patrimonio UNESCO e la nomina, dopo Palermo, a capitale della cultura 2019.

Mathera
Mathera

Non possono mancare all’appello i muratori che hanno collaborato al restauro; l’arcivescovo, rappresentante di un ordine a cui sembra che tutti i materani ancor oggi sottostiano; l’esperto UNESCO, che ha permesso l’iscrizione dei Sassi di Matera e del Parco della Murgia nella lista del World Heritage Unesco; il cartapestaio, il cui ruolo è fondamentale per mandare avanti la tradizione della Festa della Bruna -patrona della città-, che si festeggia il 2 luglio, la cui peculiarità è la distruzione del carro a fine festa, come emblema di rinascita.

Mathera
Mathera

Il film regala delle immagini sorprendenti dell’unione fra sacro e profano, fra apollineo e dionisiaco, fra violenza tribale e violenta, quasi apotropaica, e memoria di una festa religiosa, quella della visita di Maria alla cugina Elisabetta per la nascita di Giovanni Battista, creata ad hoc con l’intento di rinsaldare le sorti della Chiesa ai tempi del Grande Scisma d’Occidente.

Mathera è di indubbio interesse, di indubbia qualità, purtroppo risulta evidente l’intento pubblicitario, sembra un lungo spot per celebrare la nomina di Matera appunto a capitale europea della cultura 2019.